La chiusura del punto nascita dell’ospedale di Sapri entro giugno ha scatenato una forte reazione da parte della Regione Campania. La decisione arriva dal governo nazionale, che impone la chiusura di tre ospedali in deroga su tutto il territorio italiano. Il presidente campano, Vincenzo De Luca, ha espresso duri commenti nei confronti di Fratelli d’Italia, partito che guida il ministero della Salute e che avrebbe spinto per questa scelta. L’ospedale di Sapri, aperto da tre anni nonostante i limiti imposti, sarà interessato da questa stretta insieme ad altri due presidi sanitari. La vicenda si inserisce in un contesto complesso di gestione ospedaliera e tutela della salute pubblica in aree interne.
La decisione del governo sulla chiusura dei punti nascita in deroga
La circolare del ministero della Salute ha stabilito che entro giugno devono chiudere tre ospedali autorizzati a operare in deroga, una misura che riguarda esclusivamente presidi con numeri di parti sotto la soglia minima fissata dalla normativa nazionale. Tre ospedali campani sono finiti nella lista: Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri. Quest’ultimo è rimasto aperto negli ultimi tre anni grazie ad un’esplicita richiesta della Regione Campania, che si è assunta la responsabilità di mantenere attivo il servizio. L’obiettivo era assicurare un punto nascita vicino alle comunità locali, nonostante il numero ridotto di parti annuali.
Motivazioni della chiusura e conseguenze per le aree interessate
Il governo ha motivato la decisione con ragioni legate alla sicurezza delle nascite, legate a standard minimi e qualità dell’assistenza. Il punto nascita di Sapri aveva una media inferiore ai 500 parti all’anno, requisito che la legge considera fondamentale per garantire sicurezza e qualità delle cure neonatali. Nonostante ciò, la Regione ha voluto tutelare la struttura e i suoi utenti, cosciente delle difficoltà di accesso ai servizi sanitari in queste zone. Nelle aree geografiche interessate, la chiusura potrebbe avere un impatto rilevante sulla mobilità dei pazienti e sull’organizzazione delle emergenze ostetriche.
la presa di posizione di Vincenzo De Luca e le accuse a Fratelli d’Italia
Durante un evento sulla viabilità nel Salernitano, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha espresso critiche molto dure verso il partito Fratelli d’Italia, di cui fa parte il ministro della Salute che ha firmato la disposizione di chiusura. De Luca ha definito «delinquenti politici» i responsabili della decisione, accusandoli di imporsi dal centro senza considerare le esigenze dei territori.
Le responsabilità della regione e le accuse di clientelismo
Il governatore ha rimarcato che la Regione aveva preso una decisione consapevole, affrontando personalmente la responsabilità di mantenere aperto il punto nascita di Sapri in deroga, chiedendo prudenza ai medici su casi complessi. Secondo De Luca, la Regione era pronta a indirizzare i parti più delicati verso strutture ospedaliere più grandi, come quelle di Vallo, Battipaglia e Salerno. Ha inoltre sollevato sospetti sull’assegnazione di incarichi ministeriali basati su criteri clientelari legati a Fratelli d’Italia, citando in particolare la nomina della responsabile del Dipartimento di prevenzione, priva di titoli specifici.
Queste dichiarazioni hanno alimentato una polemica politica accesa, che però si muove su un terreno delicato, visto il rischio reale per le persone che vivono nelle zone interessate dalla chiusura. La durezza del linguaggio usato da De Luca riflette l’acceso scontro tra governo nazionale e amministrazioni locali sulla gestione della sanità.
Le implicazioni per l’accesso ai servizi sanitari nelle aree interne della campania
I piccoli ospedali con punti nascita rappresentano per molte comunità zone di riferimento fondamentale. In provincia di Salerno, l’ospedale di Sapri serve una popolazione sparsa in territori che faticano a garantire un rapido accesso a ospedali più grandi. La chiusura di questi punti nasce dal tentativo di uniformare la qualità e la sicurezza delle cure ostetriche, ma in realtà rischia di lasciare molti pazienti lontani dai presidi sanitari abilitati per i parti più complessi.
Impatto sui tempi di intervento e sicurezza
Il coordinamento tra strutture ospedaliere diventa quindi cruciale per evitare ritardi nelle emergenze. La mobilità verso i centri più grandi richiede tempi e risorse, soprattutto in caso di gravidanze complicate. Le indicazioni regionali finora hanno previsto l’indirizzo dei casi più difficili verso strutture specializzate, ma senza un punto nascita locale i tempi di intervento potrebbero allungarsi. Questo ha un impatto diretto sulla sicurezza e sulla tranquillità delle donne in gravidanza, aumentando preoccupazioni nelle comunità.
L’annunciata chiusura entro giugno mette quindi in discussione un equilibrio già precario tra standard di sicurezza e accesso ai servizi. L’attenzione degli enti locali restano alta, viste le possibili ripercussioni sulla salute pubblica.
i lavori per la variante di Palinuro e i cantieri in provincia di Salerno
Mentre proseguono le polemiche sulla sanità, nel Salernitano si è svolta la posa della prima pietra per i lavori di ripristino e completamento di una variante lungo la ex strada statale 447 di Palinuro. L’intervento riguarda il tratto franoso tra Ascea e Pisciotta, una zona particolarmente complessa dal punto di vista geologico e infrastrutturale. Questo tipo di opere è importante per garantire sicurezza e fluidità nella circolazione stradale, anche per raggiungere più facilmente i servizi ospedalieri.
Infrastrutture e servizi sanitari: un quadro complesso
La Regione Campania ha portato avanti questi lavori dopo mesi di chiusure e rallentamenti dovuti a problemi ambientali e tecnici. Le nuove infrastrutture facilitano l’accesso non solo ai siti turistici, ma anche alle strutture sanitarie ed emergenziali lungo la costa. All’interno di questo quadro, la gestione complessiva dei servizi negli spazi di provincia continua a essere un tema di primo piano, sotto diversi punti di vista.
Gli interventi di miglioramento stradale non eliminano però la necessità di risposte forti nella sanità pubblica, soprattutto nell’area di Sapri e dintorni, dove le nuove difficoltà imposte dalla chiusura del punto nascita si sommano ai problemi logistici. La partita resta aperta su più fronti, tra infrastrutture e servizi essenziali.