La questione delle vendite forzate di veicoli elettrici, in particolare dei furgoni, sta creando tensioni nel settore automotive italiano. A lanciare l’allarme è stato il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, che durante un incontro a L’Aquila con i vertici di Stellantis e i sindacati ha espresso preoccupazione per le conseguenze di alcune politiche europee. Sul tavolo la situazione dello stabilimento di Atessa, nel chietino, nodo centrale per l’economia locale che rischia di risentire pesantemente della crisi del mercato e delle scelte regolamentari.
Marco Marsilio ha definito “una follia” imporre alle aziende la vendita di una certa quota di veicoli elettrici, soprattutto furgoni, senza tenere conto della reale domanda del mercato. Secondo il presidente abruzzese, questo tipo di imposizione, accompagnata da multe per chi non rispetta gli obblighi, può provocare seri danni a produttori e stabilimenti. La misura, pensata per spingere la transizione verso mezzi meno inquinanti, rischia di mettere in crisi la filiera produttiva senza offrire alternative sostenibili.
Marsilio ha sottolineato come la crisi dell’automotive sia ormai globale, avvertendo che le scelte europee avranno ripercussioni soprattutto su realtà come quella di Atessa. La fabbrica, che anche durante la pandemia ha mantenuto volumi elevati, si trova ora a dover affrontare una fase difficile, accentuata proprio da queste norme. Il presidente ha sollecitato un ripensamento delle regole da parte della commissione europea, puntando il dito contro misure che definisce controproducenti e che potrebbero portare a chiusure e fallimenti anche di grandi gruppi industriali come Stellantis.
Lo stabilimento di Atessa rappresenta uno snodo fondamentale per l’economia abruzzese e per l’intera filiera automobilistica italiana. In passato ha dimostrato capacità di resilienza, gestendo pesantemente lo shock della pandemia senza cali drastici di produzione. Oggi però, con il mercato in evoluzione e le spinte regolamentari che impongono prodotti poco richiesti, il futuro dell’impianto sembra incerto.
Il presidente Marsilio ha posto l’accento sul valore strategico di mantenere la produzione sul territorio, evidenziando rischi importanti legati alla delocalizzazione delle componenti produttive. Preferire l’importazione da paesi come l’India o altri paesi lontani, significa esporre la filiera a problemi di instabilità globale, mentre conservare e rafforzare la produzione locale garantisce stabilità e sicurezza. Marsilio ha chiesto a Stellantis segnali chiari e concreti di investimenti duraturi sull’impianto di Atessa e più in generale sull’Abruzzo, sottolineando che salvaguardare la presenza produttiva è una questione di buona gestione in un contesto sempre più incerto.
Durante l’incontro a L’Aquila, Marsilio ha sollevato anche la possibilità di potenziare le attività di ricerca e sviluppo nel territorio abruzzese, collegandole in modo più stretto alle esigenze dello stabilimento di Atessa. Il presidente ha illustrato una proposta concreta per la creazione di un impianto dedicato all’economia circolare, dove riconvertire i veicoli a fine vita, recuperare materie prime e rilanciare l’industria in modo sostenibile.
L’idea è quella di trasformare Atessa in un punto di riferimento per il riciclo e la rigenerazione, anticipando le richieste del mercato e puntando su processi produttivi più verdi. Questa iniziativa potrebbe anche fornire nuove occasioni di lavoro e qualificazione professionale, inserendo la fabbrica nel quadro delle industrie del futuro. Marsilio ha indicato chiaramente l’opportunità di questo percorso per evitare che l’impianto diventi obsoleto, affrontando così le difficoltà attuali in modo propositivo e costruendo solidità sul lungo periodo.
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