Un’indagine coordinata dalla procura europea e svolta tra Milano e Palermo ha portato all’arresto di 11 persone accusate di far parte di un’organizzazione dedita al riciclaggio di denaro e a frodi sull’Iva intracomunitaria. Le indagini confermano il coinvolgimento diretto di esponenti dei clan camorristici, rafforzando le misure contro la criminalità organizzata che opera tra Italia e diversi Paesi esteri. Questa operazione segue una vasta attività investigativa già iniziata nel 2024, con numerosi arresti e sequestri rilevanti.
Dettagli dell’operazione e contesto investigativo
L’intervento è stato svolto da investigatori del Servizio centrale operativo insieme a uomini della Sisco, della Squadra mobile di Palermo e del nucleo Pef della Guardia di finanza di Varese. Gli arresti si basano su un’inchiesta della procura europea che affronta un gruppo accusato di associazione per delinquere transnazionale. Tra i reati contestati spiccano il riciclaggio, il reimpiego di denaro proveniente da frodi fiscali, e l’autoriciclaggio legato al meccanismo italiano di recupero indebito dell’Iva tra paesi europei.
L’organizzazione agiva su più livelli e attraverso diversi Paesi, avvalendosi di reti complesse per spostare capitali illeciti. L’inchiesta ha fatto emergere contatti consolidati con la camorra, in particolare con clan storici come i Nuvoletta di Marano e i Di Lauro di Scampia. Le accuse vengono aggravate proprio dal legame con queste realtà criminali consolidate nelle province di Napoli e dintorni.
Continuità e sviluppi dell’inchiesta: legami con un maxi sequestro del 2024
L’attività investigativa corrente si collega a un’operazione più ampia del novembre 2024, che aveva già portato all’arresto di 47 persone. A quel tempo era stato eseguito un sequestro di beni mobili e immobili per oltre 650 milioni di euro, un blocco patrimoniale tra i più ingenti registrati in Italia per casi di riciclaggio e frode fiscale. Tra i soggetti arrestati nel 2024 figurava un cittadino belga ritenuto a capo della rete criminale, catturato dopo sei mesi di latitanza all’aeroporto di Milano Malpensa. La sua fuga era durata da quando si era reso irreperibile, poco prima dell’operazione di novembre.
Questo dettaglio mostra come la magistratura italiana e le forze dell’ordine abbiano monitorato con attenzione l’evolversi del caso, evitando che i protagonisti potessero sfuggire alla giustizia dopo la prima fase di grandi arresti.
Metodi investigativi: analisi documentale e confidenze dei pentiti
I fatti più recenti dimostrano come l’attività dei team investigativi non si sia fermata con gli arresti iniziali. L’approfondimento ha coinvolto il controllo di documenti, sistemi elettronici e informatici sequestrati nel corso delle indagini. Questo lavoro ha permesso di rafforzare le accuse e di scoprire nuove relazioni criminali.
In particolare, alcune testimonianze di persone coinvolte hanno fatto luce su dettagli cruciali, consentendo di collegare con precisione gli indagati alle organizzazioni mafiose campane. Queste dichiarazioni hanno contribuito a delineare la struttura gerarchica della banda e la natura dei flussi di denaro illegale, con un impatto concreto sul contrasto alle rotte del riciclaggio internazionali.
Gli elementi raccolti hanno così confermato legami che mettono in evidenza la capacità di questi gruppi di operare su più fronti, sfruttando residenze e società fittizie in vari Stati.
Arresti e mandati d’arresto tra italia ed emirates, perquisizioni in corso
Tra gli 11 arrestati ci sono persone identificate nelle province di Napoli, Roma e Ascoli Piceno. Due degli indagati invece si trovano negli Emirati Arabi Uniti, in particolare a Dubai, dove è stato emesso un mandato di arresto europeo per l’estradizione.
Le misure giudiziarie coinvolgono anche perquisizioni in corso nelle province italiane indicate, con interventi mirati a raccogliere ulteriori prove a supporto dell’accusa. Gli sviluppi di questa operazione confermano l’impegno delle forze dell’ordine nel dipanare le maglie di un sistema criminale che si estende su più continenti e si basa su collegamenti tra territori nazionali e internazionali.
L’attività continua a essere coordinata dalla procura europea, con l’obiettivo di disarticolare completamente la rete criminale e recuperare risorse finanziarie sottratte all’erario tramite complesse frodi fiscali e operazioni di riciclaggio.