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Micaela ramazzotti tra cinema, famiglia e nuovi progetti: l’estate tra riposo e lavoro sul set

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Micaela ramazzotti affronta questa estate in modo diverso, tra riposo e intense attività artistiche. La sua carriera si arricchisce di nuovi ruoli e una nuova regia che segue il successo del debutto. Allo stesso tempo, il suo quotidiano ruota attorno alla famiglia allargata e a una ritrovata serenità, raccontata durante il festival di mareteale.

Un’estate tra mare, famiglia allargata e rigore sportivo

Durante la calda stagione del 2025, Micaela ramazzotti ha scelto di trascorrere il tempo tra bagni al mare e momenti vissuti con la sua famiglia allargata a mareteale, dove il festival organizzato da Nicola timpone l’ha premiata nella serata finale. Accanto a lei c’è il compagno Claudio pallitto e le rispettive figlie, creando un quadro di convivenza serena.

L’attrice racconta come ha imparato ad apprezzare una fase meno ansiosa della vita, definita da lei stessa “scialla”, un termine appartenente al linguaggio giovanile che indica un rilassamento naturale e piacevole. Micaela descrive come Claudio sia stato anche il suo personal trainer durante i mesi di preparazione per il nuovo film, portandola ogni mattina a svolgere esercizi nel parco della caffarella, a Roma, anche sotto la pioggia.

Questo ritmo sportivo intenso ha accompagnato uno studio approfondito del personaggio da interpretare nel film “la guerra di elena”. Un impegno fisico e mentale indispensabile per entrare nelle sfumature di un ruolo che richiedeva competenze molto precise.

La sfida del personaggio di elena di porto e la ricerca del dialetto romanesco antico

Nel film diretto da stefano casertano, Micaela ramazzotti veste i panni di elena di porto, figura storica appartenente alla Roma della seconda guerra mondiale. Per interpretare questa donna coraggiosa, l’attrice ha affrontato un lungo percorso di preparazione, inclusa l’apprendimento del giudaico romanesco, un dialetto quasi estinto usato nella capitale durante quell’epoca.

Ramazzotti, romana di nascita e abituata a un dialetto diverso, ha trovato complessa questa parte del lavoro. Per settimane ha studiato la fonetica e l’intonazione di questa lingua scomparsa, fino a rischiare di ammalarsi per la fatica. Si è impegnata a restituire al personaggio una memoria autentica, senza concedersi scorciatoie nel lessico.

Questo linguaggio antico contribuisce a delineare una figura femminile unica nel panorama del cinema italiano recente. Elena è una donna ribelle, che ha sfidato le convenzioni del tempo: lasciò il marito prima che fosse possibile il divorzio, indossava pantaloni in un’epoca in cui non era consentito, praticava la boxe per difendere la sua famiglia e il ghetto, e si oppose apertamente ai nazisti. La sua storia emerge attraverso una interpretazione intensa e corale, che ha richiesto alla ramazzotti un forte coinvolgimento emotivo e culturale.

Dalla regia all’interpretazione, i nuovi orizzonti di micaela ramazzotti

Dopo l’esordio dietro la macchina da presa con il film “felicità”, che le ha dato grande soddisfazione e consapevolezza artistica, micaela ramazzotti sta preparando una seconda prova come regista. Il primo lavoro aveva raccolto apprezzamenti in festival prestigiosi come venezia, nella sezione orizzonti.

Il suo ritorno a questa attività è pianificato con calma e attenzione dopo l’estate. Ramazzotti ha già scritto idee e bozze per questo secondo progetto, prevedendo di collaborare con sceneggiatrici donne. La scelta di lavorare con altre donne è per lei un’esperienza simile a una “psicoterapia”, un modo di condividere e crescere insieme sul set.

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Accanto a questo percorso c’è la volontà di non abbandonare il mestiere di attrice: in autunno sono attesi due progetti ancora top secret, che rappresentano per lei nuove sfide e impegni importanti. Micaela conferma la sua volontà di scegliere storie e personaggi con attenzione, preferendo ruoli che raccontano sfumature del femminile meno fragili, con una certa forza e autonomia.

Cinema e società: la situazione delle donne e i rapporti personali

Nel dialogo con l’ANSA, ramazzotti affronta anche temi di attualità nel cinema italiano, come la presenza limitata di registe nei grandi festival. Fa notare come, nonostante qualche passo avanti, la strada per l’equilibrio resta lunga. Tuttavia, cita esempi recenti di film firmati da donne che l’hanno colpita per la qualità e l’intensità, come i lavori di valeria golino e paola cortellesi.

Riguardo ai legami personali, l’attrice si definisce “lupo solitario” nel suo ambiente professionale, con poche amicizie strette, tra cui una direttrice della fotografia. Sostiene diventi importante creare relazioni sincere e di fiducia, specie in un mondo competitivo come quello del cinema.

Sul piano familiare, ramazzotti parla apertamente della separazione dal regista paolo virzì, vissuta con momenti difficili. Ora si concentra sul ruolo di genitore attento e disponibile, mettendo al primo posto il benessere dei figli. Esprime una posizione netta rispetto all’uso dei social e della tecnologia da parte dei giovani, cercando di limitarne l’uso per evitare destabilizzazioni.

La guerra di elena tra impegno storico e speranza per i festival

Il film “la guerra di elena” è una opera prima che ambisce a fare luce su una pagina poco raccontata della storia romana durante la seconda guerra mondiale. Interpretato da micaela ramazzotti con un cast che include valerio aprea e giulia bevilacqua, il lavoro si appresta a un possibile debutto alla festa di roma, evento cruciale per la visibilità di molte pellicole.

Stefano casertano, il giovane regista al suo primo film, ha scelto un soggetto denso di significati: mostrare una donna che ha sfidato pericoli e pregiudizi per difendere il suo popolo. Il 16 ottobre sarà una data simbolica: l’anniversario della razzia del ghetto di Roma durante il conflitto, occasione per sensibilizzare e ricordare.

Micaela ramazzotti si mostra fiduciosa sul futuro del film nei festival, consapevole dell’importanza che hanno per la diffusione di storie difficili da raccontare. La sua esperienza a venezia con “felicità” ha dimostrato quanto una prima apparizione possa aprire porte e modelli di riferimento. Anche se il lavoro è ancora in itinere, la pressione che passa dalla preparazione all’uscita pubblica è evidente: ogni dettaglio conta per il successo di un progetto da lei vissuto con grande dedizione.

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