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Nipote dei capi clan belforte arrestato per violenza sessuale e minacce a san marco evangelista

Un giovane di 22 anni legato a una famiglia camorristica di spicco è finito agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, accusato di aver costretto una prostituta a un rapporto sessuale violento. La vicenda si svolge nel casertano, intrecciando mafia, crimine e violenza domestica in una zona già segnata dalla presenza di clan noti. L’intervento della polizia e della Direzione Distrettuale Antimafia ha portato alla luce dettagli inquietanti risalenti allo scorso marzo.

I fatti di marzo a san marco evangelista: violenza e minacce in un contesto fragile

Il 22 marzo, a san marco evangelista, una donna straniera che esercitava la prostituzione si è trovata coinvolta in un episodio brutale. Ivan Belforte, nipote di due capi del clan camorristico Belforte operante a marcianise e dintorni, ha inizialmente consumato un rapporto a pagamento con la donna. Quello che sarebbe dovuto essere un incontro di lavoro si è trasformato in un’aggressione. Belforte jr ha costretto la donna con la forza a subire un ulteriore rapporto sessuale, facendo leva sulla propria fama e il peso criminale del clan di appartenenza. La vittima ha reagito immediatamente rivolgendosi alla polizia.

La presenza di un clan radicato nel territorio pare aver contribuito all’intimidazione esercitata da Belforte. Le indagini condotte dalla squadra mobile di Caserta hanno tracciato in modo dettagliato questa escalation di violenza, partendo dall’iniziale consenso fino alla coercizione spinta da minacce esplicite. La donna ha subito violenza e paura, ma non si è arresa. È stata proprio la sua chiamata tempestiva alle forze dell’ordine a innescare l’azione giudiziaria.

La fuga, il ritorno e l’aggressione: una spirale di violenza e intimidazioni

Dopo l’aggressione, Belforte è scappato dall’abitazione ma ha lasciato un elemento compromettente: il suo telefono cellulare, rimasto nella vettura della vittima. Questo dettaglio ha fornito alla polizia un punto di partenza fondamentale per l’identificazione e il rintraccio del sospettato. Non contento di quanto accaduto, il 22enne è tornato dal luogo dell’aggressione, esigendo la restituzione del dispositivo.

Confronto degenerato e minacce

Il confronto tra Belforte e la vittima è degenerato: il giovane ha iniziato a picchiarla con schiaffi e pugni, causando una lesione contusiva al volto della donna. In più, ha pronunciato minacce, evocando un’arma da fuoco mai chiaramente mostrata ma sufficiente a instillare terrore. Questi atti di violenza e intimidazione erano chiaramente diretti a impedire alla donna di sporgere denuncia. L’episodio ha evidenziato la brutalità con cui vengono gestiti conflitti e dissidi nel contesto mafioso locale.

Reati contestati e misura cautelare: il ruolo della direzione distrettuale antimafia

Ivan Belforte ora risponde di più accuse gravissime: violenza sessuale, violenza privata e lesioni, tutti aggravati dall’uso del metodo mafioso. Questo aggravante indica come i crimini siano stati commessi servendosi della forza e della pressione derivante dalla sua appartenenza a un clan criminale noto nell’area di marcianise e comuni vicini.

Gli investigatori della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Nord hanno coordinato le indagini, affidate in particolare alla squadra mobile di Caserta. L’ordinanza di custodia cautelare ha previsto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, misura adottata per evitare fughe o ulteriori contatti con la vittima. Belforte jr aveva già precedenti per reati come estorsione, rapina e violazioni legate agli stupefacenti. La sua pericolosità emerge chiaramente dal profilo criminale e dall’episodio di marzo, che ha sollevato l’attenzione delle autorità locali.

Scenario mafioso e impegno delle forze di polizia

Questa vicenda si inserisce in uno scenario di controllo mafioso che spesso si manifesta anche attraverso atti di violenza su chi tenta di sfuggire o opporsi ai soprusi. Le forze di polizia restano impegnate in un’attività costante per frenare la diffusione del potere criminale nei territori campani.

Clarissa Abile

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