Il museo nazionale romano alle terme di Diocleziano ha riaperto le sue porte con un nuovo percorso espositivo dedicato ai reperti recuperati dal mercato clandestino e rimpatriati tra il 2022 e il 2025. La mostra, intitolata “Nuovi recuperi”, espone più di cento opere archeologiche, dal IX secolo a.C. fino al III d.C., che testimoniano un lungo lavoro di recupero svolto dal Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale in Italia e all’estero. Questi reperti raccontano storie di indagini, sequestri e collaborazioni internazionali contro il traffico illecito di beni culturali, restituendo ai visitatori una parte importante della storia antica sottratta al pubblico.
Il nuovo percorso espositivo e i reperti esposti alle terme di diocleziano
Il nuovo allestimento si trova nell’aula ottagona delle terme di Diocleziano, spazio simbolico che accoglie per la prima volta una collezione così vasta di reperti recuperati. Sono oltre cento opere, tra urne cinerarie, statue, elmi da parata, corazze e antefisse decorate, provenienti da diverse regioni del territorio italiano e paesi esteri. Molti di questi oggetti erano finiti nel cosiddetto “Tesoro di Londra e New York”, cioè collezioni create illegalmente da un antiquario inglese e poi distribuite tra Europa e Stati Uniti. La mostra espone urne in alabastro datate III secolo a.C., elmi e corazze di bronzo, oltre a reperti iconici come la Potnia-Theron: una divinità raffigurata nell’arte ellenistica, protagonista di un’antica antefissa trafugata dal santuario di Ardea.
Molte opere portano evidenti tracce di scavi clandestini, come le urne cinerarie recuperate da un sito di Città della Pieve, rubate e immesse nel mercato nero. Sono presenti anche statue in bronzo come quella di un togato, ritrovata in Belgio grazie all’operazione Fenice, vicina per stile a reperti dei santuari toscani. Ogni oggetto esposto è accompagnato da documentazione fotografica e descrizioni che ne ricostruiscono la storia, dal furto alla restituzione. Il lavoro dei carabinieri ha impedito che molti di questi beni finissero in collezioni private, restituendo al pubblico parte della sua memoria.
Le indagini, i sequestri e il ruolo internazionale del comando carabinieri
Tra il 2022 e il 2025, il Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ha intensificato operazioni di contrasto contro la rete criminale che gestiva il traffico di reperti archeologici. Le indagini hanno impegnato forze in Italia, Belgio, Israele e altri paesi, portando a sequestri e arresti determinanti. L’opera di recupero ha coinvolto cooprazioni con musei e autorità straniere per riavere a casa beni rubati. Tra i casi più noti, le urne elaborate in alabastro provenienti da scavi clandestini italiani, ma finite fuori dai confini nazionali, o l’antefissa con la Potnia-Theron, trafugata e poi ritrovata all’Israel Museum di Gerusalemme.
Il recupero non è stato solo materiale, ma ha permesso di ricostruire una parte di storia che sarebbe rimasta nascosta dietro mercati illegali. Ogni pezzo ha ripreso voce, raccontando storie di gloria ma anche di crimini e di sforzi per tutelare il patrimonio artistico. In diversi casi, i reperti hanno fornito elementi fondamentali per ricostruire contesti archeologici di origine, a volte ignorati prima del ritrovamento. Accordi internazionali hanno facilitato la restituzione alle istituzioni italiane, pronte a dare nuovo spazio a queste testimonianze storiche.
Il significato culturale e il futuro collocamento delle opere
La direttrice ad interim del museo nazionale romano, Edith Gabrielli, ha sottolineato che “il recupero di un’opera non si conclude con il suo rientro, ma con la restituzione del suo senso”. Le opere recuperate verranno infatti inserite nei musei pubblici delle aree di origine o di presunta provenienza. Questo passaggio significa riportare i reperti nei propri contesti territoriali, permettendo di ricostruire la storia locale e valorizzarla attraverso la fruizione pubblica.
La mostra “Nuovi recuperi” resterà visibile a ingresso gratuito fino al 31 agosto, poi sarà inclusa nel biglietto d’ingresso del museo. In questo modo le opere potranno finalmente essere ammirate da studiosi e visitatori, tornando a essere parte della vita culturale. Nel prossimo futuro il progetto punta a consolidare la collaborazione tra autorità italiane ed enti stranieri, per contrastare con determinazione il mercato nero e proteggere la memoria storica. La presenza pubblica dei reperti, insieme alla loro documentazione, contribuisce a impedire che i beni tornino in circolazione illegale. La mostra alle terme di Diocleziano è quindi un passo concreto dentro un percorso di tutela più ampio e quotidiano.