Un viaggio lungo la carretera austral in bicicletta racconta l’esperienza di Alessandro Ricci, giornalista e appassionato di cicloturismo, che a gennaio si è spinto attraverso il Cile meridionale affrontando paesaggi mozzafiato e condizioni variabili. L’itinerario si snoda per oltre mille chilometri fra strade sterrate, attraversamenti di laghi e incontri con specie emblematiche come i condor, in una terra che cattura per la sua natura incontaminata e i contrasti geografici.
La partenza da villa o’higgins e l’ingresso in argentina a piedi
Alessandro Ricci ha iniziato il suo viaggio a Villa O’Higgins, piccolo paese ai confini del Cile, noto punto di partenza per chi sceglie la carretera austral. Da qui ha attraversato il passo verso l’Argentina a piedi, un tratto inusuale ma necessario data la conformazione del territorio e le difficoltà della zona. Dopo questo attraversamento ha ripreso il percorso a pedali, immergendosi in un ambiente selvaggio dove la presenza umana è scarsa e le strade spesso non asfaltate mettono alla prova la resistenza.
La scelta di partire da sud e affrontare la strada verso nord si discosta dal percorso abituale, che generalmente inizia da Puerto Montt. Questo approccio ha permesso a Ricci di vivere l’esperienza in modo più intimo e rilassato, senza fretta, come richiede la Patagonia. Le giornate si sono succedute tra luoghi dove il silenzio della natura regna sovrano e rifugi dove la calorosa ospitalità locale si manifesta in gesti semplici ma significativi.
La strada fra sterrato, asfalto e paesaggi di contrasti
La carretera austral presenta una mescolanza di fondi stradali: il primo tratto di circa 500 chilometri si snoda soprattutto su sterrato con tratti di calamina, una superficie di terra mossa e impraticabile in certi momenti. La fatica aumenta con il variare del terreno e con le condizioni meteorologiche imprevedibili che spesso accompagnano questa parte del viaggio. Salite, discese e tratti accidentati mettono alla prova l’equilibrio e la concentrazione dei ciclisti.
Procedendo verso nord, la strada cambia volto. L’asfalto diventa più frequente, facilitando una pedalata più veloce e regolare fino a raggiungere Puerto Montt, il punto zero della carretera austral. Durante il tragitto, Ricci ha attraversato zone ricche di contrasti naturali: calette nascoste, ghiacciai che si stagliano all’orizzonte, cascate impetuose e laghi turchesi che colpiscono per il colore e la limpidezza. La luce estiva, quasi eterna in quelle latitudini, ha contribuito a creare un’atmosfera speciale che accompagna ogni momento del viaggio.
Gli incontri con la fauna e l’ospitalità lungo il percorso
Oltre alla fatica e alle sfide ambientali, la compagnia di animali emblematici come i condor ha arricchito ulteriormente l’esperienza di Ricci. L’avvistamento di questi grandi rapaci, simbolo delle Ande, rappresenta sempre un momento di forte emozione per chi si muove in questi territori remoti. La natura si mostra in tutta la sua diversità e potenza, ricordando la fragilità degli ecosistemi.
Chi percorre la carretera austral incrocia anche l’ospitalità dei pochi abitanti sparsi lungo il cammino. In piccoli villaggi, gesti di gentilezza aiutano a superare le difficoltà del viaggio. Non manca la condivisione di storie e consigli utili per chi affronta l’itinerario in bici o a piedi. Questi scambi diventano parte integrante del viaggio, tessere di un mosaico umano che si intreccia con quello naturale.
La passione di alessandro ricci per la bicicletta e il cicloturismo
Alessandro Ricci racconta che la sua passione parte dai primi anni, tra i giochi in cortile e le biciclette d’epoca degli anni ’70 fino alle Bmx che ha usato in seguito. La bicicletta non è per lui solo un mezzo di trasporto, ma un modo per aprirsi al mondo e alle emozioni. Ha fondato l’associazione Borracce di poesia asd e lavora anche come accompagnatore cicloturistico, condividendo con altri la capacità di vivere i territori in modo diretto.
L’esperienza sulla carretera austral rappresenta un traguardo personale e una sfida che unisce l’amore per le due ruote al desiderio di scoprire. Ricci spiega come in Patagonia la fretta non serve: il tempo dedicato a queste terre, lento e attento, permette di cogliere dettagli e sensazioni irrepetibili. La bici diventa così uno strumento per esplorare non solo il paesaggio, ma anche se stessi.
Il racconto di questo viaggio sarà protagonista dell’incontro previsto al Ciclostazione di Porta Nuova a Pescara, martedì 24 giugno alle 18, dove Alessandro Ricci condividerà immagini, aneddoti e curiosità, ripercorrendo un itinerario unico tra acqua, montagna e vento. La strada lunga e difficile della carretera austral si trasforma in una narrazione di scoperta, resistenza e bellezza.