Nella provincia di Frosinone si è svolta una mobilitazione intensa e partecipata, che ha visto volontari, amministratori, associazioni e forze politiche unirsi per dare forza a una proposta di legge destinata a cambiare il volto del servizio psicologico nel Lazio. L’iniziativa mira a far riconoscere il servizio dello psicologo di base come parte integrante e gratuita dell’assistenza sanitaria regionale. Questo impegno ha raccolto l’appoggio di migliaia di cittadini in pochi giorni.
Una mobilitazione diffusa in tutta la provincia di Frosinone
Nel corso del fine settimana, decine di banchetti allestiti in numerose piazze della provincia hanno dato la possibilità ai cittadini di firmare a sostegno della proposta di legge. L’iniziativa, promossa dalla consigliera regionale del Partito Democratico, Sara Battisti, ha coinvolto un’ampia rete di soggetti. Tra i partecipanti ci sono stati sindaci, amministratori locali, rappresentanti di partiti di centrosinistra, la CGIL, associazioni territoriali, i Giovani Democratici, segretari di circolo e tanti iscritti e militanti del PD. Questa presenza trasversale ha dato origine a un evento corale, che ha animato città come Anagni, Ferentino, Veroli e tante altre.
Segno di grande interesse e partecipazione
Il lavoro sul territorio ha permesso di raccogliere più di 2000 firme in appena due giorni, dimostrando quanto il tema dello psicologo di base tocchi le persone. Ogni banco è stato seguito da un gruppo di volontari pronti a spiegare l’importanza di questo servizio e a coinvolgere chi si è avvicinato. Il successo della raccolta è anche legato alla capacità degli organizzatori di creare un dialogo diretto con la popolazione, raccontando le necessità quotidiane legate alla salute mentale.
La proposta di legge per un servizio pubblico di psicologia di base nel lazio
Il testo della proposta avanzata da Sara Battisti prevede l’istituzione di uno psicologo di base a disposizione di tutti i cittadini, attraverso un servizio pubblico, gratuito e facilmente accessibile in tutta la regione. Si tratta di un passo concreto verso l’inserimento del supporto psicologico nella rete dei servizi sanitari territoriali, accanto a quelli già attivi per la cura fisica.
Obiettivi e benefici della proposta
L’obiettivo primario è intercettare in modo tempestivo i problemi psicologici, prima che si aggravino, offrendo aiuto qualificato e vicino alle persone. La presenza dello psicologo di base vuole ridurre le barriere di accesso, spesso legate a costi troppo alti o alla mancanza di informazioni chiare. Nelle intenzioni, questo modello potrà aiutare in particolare le fasce più giovani e soggetti fragili, migliorando la qualità della vita.
Il progetto tiene conto delle esperienze già presenti in alcune zone d’Italia, dove servizi analoghi hanno mostrato come un intervento precoce nella salute mentale possa alleggerire il carico su ospedali e strutture specialistiche. Allo stesso tempo, si vuole dare riconoscimento a una tutela spesso trascurata, estendendo la pratica psicologica a una dimensione pubblica e capillare.
Il sostegno e la partecipazione di cittadini e istituzioni
Le parole di Sara Battisti poco dopo l’evento testimoniano l’entusiasmo e la determinazione che hanno caratterizzato questo fine settimana. Ha sottolineato il ruolo fondamentale dei circoli del Partito Democratico, dei giovani dem e dei militanti, insieme a tanti cittadini, nel sostenere un tema sentito soprattutto dalle nuove generazioni. La consigliera ha chiarito come questo non sia un semplice obiettivo personale, ma un impegno verso chi vive situazioni di disagio psicologico.
La mobilitazione non si fermerà con il weekend appena trascorso. Sono già pianificati ulteriori appuntamenti in altre piazze del Lazio, con l’intento di rafforzare la rete di sostegno e la pressione politica intorno a questa proposta. L’ampio riscontro ottenuto dimostra che la salute mentale è un tema urgente per molti cittadini, un bisogno concreto che richiede risposte immediate e adeguate.
Numeri e prospettive future
I numeri della raccolta firme e l’adesione di amministratori e associazioni fanno pensare che la battaglia per lo psicologo di base possa diventare un punto fermo nella proposta politica regionale, con ricadute importanti sulla vita di migliaia di persone nel Lazio.