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Opposizione alla richiesta di archiviazione sull’alluvione di Casamicciola: emergono omissioni e avvisi ignorati

L’alluvione che ha colpito Casamicciola, Ischia, il 26 novembre 2022, ha lasciato dietro di sè dolorosi dubbi e una scia di vittime, dodici persone tra cui un neonato. Oggi, a distanza di quasi tre anni dall’evento, si infittisce il dibattito sulle responsabilità e le omissioni che avrebbero potuto prevenire la tragedia. Con il ricorso presentato il 21 luglio 2025 dagli avvocati delle famiglie delle vittime, si contesta la decisione della Procura di Napoli di archiviare il caso, rilanciando l’esigenza di indagini più approfondite.

Le ragioni dell’opposizione alla richiesta di archiviazione della procura di napoli

Gli avvocati Massimo Stilla, Gianluca e Aniello Palomba, Raffaele e Giovanni Di Meglio hanno prodotto un documento di 56 pagine, nel quale criticano fermamente la scelta della Procura di Napoli. Quest’ultima aveva sostenuto che la frana che ha devastato Casamicciola era un evento eccezionale e improvviso, talmente rapido da non lasciare tempo per mettere in salvo le persone. Inoltre, gli inquirenti avevano fatto riferimento al fatto che quella specifica zona non fosse mai stata colpita da fenomeni simili in passato, considerandola quindi priva di rischi rilevanti.

Il documento degli avvocati, però, dichiara che queste conclusioni si basano su una valutazione incompleta e superficiale degli elementi disponibili. Si contesta l’idea che la frana sia stata impossibile da prevedere e che non vi fossero segnali di pericolo evidenti.

Il ruolo dello studio di microzonazione del 2019 ignorato nelle indagini

Al centro del ricorso c’è uno studio tecnico di microzonazione risalente al 2019, mai preso in considerazione nelle indagini preliminari dalla Procura. Questo studio, che riguarda specificamente l’area del versante di Cava Celario, evidenziava già all’epoca l’esistenza di un “corpo di frana da crollo attiva”, segnalando una pericolosità ben al di sopra della soglia di rischio. In pratica, lo studio indicava che quell’area era a serio rischio di movimento franoso.

Secondo i legali delle famiglie, questo documento avrebbe dovuto far scattare attenzione e azioni preventive da parte degli enti pubblici responsabili della sicurezza territoriale. Lo studio non è solo un semplice documento tecnico, ma un segnale chiaro e datato che preannunciava ciò che, purtroppo, si sarebbe verificato nel novembre 2022. Ignorarlo, sostengono le difese, ha rappresentato un grave errore e un’omissione che ha lasciato esposta la popolazione a un pericolo noto.

Le omissioni e le richieste di nuove indagini sulle responsabilità

La documentazione raccolta dalle famiglie delle vittime punta il dito su diverse mancanze da parte degli enti pubblici e degli organi di controllo. La mancata considerazione dello studio di microzonazione e la scarsa attenzione verso le segnalazioni di pericolo rappresentano, per gli avvocati, omissioni che vanno chiarite con un nuovo ciclo di indagini.

Queste indagini dovrebbero valutare con attenzione i documenti tecnici disponibili al momento precedente all’alluvione e capire se ci siano stati errori nella gestione del rischio idrogeologico e sismico. Va verificata, inoltre, la corretta pianificazione della ricostruzione post-disastro, e se siano state sottovalutate le condizioni che avrebbero potuto evitare o limitare la tragedia.

Richiesta di un nuovo ciclo istruttorio per una ricostruzione più completa

La richiesta delle famiglie è quindi di aprire una nuova fase istruttoria che tenga in considerazione prove prima scartate e che possa portare a una ricostruzione più completa dei fatti, con eventuali responsabilità da accertare. Questo passo potrebbe segnare un’importante svolta nella comprensione di quanto avvenuto a Casamicciola e nella prevenzione di altri disastri simili.

Monica Ghilocci

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