Paesaggi sonori torna dopo dieci anni e conferma il suo ruolo di festival che abbina musica e natura, proponendo eventi in luoghi suggestivi dell’abruzzo montano. La decima edizione, con sette appuntamenti tra luglio e settembre, si svolge tra altopiani e rovine, toccando province dell’aquila e chieti. Il tema di quest’anno, “I/O“, esplora il legame tra identità e ambiente, ispirando esibizioni all’aperto e a contatto con la natura.
Una decima edizione articolata su sette date immerse nel verde e nella storia
Il festival si sviluppa in sette serate sparse tra luglio e settembre, presentando artisti che si esibiscono solo in location raggiungibili a piedi o con mezzi sostenibili. Le ambientazioni spaziano da altopiani a fortezze medievali, passando per antiche rovine e radure nascoste. La maggior parte degli eventi si tiene al di fuori della città, con la provincia dell’aquila protagonista assoluta, fatta eccezione per una tappa a gessopalena, in provincia di chieti.
Questa scelta di portare la musica in spazi incontaminati permette di vivere le performance in orari del tramonto, con panorami mozzafiato sul gran sasso e la maiella. Il viaggio tra musica e natura diventa così un’esperienza sensoriale che stimola l’ascolto e favorisce il contatto diretto con paesaggi rurali spesso poco esplorati. L’idea di fondo è quella di proporre un festival che si distacca dai luoghi convenzionali, premiando un approccio slow e attento all’ambiente.
Apertura con clarissa connelly in una cornice panoramica tra gran sasso e maiella
La manifestazione si apre ufficialmente il 6 luglio a collepietro, piccolo borgo in provincia dell’aquila, con la cantautrice scozzese clarissa connelly. Il suo repertorio mescola folk sperimentale con influenze letterarie, capace di incantare il pubblico attraverso atmosfere delicate e ricche di sfumature. Il concerto si tiene al tramonto, in un punto panoramico da cui si possono ammirare le vette del gran sasso e della maiella, suggellando così un incontro tra musica e grandiosità naturale.
Questo debutto segna anche un modello di festival che mette al centro la natura e il rispetto per il paesaggio, creando paventazioni sonore che si fondono con il contesto. Il pubblico viene invitato a spostarsi a piedi o con mezzi ecologici, evitandosi quindi l’inquinamento e garantendo rispetto per le aree naturali circostanti. L’appuntamento è il primo di una serie di concerti che puntano su artisti capaci di fondere tradizione e sperimentazione.
Artisti di rilievo e performance che attraversano tradizioni e generi musicali
Il secondo appuntamento arriva il 18 luglio con la partenopea la niña, cantautrice e producer che porta sul palco la sua miscela di elettronica, musica mediterranea e pop contemporaneo. Il concerto si svolge a forca di castiglione, un altopiano immerso tra faggete e pascoli in cui vagano cavalli selvaggi. Qui, la musica si confronta con il territorio montano creando un dialogo forte tra patrimoni sonori diversi.
Il 20 luglio la rassegna si sposta a gessopalena, nelle vicinanze di chieti, dove il duo coreano dal:um si esibisce nel teatro naturale di pietralucente. Il loro repertorio unisce elementi tradizionali coreani e sperimentazioni sonore, rinnovando continuamente il linguaggio musicale. L’alternanza tra suoni antichi e innovazioni stimola un ascolto attento, offerto dall’acustica naturale del luogo.
Erica mou torna alla rocca di calascio dopo dieci anni
Il 3 agosto torna erica mou, già protagonista della prima edizione dieci anni fa. Si esibisce nella rocca di calascio, rafforzando così il legame tra il festival e luoghi storici d’abruzzo. La sua musica mantiene un tono intimo ed elegante, capace di attraversare generi e di coinvolgere la platea in una dimensione raccolta ma potente.
Suoni nordici e voci pan-africane tra elettronica, folk e messaggi di denuncia
Il 10 agosto paesaggi sonori propone sturle dagsland, musicista norvegese che coniuga elettronica, folk nordico e strumenti particolari. La sua presenza a piano di fugno pone l’accento su sonorità rare, in un connubio tra antico e moderno che arricchisce la varietà musicale del cartellone.
Il 17 agosto il collettivo pan-africano les amazones d’afrique si esibisce tra le rovine di peltuinum, a prata d’ansidonia. Il gruppo mette in scena voci potenti che portano avanti temi come l’uguaglianza di genere e la denuncia della violenza contro le donne. Il contesto delle rovine risuona con il messaggio di lotta e speranza, offrendo un concerto che unisce musica e impegno civile in modo diretto e incisivo.
Un evento speciale a settembre in collaborazione con l’università dell’aquila
Alla lista degli appuntamenti estivi se ne aggiunge un’ulteriore data a settembre. Questa performance nasce da una collaborazione con la professoressa doriana legge e fa parte della programmazione culturale dell’università dell’aquila. L’iniziativa sottolinea l’attenzione del festival verso la cultura e l’educazione, espandendo il dialogo tra musica, ambiente e saperi accademici.
Questa integrazione con l’ambiente universitario evidenzia la volontà di collegare musica e apprendimento, estendendo il potenziale educativo della rassegna. L’evento di settembre arricchisce la proposta estiva offrendo un’occasione in più per confrontarsi con idee e suoni in una cornice culturale. Il festival continua così a consolidare la sua presenza nel territorio abruzzese, con scelte artistiche e logistiche che puntano a valorizzare luoghi e talenti.