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Perito della pubblica accusa conferma dettagli sull’incidente di borgo grappa nel processo per la morte di gina turriziani colonna

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L’udienza in corte d’appello a Roma del 2025 ha visto impegnato il perito della pubblica accusa nel processo per l’incidente stradale che ha causato la morte di Gina Turriziani Colonna, la giovane universitaria di Frosinone rimasta vittima nel luglio 2017. Il confronto tecnico, richiesto dai giudici, si è concentrato sulla velocità dei veicoli coinvolti nello scontro avvenuto a borgo grappa, vicino Latina. Il procedimento è stato rinviato al 23 ottobre, data fissata per la sentenza definitiva.

Il contesto dell’incidente e il tragico epilogo per la giovane di frosinone

Gina Turriziani Colonna, 27 anni, viaggiava a bordo di un’Alfa Romeo Mito il giorno dell’incidente, diretto verso la spiaggia con il suo fidanzato. Lo scontro si verificò lungo via della Segheria, vicino a via Piscina Scura, all’ingresso di Latina. La vettura della giovane si scontrò con una Fiat 500 guidata da un giovane residente ad Aprilia, Vincenzo V. Il conducente dell’Alfa Romeo era Danilo C., originario di Ceccano. Entrambi erano alla guida al momento dell’urto che tragicamente ha strappato la vita a Gina.

L’incidente avvenne mentre la ragazza rientrava a casa dopo una giornata trascorsa al mare. Secondo gli accertamenti, la dinamica coinvolge la manovra di immissione sulla strada principale e la velocità eccessiva dei veicoli. L’impatto risultò particolarmente violento, con conseguenze fatali per la studentessa. Gli imputati sono ora accusati di omicidio colposo per quanto successo.

Il processo di primo grado e le motivazioni della condanna

Il tribunale di Latina si era già espresso nel 2019 dopo il giudizio di primo grado che ha portato alla condanna di Danilo C. e Vincenzo V. a due anni di reclusione, con sospensione della pena. Il giudice Beatrice Bernabei ha sottolineato le responsabilità dei due conducenti nella morte di Gina. La patente è stata revocata a entrambi, misura adottata per l’eccesso di velocità e la scarsa prudenza al volante.

Secondo le motivazioni del giudice, Danilo C., al volante dell’Alfa Romeo Mito, avrebbe potuto evitare la tragedia regolando meglio la velocità, indicata dai cartelli stradali in 50 chilometri orari nel tratto interessato. La guida imprudente e il mancato rispetto delle norme hanno determinato l’incidente. La sentenza ha riconosciuto il nesso diretto tra la condotta dei due e il decesso, basandosi anche sulle ricostruzioni tecniche richieste.

Il ruolo del perito e gli approfondimenti tecnici richiesti in appello

La corte d’appello a Roma ha chiesto un approfondimento tecnico proprio per chiarire meglio il comportamento dei veicoli al momento dell’impatto. Il perito nominato dal pubblico ministero, un ingegnere specializzato, ha fornito una relazione dettagliata sugli aspetti relativi alla velocità, alla distanza di sicurezza e alla segnaletica presente nella zona. In udienza, il professionista ha risposto alle domande dei magistrati e delle parti, confermando alcuni punti cruciali emersi in primo grado.

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Gli accertamenti tecnici si sono concentrati sulla dinamica dello scontro all’incrocio tra via della Segheria e via Piscina Scura. La ricostruzione ha evidenziato come entrambi i veicoli abbiano violato i limiti previsti, mettendo a rischio la sicurezza degli utenti. Il perito ha anche spiegato che in un diverso contesto di velocità più prudente da parte dell’Alfa Romeo, la collisione avrebbe potuto essere evitata o quantomeno l’esito meno drammatico.

Le parti in causa e la rappresentanza legale nel procedimento

Nel processo, la difesa dei due imputati è affidata agli avvocati Luca Ciavardini, Christian Alviani e Carlo Bonzano. Essi sostengono la versione dei fatti dei loro clienti, cercando di mettere in luce eventuali dettagli tecnici o circostanze attenuanti. La famiglia di Gina Turriziani Colonna si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Nicola Ottaviani, che segue il caso per richiedere giustizia e un risarcimento per la perdita subita.

La vicenda ha acceso il dibattito sull’attenzione necessaria nella guida, soprattutto su strade urbane e semiperiferiche dove modifiche di velocità e immissione da strade secondarie richiedono prudenza elevata. La difesa e l’accusa si preparano ora per la decisione finale che sarà emessa il 23 ottobre. Quel giorno sarà importante per definire definitivamente responsabilità e conseguenze giuridiche legate alla morte di Gina.

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