Nel cuore di Napoli c’è chi ha trasformato tradizione e territorio in una proposta culinaria legata al rispetto per l’ambiente e alle risorse locali. Pietro Micillo, erede di un’azienda agricola attiva dal 1892, punta su una cucina vegetale che valorizza prodotti stagionali e km zero. Insieme allo chef Marco Montella e al sous chef Manel Mendez, Micillo propone nella taverna La Riggiola un ciclo di cene con menù che raccontano un modo sostenibile di alimentarsi, radicato nella cultura del territorio campano.
La taverna La Riggiola, in centro a Napoli, ha inaugurato un ciclo di “cene sostenibili” ideate proprio da Pietro Micillo. Il menù viene curato dallo chef Marco Montella e dal sous chef Manel Mendez, che credono nel valore dei prodotti freschi raccolti nelle campagne vicine. Montella ha spiegato come l’uso di materie prime a chilometro zero non solo migliori il sapore dei piatti ma permetta anche di mantenere vive tradizioni culinarie locali.
In cucina si parte sempre da ingredienti stagionali e biologici provenienti dall’area campana. Questa scelta consente di limitare la filiera, ridurre emissioni di trasporto e supportare piccoli produttori della zona. Le ricette mescolano tecniche classiche e nuove proposte green, puntando su legumi, verdure e cereali meno presenti nella ristorazione tradizionale della città. Il menù cambia con le stagioni, tenendo conto della biodiversità e delle materie prime disponibili, per creare un modello di cucina responsabile di cui si sente la necessità nel 2025.
Il menù delle cene sostenibili si apre con antipasti fatti anche con grano arso, tipico ingrediente del Sud Italia. Si trovano tacos preparati con questo cereale bruciato, farciti con peperoncini verdi e caciocavallo, accompagnati da falde di peperoni imbottiti con olive e capperi, mollica di pane e parmigiana di melanzane. Questa combinazione richiama sapori forti e radicati nel territorio, ma rivisitati con un occhio alla cucina vegetale.
Per il piatto principale, è stata introdotta una novità: fagiolini lunghi conditi con olive, capperi e pane aromatizzato al basilico e prezzemolo. Questo piatto mette al centro legumi e verdure locali, rivisitando i sapori in modo semplice ma innovativo. Il secondo piatto prevede diverse varianti di legumi, ricchi di proteine e importanti per un’alimentazione sostenibile. Questi piatti raccontano la cura verso ingredienti tradizionali, combinati per offrire gusto e sostenibilità insieme.
L’azienda agricola di Pietro Micillo opera nel napoletano da oltre un secolo. La continuità familiare ha permesso di mantenere un rapporto strettissimo con la terra e le sue risorse. Micillo, da tempo impegnato anche in ruoli dirigenziali legati all’agricoltura e a istituzioni economiche, ha scelto di mettere al centro la cucina vegetale, valorizzando materie prime locali e il rispetto per l’ambiente.
Micillo ha raccontato durante un recente incontro come la sua idea di cucina sia “circolare”: ogni ingrediente, fresco e di stagione, trova più utilizzi evitando sprechi. Questo metodo non solo rispetta l’ambiente ma sostiene l’economia del territorio, integrandosi con altre realtà locali. La filosofia dietro queste proposte punta a offrire un’esperienza che unisce salute e sostenibilità alimentare, proponendo un’alimentazione che riduce l’impatto ambientale e favorisce il riuso. Il progetto è ambizioso ma parte dal radicamento storico della famiglia in un territorio che preserva ancora molte delle sue tradizioni agricole e culinarie.
A completare l’esperienza gastronomica c’è la gestione attenta della sala e della cantina affidata a Fabio Di Costanzo e alla giovane Wendy Nieva. Nella cantina si trovano vini del territorio, fra cui il vino prodotto da Massimo Del Pezzo nella sua azienda di Melizzano, Santo Spirito. Valorizzare anche le eccellenze vitivinicole regionali si inserisce nella filosofia della taverna: rispetto per il luogo, per le tradizioni e per le persone che le coltivano quotidianamente.
Questa iniziativa a Napoli conferma un trend europeo verso scelte alimentari più responsabili e legate al territorio. La cucina di Micillo, Montella e Mendez dimostra che è possibile mangiare bene e rispettando natura e cultura locale.
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