Un evento organizzato dal Partito Democratico ad Atessa, in provincia di Chieti, ha scatenato reazioni e discussioni per la scelta dei relatori. Il convegno, incentrato sull’industria locale, prevede infatti la partecipazione esclusiva di uomini tra i protagonisti. La questione è stata sollevata dall’assessora alle Pari opportunità del Comune di Chieti, Chiara Zappalorto, che ha espresso il suo disappunto attraverso un intervento pubblico.
Il convegno sull’industria del sangro e la sua composizione maschile
Il convegno, intitolato “Il Sangro e la sua industria, tra storia e scenari futuri”, si terrà il 28 luglio ad Atessa e coinvolge oltre dieci relatori tra amministratori pubblici, dirigenti del Pd e rappresentanti sindacali. Secondo quanto riportato dal quotidiano “il Centro”, tutti i partecipanti che prenderanno la parola sono uomini. La scelta ha sollevato immediatamente i dubbi sull’assenza totale di voci femminili, in un ambito di interesse pubblico che coinvolge aspetti sociali ed economici fondamentali.
L’evento avrebbe dovuto rappresentare un momento di confronto sull’identità industriale del territorio e le sue prospettive future. Eppure, la composizione del panel appare fortemente sbilanciata, senza alcun rappresentante donna. Questa scelta ha generato critiche non solo nel tessuto locale, ma soprattutto all’interno stesso del Partito Democratico, a cui appartiene l’organizzatore, mettendo in luce un problema che va oltre le questioni di genere.
La reazione di chiara zappalorto e le critiche al partito democratico
Chiara Zappalorto, assessora alle Pari opportunità e primo volto femminile a ricoprire la carica di segretario del Pd sia in città che in provincia, ha definito la situazione “indignante” e ha voluto rendere pubblica la sua protesta. Nel suo messaggio, Zappalorto ha sottolineato come siamo nel 2025 e come un partito che dovrebbe avanzare verso una maggiore inclusività continui a mostrare lacune evidenti.
Ha precisato che molti dei relatori non erano a conoscenza della totale assenza di donne nel panel, ma ciò non giustifica il risultato. L’assessora ha quindi invitato a riflettere su quanto accaduto per evitare che eventi simili si ripetano, evidenziando che l’attuale leadership del Pd si sta impegnando per un cambiamento in senso opposto a questa esclusione.
Riflessioni sul ruolo delle donne nel dibattito politico e industriale locale
L’assessora Zappalorto si è soffermata sulle possibili motivazioni a cui si attribuisce questa esclusione, scartando l’idea che si tratti di un pregiudizio sul fatto che gli argomenti trattati siano “maschili”. Ha richiamato all’attenzione che sul territorio ci sono molte donne competenti, esperte, capaci di intervenire su temi come l’industria e lo sviluppo locale.
La polemica è diventata anche uno stimolo per riflettere sulle modalità con cui vengono costruiti i momenti di confronto pubblico e sulla necessità di dare spazio a tutte le voci della comunità, senza distinzioni di genere. La presenza equilibrata nei dibattiti è vista come un tassello fondamentale per una rappresentanza reale e per un dialogo costruttivo. Il convegno di Atessa rimane dunque un esempio da cui ripartire per garantire una maggiore attenzione alle pari opportunità anche nelle occasioni pubbliche più tecniche.
Implicazioni sul dialogo interno al partito democratico e sulla partecipazione femminile
La vicenda mette sotto i riflettori una questione che riguarda l’intero Partito Democratico a livello locale, mostrando che, nonostante le dichiarazioni ufficiali e le politiche adottate, le pratiche sul campo possono ancora presentare gap evidenti. Il Pd si trova così a dover rispondere non solo all’opinione pubblica, ma anche ai suoi stessi esponenti, a partire da chi, come Zappalorto, ha fatto della partecipazione femminile un punto centrale del proprio impegno.
Il fatto che l’assessora abbia scelto di intervenire in modo netto e diretto testimonia quanto il tema sia sentito e urgente. Il dibattito che ne è scaturito impone una riflessione più ampia sulle forme di comunicazione e partecipazione politica, sui metodi di selezione dei relatori, e sulla necessità di consultare preventivamente tutti i gruppi presenti nel partito.
Senza una presa di coscienza concreta, rischia di rimanere una foto ferma di un disequilibrio di genere che non rispecchia quello che molte realtà cittadine vorrebbero rappresentare. L’episodio fa emergere la necessità di cambiamenti non solo simbolici, ma strutturali, in tema di presenza femminile nei ruoli decisionali e nei dibattiti pubblici.