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Proteste ad anagni dopo la recente assemblea dei sindaci sul biodigestore: dubbi e critiche sulla svolta politica del sindaco natalia

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La questione legata al biodigestore torna alla ribalta nel dibattito pubblico di anagni a pochi giorni dall’assemblea dei sindaci svoltasi il 23 luglio 2025 in provincia di frosinone. Le ultime decisioni prese nell’incontro hanno sollevato perplessità e richieste di chiarimento da parte di diversi esponenti politici e associazioni locali, in particolare il dottor valeriano tasca, presidente di difendi anagni, e il dottor andrea fiorito, coordinatore provinciale dell’udc. Questi ultimi hanno rilanciato un duro comunicato con cui denunciano un cambio di rotta nelle posizioni ufficiali dell’amministrazione comunale, generando un acceso dibattito su trasparenza e responsabilità.

La battaglia politica sul biodigestore e la posizione del sindaco natalia negli anni

Negli anni passati il sindaco natalia aveva assunto una posizione netta contro la realizzazione del biodigestore in città, arrivando a impegnare risorse pubbliche per sostenere un ricorso al tribunale amministrativo regionale. Quell’azione legale, costata circa 30 mila euro alle casse comunali, trasmetteva un messaggio chiaro di opposizione all’impianto, condiviso da una parte dell’opinione pubblica. La linea politica, fino a ieri, sembrava definita e non soggetta a modifiche di rilievo.

Cambio di rotta nell’assemblea del 23 luglio 2025

Eppure, nel corso dell’assemblea dei sindaci del 23 luglio 2025, è emerso un cambiamento significativo. Il voto favorevole al conferimento del mandato alla società SAF per acquisire il 55% di energia anagni, costosamente legata allo sviluppo del biodigestore, ha colto molti di sorpresa. Il restante 45% rimarrebbe in mano a investitori privati, configurando un modello di gestione mista che ricorda quello adottato in passato per il servizio idrico con acea. Il progetto, quindi, torna ufficialmente al centro della scena con una forte spinta istituzionale, contraddicendo quanto sostenuto in precedenza dall’amministrazione.

Questa svolta ha acceso nuovi dubbi sulla coerenza degli atti politici e sulla trasparenza nella gestione della vicenda.

Le richieste di chiarimento da parte di difendi anagni e l’udc: trasparenza e dibattito pubblico

Valeriano tasca e andrea fiorito hanno espresso critiche precise sul modo in cui la questione è stata affrontata dall’amministrazione comunale e dal sindaco. Il silenzio registrato dopo l’assemblea è stato definito “assordante”, soprattutto in un tema così delicato e ricco di implicazioni per la città. La loro domanda principale riguarda l’informazione: il sindaco natalia ha comunicato al consiglio comunale e ai cittadini il suo voto favorevole e il motivo del cambio di direzione riguardo al biodigestore?

Nel comunicato si sottolinea l’incongruenza tra la spesa per il ricorso al tar e la nuova adesione al progetto. Tasca e fiorito sospettano che l’opposizione in campagna elettorale fosse solo strumentale per raccogliere consenso elettorale, e che una volta raggiunta la poltrona si sia tornati a sostenere il biodigestore.

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Proposta di un consiglio comunale aperto

A sostegno di questa impostazione, propongono un consiglio comunale aperto, dove discutere in modo trasparente e con la partecipazione di consiglieri e candidati sindaco che si erano espressi contrariamente al progetto. L’invito mira a mettere in luce tutte le ragioni del sì e del no, davanti alla cittadinanza che merita risposte precise su un impianto in grado di trattare 100 mila tonnellate di rifiuti all’anno.

Il rischio di un’implosione silenziosa del dibattito e le conseguenze per anagni

Il comunicato chiude con un tono di preoccupazione per il possibile avanzamento del progetto senza un vero confronto pubblico. Tasca e fiorito insistono sull’importanza di non sottovalutare la portata dell’intervento, che non rappresenta un semplice problema tecnico ma una decisione strategica per il futuro. La gestione di rifiuti in quantità così vaste può avviare cambiamenti profondi sull’ambiente, la salute e lo sviluppo della città.

Hanno paura che, passando sotto silenzio, i cittadini vengano marginalizzati e la loro voce ignorata nel processo decisionale. Per loro è un dovere degli amministratori promuovere dibattiti aperti e trasparenti, così che ogni scelta sia ampiamente condivisa o quantomeno capita. Dalle prime ore dopo l’assemblea, questa lettura ha scatenato un acceso confronto tra favorevoli e contrari al biodigestore, con nuove iniziative che potrebbero svilupparsi nei prossimi giorni.

L’evoluzione della vicenda sarà seguita da vicino dalla cronaca locale.

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