La mattina di oggi a Sant’Angelo, piccolo borgo dell’isola di Ischia, quattro tartarughe marine sono state liberate in mare aperto dopo un percorso di recupero e cura durato anni. Si tratta di esemplari di caretta caretta, specie protetta, che avevano riportato ferite o problemi di salute a causa di varie cause, tra cui l’ingestione di plastica e collisioni con imbarcazioni. Il rilascio è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra il Turtle Point di Portici, l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, la Stazione Zoologica Anton Dohrn e la Guardia Costiera ischitana.
Questa mattina, nel mare che circonda l’isolotto di Sant’Angelo e la baia della Pelara, sono state rimesse in libertà quattro tartarughe marine. La cerimonia ha richiamato l’attenzione delle autorità locali: era presente il sindaco di Serrara Fontana, Irene Iacono, il comandante della Guardia Costiera di Ischia, Antonio Magi, e Antonino Miccio, responsabile dell’Area Marina Protetta che comprende Ischia e Procida.
L’evento non è stato un semplice gesto simbolico, ma la conclusione di anni di trattamenti e di riabilitazione per le tartarughe raccolte in condizioni critiche. Ognuna di esse ha una storia diversa, che racconta quanto il mare possa essere a rischio per questi animali. La scelta del luogo per il rilascio non è casuale: il tratto tra Sant’Angelo e la Pelara è punteggiato da fondali che assicurano un ambiente naturale adatto al ritorno degli esemplari in libertà.
La struttura di Portici specializzata nel recupero di tartarughe marine è stata fondamentale per il successo di questa operazione. Al Turtle Point, infatti, ogni esemplare ha ricevuto cure specifiche in base alla propria condizione.
Guendalina è arrivata da Napoli, trovata alla deriva e disorientata da diportisti che avevano notato l’impossibilità di immergersi. La tartaruga soffriva di un blocco intestinale dovuto all’ingestione di plastica. Terapie e cure hanno permesso di rimuovere il materiale estraneo e favorire la guarigione completa.
Celestina, invece, era stata recuperata in difficoltà al largo di Ischia pochi giorni fa. Anche lei ha eliminato materiale plastico dal suo organismo durante la fase di cura, ricevendo trattamenti mirati a ristabilire la salute.
Pollara rappresenta una storia di trauma fisico: investita da una barca, aveva riportato danni al carapace e alla colonna vertebrale che impedivano movimenti fluidi. Dopo un lungo periodo di riabilitazione, la sua mobilità è migliorata abbastanza da consentirne il ritorno in mare aperto.
Federico, infine, è un esemplare maschio recuperato nel 2023 vicino a Casalvelino con una ferita profonda al carapace, probabilmente causata da un’elica. Il trauma aveva coinvolto anche i polmoni, e solo dopo una serie di terapie e sedute di esercizi in acqua è riuscito a riprendere la capacità natatoria.
L’operazione di liberazione a Sant’Angelo è stata la culminazione di una cooperazione tra più soggetti coinvolti nella salvaguardia del mare e delle sue creature. Turtle Point, Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, Stazione Zoologica Anton Dohrn e Guardia Costiera hanno lavorato insieme per assicurare un trattamento adeguato alle tartarughe e organizzare un rilascio in condizioni ottimali.
Questa sinergia tra enti pubblici e strutture specializzate riflette il crescente impegno nel monitoraggio della fauna marina e nella riduzione dei rischi provocati dall’inquinamento plastico e dalla navigazione. Le tartarughe, specie vulnerabile, soffrono spesso per la presenza di rifiuti in mare e per incidenti dovuti al traffico di imbarcazioni, come dimostrano i casi di Guendalina, Celestina, Pollara e Federico. Il ritorno a Sant’Angelo segna una tappa importante nella protezione di questi animali.
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