Roscigno Vecchia, borgo abbandonato nel salernitano, si prepara a un ritorno straordinario di vita culturale. Dal 1° al 10 agosto 2025, questo paese considerato patrimonio mondiale dall’UNESCO ospiterà una serie di eventi che porteranno musica, teatro e parole tra le sue antiche pietre. L’iniziativa intende restituire al borgo un momento di energia, trasformandolo in un palcoscenico unico immerso in un’atmosfera senza tempo.
Il paese disabitato degli Alburni, noto come “la Pompei del xxi secolo”, vedrà per dieci giorni un fermento culturale capace di valorizzare la sua bellezza architettonica e storica. Le mura di pietra, le strette viuzze, la chiesa barocca e la piazza centrale, rimaste intatte nonostante gli anni e i danni del passato, faranno da cornice naturale a cinque appuntamenti di musica e teatro.
Si partirà il 1° agosto con il concerto “Echi dal tempo perduto”, guidato dal maestro Luigi Ranieri Gargano, in cui si esibiranno Maria Sole Feliciello al violoncello e Antonio Porpora alle percussioni. A seguire, il 4 agosto, è prevista la performance dell’ensemble di sassofoni della Hello Music Academy diretto dal maestro Danilo Guido. La rassegna proseguirà il 5 agosto con la partecipazione di Chiara Francini, attrice e scrittrice protagonista di numerose produzioni italiane, mentre l’8 agosto sarà il turno di Roby Facchinetti, storico membro dei Pooh. La chiusura è affidata ad una serata musicale con live e dj set il 9 agosto, un appuntamento che metterà insieme sonorità contemporanee a ricordi antichi.
Roscigno Vecchia fu abbandonata nel corso del secolo scorso dopo gravi frane e terremoti che resero inagibili molte strutture. Nonostante ciò, il paese non è mai scomparso dalla memoria collettiva. Le sue abitazioni in pietra, le stalle in disuso, le fontane e gli spazi pubblici raccontano ancora una storia di vita rurale e comunitaria ben definita.
Il museo dedicato alla civiltà contadina, visitabile durante tutto l’anno, conserva testimonianze preziose, da attrezzi agricoli a documenti storici. Questo patrimonio attira ogni anno un numero crescente di appassionati di storia, turisti e ricercatori.
Il borgo rappresenta un simbolo della campagna campana che resiste all’oblio, conservando un’identità forte e ben riconoscibile. Il richiamo verso questo luogo porta anche studiosi e documentaristi, interessati a raccontare un passato legato a tradizioni e stili di vita ormai scomparsi.
Il sindaco di Roscigno, Pino Palmieri, ha sottolineato come questa rassegna nasca da una collaborazione diffusa tra enti locali e realtà culturali, con l’obiettivo di riportare attenzione su un patrimonio spesso poco valorizzato. L’evento si avvale del supporto della Fondazione Monte Pruno, che considera la cultura una leva importante per il territorio.
Anche la Pro Loco di Roscigno Vecchia e diverse associazioni locali hanno contribuito a organizzare il programma. Tra i sostenitori figurano Banca Monte Pruno, il circolo legato alla banca, Monte Pruno Giovani e dLiveMedia, realtà che hanno offerto supporto logistico e comunicativo.
Questa iniziativa rappresenta un esperimento capace di reintegrare cultura e memoria in un contesto spesso dimenticato, creando un’occasione di incontro per residenti, visitatori e chiunque voglia approfittare di questi giorni per immergersi nell’atmosfera sospesa di un luogo carico di storia.
Anche fuori dal periodo della rassegna il borgo mantiene un’offerta culturale aperta. Grazie alla conservazione delle sue strutture medievali e del museo, rappresenta una meta valida per chi si interessa di storia rurale o cerca un’esperienza autentica nel cuore dell’entroterra campano.
I visitatori possono camminare tra le strade lastricate, visitare la chiesa e scoprire dettagli di architettura antica. Le guide locali spiegano l’evoluzione del paese e gli eventi che hanno portato al suo abbandono.
Roscigno Vecchia resta uno scrigno vivo, con la sua storia e con una comunità che lavora per mantenere vivo un luogo ormai raro nell’Europa contemporanea. La rassegna di agosto si inserisce in questo percorso, mettendo in luce l’importanza di preservare un patrimonio materiale e immateriale, capace di raccontare storie di vita passata e suggerire riflessioni sul presente.
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