Lo scandalo legato ai concorsi nella Asl di Latina porta in aula un protagonista politico di rilievo, Claudio Moscardelli, ex parlamentare e segretario provinciale del partito democratico. Durante l’udienza presieduta dal giudice Mario La Rosa, Moscardelli ha raccontato la sua esperienza politica e i rapporti con alcune figure chiave coinvolte nell’inchiesta, offrendo un quadro più dettagliato del contesto in cui sono avvenuti i fatti oggetto del processo. Si tratta di una vicenda che intreccia politica locale, appalti sanitari e nomine contestate, ancora al centro dell’attenzione nella provincia pontina.
La testimonianza di claudio moscardelli e il contesto politico locale
Nel corso di quasi quaranta minuti di interrogatorio, Claudio Moscardelli ha ripercorso il suo cammino politico partendo dai primi incarichi come consigliere circoscrizionale fino ad arrivare alle legislature in regione Lazio e alla sua esperienza parlamentare. L’ex segretario del partito democratico di Latina ha spiegato ai giudici come si è sviluppata la sua conoscenza con Claudio Rainone, figura centrale nel processo per i concorsi Asl.
Moscardelli ha ricordato di aver incontrato Rainone in più occasioni, la prima nel 2017 e poi nel 2019 in un momento delicato per la Asl. Proprio in quell’anno Rainone si occupò di gestire la stabilizzazione di circa 400 lavoratori precari, una questione che minacciava l’efficienza dei servizi sanitari per la popolazione. Il politico ha citato anche la valutazione positiva che gli venne riferita dal direttore della Asl, Giuseppe Casati, che definì Rainone una persona impegnata e concentrata sui problemi reali.
Questa parte della testimonianza ha lo scopo di delimitare il clima e il ruolo di ciascuno prima che emergessero i sospetti legati alle irregolarità nelle procedure concorsuali. Moscardelli ha specificato che, pur apprezzando il lavoro di Rainone, le decisioni sulle nomine sanitarie spettavano esclusivamente al direttore generale e non erano influenzate dalla sua posizione politica.
I rapporti con i candidati tomao e di domenico tra politica e concorsi
Un focus particolare nell’udienza è stato riservato alle relazioni tra Moscardelli e due candidati coinvolti nel concorso contestato: Tomao e Di Domenico. Entrambi erano noti nel perimetro politico locale e legati alla corrente riconducibile a Moscardelli all’interno del Pd. Tomao, presidente del consiglio comunale di Minturno, e Di Domenico, figlio del presidente del consiglio comunale di Gaeta, erano figure con note esperienze e profili professionali specifici.
Moscardelli ha ammesso di averli presentati a Rainone in almeno due occasioni, ma solo per pochi minuti e senza un reale coinvolgimento nelle scelte sulle commissioni o le nomine. Ha spiegato di aver sbagliato a mettere in contatto i candidati con l’ex dirigente, pur precisando che questa circostanza non implicava pressioni o ingerenze nelle procedure ufficiali.
Durante la deposizione è emerso inoltre un passaggio significativo sui messaggi WhatsApp ricevuti da Rainone, che richiedeva i numeri di telefono di Tomao e Di Domenico. Moscardelli ha detto di esserne rimasto sorpreso, ritenendo inizialmente la comunicazione una normale richiesta di servizio. Questo dettaglio è rilevante per chiarire le dinamiche che gli inquirenti contestano come tentativi di influenza indebita.
Gli altri imputati e le accuse nel processo sulla asl di latina
Oltre a Claudio Moscardelli, il processo coinvolge altre persone collegate alle procedure concorsuali della Asl di Latina. Tra questi ci sono Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, rispettivamente presidente e segretario della commissione esaminatrice finita sotto indagine. Entrambi devono difendersi da accuse di corruzione, falso e rivelazione di segreto d’ufficio.
L’inchiesta, che risale al luglio 2021, ha portato all’emissione di misure restrittive e ha messo sotto la lente di ingrandimento non solo i concorsi, ma possibili scambi di favori legati a incarichi pubblici. Il pm Valerio De Luca ha rinunciato a interrogare Moscardelli in aula, facendo riferimento all’interrogatorio già fatto davanti al gip, ma i dettagli forniti dall’ex parlamentare alla difesa ampliano la ricostruzione dei rapporti personali e professionali all’interno della Asl pontina.
Il legame tra politica e gestione sanitaria rimane al centro del procedimento, che proseguirà con ulteriori approfondimenti sulle responsabilità e sui comportamenti degli indagati. Lo sviluppo dell’inchiesta terrà alta l’attenzione su come si sono svolti i fatti e sulle implicazioni per il sistema sanitario locale.