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Sindaci della valle del liri spingono per uscire dal consorzio di bonifica ma continuano ad affidargli lavori

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La protesta dei comitati civici contro le bollette del Consorzio di Bonifica Valle del Liri e Conca di Sora si intreccia con le scelte amministrative dei sindaci coinvolti. Nonostante la pressione per uscire dal perimetro di contribuenza dell’ente, alcune amministrazioni, come quella di Arce, hanno affidato interventi di manutenzione allo stesso consorzio di cui vorrebbero dissociarsi. Il conflitto è diventato evidente fra cittadini, comitati e amministrazioni locali sul futuro e la gestione delle risorse idriche, in un contesto segnato da disservizi e contributi economici pesanti a carico della popolazione.

Il contesto dei comitati civici e le richieste dei sindaci

Negli ultimi anni, vari comitati civici nati nelle aree interessate dalle bollette del Consorzio di Bonifica hanno sollevato forti critiche sulla gestione dell’ente. I cittadini lamentano contributi sempre più elevati senza un’effettiva manutenzione o miglioramento del territorio. Il comitato di Arce, formato da promotori come Lucio Bove e Tommaso Corsetti, ha puntato il dito contro l’assenza di servizi adeguati nonostante i costi imposti ai residenti.

Nel 2025 nove sindaci dei comuni limitrofi, fra cui anche Luigi Germani di Arce, hanno firmato una lettera alla Regione Lazio chiedendo risposte scritte circa le delibere con cui si chiedeva l’uscita dal perimetro di contribuenza. Ai primi cittadini si sommano i comitati civici, che chiedono chiarimenti sull’operato del Consorzio e vogliono che i territori possano gestire in modo più diretto le proprie risorse idriche. La difficoltà nasce dalla natura articolata del consorzio e dalla mancanza di risposte ufficiali dalle istituzioni regionali.

La lettera aperta del comitato civico arcese ai sindaci contrari al consorzio

Il 27 giugno 2025, durante un consiglio comunale a Arce, il Comune ha approvato una convenzione per affidare al Consorzio di Bonifica la manutenzione di fossi e corsi d’acqua, nonostante lo stesso Comune voglia uscire dall’ente. Lucio Bove e Tommaso Corsetti hanno scritto una lettera aperta al sindaco Germani e agli altri primi cittadini che si sono mostrati contrari al consorzio, segnalando l’incongruenza nella gestione.

Nella lettera si evidenzia come il Consorzio sottragga circa 300 mila euro all’anno ai cittadini senza offrire benefici concreti. I lavori di manutenzione affidati sono limitati e spesso insufficienti, mentre restano pendenti richieste per pulizia di strade comunali e risagomatura di corsi d’acqua non inclusi nei piani ufficiali. Il comitato sottolinea come l’amministrazione non possa fidarsi di un ente che ha dimostrato scarso interesse per il territorio nel corso degli anni.

Inoltre si mette in luce il contrasto fra la convenzione approvata e la dichiarazione del sindaco che quel documento non sarebbe collegato alla richiesta di uscita dal consorzio. Questo causa disorientamento fra i cittadini che continuano a pagare contributi elevati senza servizi chiari. La lettera chiede quindi spiegazioni precise sulla decisione di affidare incarichi proprio a quell’ente che si vorrebbe abbandonare.

Tra delibere e interrogazioni: le richieste rimaste inascoltate

Per chiarire la posizione, Bove e Corsetti riassumono una serie di atti ufficiali che hanno sollecitato l’uscita dal Consorzio di Bonifica. Sono state approvate all’unanimità delibere in tal senso, ma nessuna risposta concreta è arrivata dalla Regione Lazio o dalle autorità preposte. Le amministrazioni locali hanno anche ricevuto lettere intimidatorie, mentre i cittadini attendono risposte.

Nel 2023 c’è stata un’audizione regionale e nel maggio 2025 una interrogazione firmata da nove sindaci, rimasta senza esito. Lamentano che, nonostante i contributi versati , i lavori eseguiti sul territorio sono pochi o poco efficaci. Nel frattempo, è stato finanziato un intervento sulla sistemazione idraulica del Fosso della Zoppa con oltre un milione di euro, ma non si vede un miglioramento diffuso.

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I comitati chiedono dunque di sapere con quale criterio si decida di mantenere rapporti economici con un ente che i cittadini vogliono lasciare e che ha mostrato una scarsa attenzione per le esigenze locali. La mancata trasparenza alimenta la sfiducia e la tensione nel territorio.

La divisione del consorzio e la gestione delle risorse idriche nel lazio

Il Consorzio di Bonifica Valle del Liri si presenta ancora oggi diviso in tre sezioni distinte: Valle del Liri, Conca di Sora e A Sud Anagni, le ultime due con sedi separate e direttori generali indipendenti. Resta l’unico consorzio nel Lazio che non ha ancora completato il percorso verso l’unificazione completa delle sue strutture.

Questo assetto ha alimentato una forte presenza della politica locale e regionale attiva in ruoli diretti o indiretti nell’ente, indipendentemente dal colore politico al governo. La gestione dei fondi è stata criticata da associazioni di cittadini e opposizioni per la mancanza di trasparenza e per la vocazione clientelare.

Nel frattempo, tra la scarsità di risorse idriche e la mancanza di impianti di accumulo, la siccità che colpisce l’area mette in difficoltà le coltivazioni e i residenti. A luglio 2025 il consorzio ha annunciato il fermo degli impianti di irrigazione per contenere i consumi e razionalizzare l’uso dell’acqua. Non si vedono però azioni concrete per almeno avviare sistemi di raccolta e risparmio delle precipitazioni, nonostante siano evidenti le necessità del territorio.

La situazione spinge a un confronto acceso tra istituzioni, comitati civici e cittadini, su come gestire le risorse idriche e su chi debba davvero assumersi la responsabilità di tutelare gli interessi locali. Le tensioni rimangono alte, con la politica che sembra resistere agli spazi di cambiamento richiesti dalla popolazione.

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