L’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta ha interrotto per oltre sette mesi il servizio di interruzione volontaria di gravidanza . La sospensione riguarda una struttura pubblica che, fino a novembre 2024, era l’unica a garantire questo intervento in città. Laiga, l’associazione italiana di ginecologi contro l’obiezione di coscienza, denuncia la situazione e aderisce all’assemblea pubblica prevista a Caserta il 21 giugno 2025.
Il blocco del servizio di ivg ha colpito un ospedale pubblico cruciale per i residenti di Caserta. L’associazione Laiga ha diffuso una nota in cui parla di “grave violazione della legge 194/78”, normativa che regola l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia. La struttura sanitaria non ha garantito la disponibilità del personale necessario, non avendo proceduto a bandi pubblici per assumere medici non obiettori. Nemmeno sono stati reclutati specialisti esterni in sostituzione del personale assente o obiettore.
Inoltre, da parte della Regione Campania manca una supervisione attenta sulla continuità e qualità del servizio. Il rischio è che l’alto tasso di medici obiettori, specie se mal gestito dall’azienda sanitaria, si trasformi in una vera barriera al diritto di accesso alle cure. Caserta, città con oltre 70.000 abitanti, resta quindi senza un servizio fondamentale. Fino a novembre scorso un solo ginecologo non obiettore garantiva il servizio, che però è cessato.
Secondo quanto riportato da Laiga, la Regione Campania non ha esercitato il proprio ruolo di controllo previsto dalla legge sul corretto funzionamento di un servizio sanitario così delicato. La legge 194 impone la disponibilità delle strutture a offrire l’interruzione volontaria di gravidanza, a fronte di un numero limitato di medici obiettori. Nel caso di Caserta, il mancato reclutamento di personale non obiettore ha provocato uno stop prolungato.
L’obiezione di coscienza si traduce in un fattore critico quando non si affianca a un piano organizzativo capace di garantire comunque le prestazioni. La situazione implica una lesione dei diritti delle donne residenti e delle persone di passaggio che hanno bisogno di accedere al servizio pubblico di ivg. Non solo la struttura ospedaliera, anche la Regione dovrebbe intervenire assicurando un monitoraggio continuo e misure adeguate a evitare questi vuoti assistenziali.
Nel panorama delle difficoltà, Laiga evidenzia il ruolo delle associazioni di mutuo aiuto attive in tutta Italia. Queste organizzazioni si formano spontaneamente per offrire informazione e sostegno a chi cerca di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Questi gruppi cercano di compensare le lacune del servizio pubblico, garantendo un supporto pratico e psicologico.
Questi centri nascono spesso proprio dove la rete sanitaria mostra fragilità, diventando un punto di riferimento per le donne che si trovano senza garantiti i loro diritti. A Caserta, la sospensione del servizio pubblico aumenta la necessità di questa presenza. Laiga invita a considerare con attenzione queste esperienze, evidenziando come possano mettere in luce i problemi reali e le necessità di interventi concreti nella sanità pubblica regionale.
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