Nei paesi montani dell’entroterra abruzzese si ripropone il dibattito sulla sovranità come strumento di tutela delle comunità tradizionali e del loro modo di vivere. A Villalago, piccolo borgo noto per la pacifica convivenza tra abitanti e cervi, il senatore della Lega Claudio Borghi Aquilini ha presentato il suo libro “Vent’anni di sovranismo. Dall’euro a Trump”, affrontando proprio il tema della gestione locale delle identità e delle risorse naturali. L’evento ha offerto un’occasione per riflettere sulle possibilità di autonomia gestionale simili a quelle in vigore in regioni come il Trentino.
Sovranità e custodia delle culture nelle comunità montane
Claudio Borghi ha sottolineato come nelle aree interne montane esista un apprezzamento concreto nei confronti del concetto di sovranità, inteso come tutela delle culture, delle appartenenze e delle tradizioni. Nei piccoli centri come Villalago, dove le radici storiche e culturali si intrecciano con l’ambiente, la sovranità assume il significato di protezione dal rischio di omologazione o perdita identitaria. Questo approccio si basa su un bisogno di mantenere viva la memoria collettiva e le pratiche locali che caratterizzano la vita quotidiana degli abitanti.
Secondo Borghi, per rafforzare questa prospettiva, è essenziale dotare queste comunità di strumenti di autonomia amministrativa che consentano loro di gestire in prima persona risorse e politiche territoriali. A quel punto potranno emergere esempi utili, come quello del Trentino, dove l’autonomia ha permesso di combinare gestione locale e sviluppo, salvaguardando al contempo tradizioni, ambiente e benessere sociale. Questa autonomia inoltre garantirebbe alle popolazioni montane di decidere da sé come convivere con la natura e valorizzare la propria identità senza interferenze esterne eccessive.
Villalago: un borgo tra cervi, orsi e memoria naturale
L’incontro si è tenuto nell’aula polivalente di Villalago, un paese che si distingue per la convivenza serena tra uomini e cervi, una presenza ormai parte integrante del paesaggio umano e naturale. Questa relazione, plane e consolidata, rappresenta un esempio di come le comunità locali possano mantenere un equilibrio tra sviluppo umano e rispetto per la fauna selvatica.
Il contesto di Villalago riporta anche alla memoria l’orsa Amarena, protagonista per anni delle attenzioni turistiche e naturalistiche della zona. Amarena era famosa per aver dato alla luce la prima cucciolata del 2020 e per aver attratto visitatori e fotografi da ogni parte del mondo. La sua uccisione a fucilate nel 2022 a San Benedetto dei Marsi ha lasciato una ferita profonda nel territorio. Amarena era simbolo del rapporto fragile ma autentico con la fauna selvatica che caratterizzava questa area montana abruzzese. Intorno a questi animali si misura anche il grado di gestione e rispetto della natura da parte delle comunità locali e delle istituzioni.
Gestione della fauna selvatica e differenze tra trentino e abruzzo
Al termine dell’incontro Borghi ha commentato un possibile modello abruzzese di gestione della fauna, paragonando la situazione alla linea adottata dal presidente trentino Maurizio Fugatti, noto per la sua posizione severa sulla gestione degli orsi e di altre specie selvatiche. Il senatore ha lasciato intendere che ciascuna regione deve seguire le proprie scelte in base alle proprie esigenze e sensibilità locali. Ha affermato che se il Trentino decide per misure drastiche di controllo o eliminazione degli animali, è una loro decisione, ma in Abruzzo la gestione deve restare nelle mani dei residenti e degli amministratori locali.
Sul bruno orso marsicano, specie simbolo e protetta del parco nazionale d’Abruzzo, Borghi si è espresso definendolo un animale “buono” e quindi meritevole di una convivenza pacifica. Questa posizione esprime il desiderio che la regione mantenga un equilibrio tra tutela della fauna e rispetto delle comunità, evitando conflitti o esiti estremi che potrebbero ledere sia l’ambiente che la vita quotidiana degli abitanti.
La relazione tra comunità e natura come modello per le aree interne italiane
Villalago, con la sua situazione particolare, rappresenta un esempio di come si possa immaginare un futuro per le aree interne montane d’Italia, fondato su una gestione condivisa e locale delle risorse naturali e culturali. Il racconto del senatore Borghi si collega alla necessità di valorizzare queste comunità e di riconoscere loro il potere di decidere in autonomia.
L’attenzione alla fauna, dall’orsa Amarena ai cervi che scorazzano liberamente, mostra come la cultura, la storia e la natura siano profondamente intrecciate. Questi elementi richiedono un approccio diverso da quello spesso imposto dalle grandi istituzioni centrali. Il tema della sovranità amministrativa emerge come chiave per permettere a queste realtà di sopravvivere e svilupparsi nel rispetto delle proprie specificità, mantenendo vive usi e consuetudini impreziosite da una natura circostante che fa parte del patrimonio collettivo.