Un medico di Roma, già sotto indagine per la morte di una donna durante un intervento di liposuzione non autorizzato, è stato posto agli arresti domiciliari dopo essere stato sorpreso a praticare un intervento chirurgico in un’abitazione privata. Le indagini, condotte dal nucleo Nas dei carabinieri di Roma, hanno messo in luce una serie di violazioni riguardanti operazioni effettuate senza autorizzazioni e in condizioni igieniche precarie.
Arresti domiciliari per il medico al centro di un’indagine sulla morte di una paziente
Il 2025 vede un’altra pagina drammatica della cronaca sanitaria romana, con un medico coinvolto in un’inchiesta che aveva già attirato l’attenzione dopo la morte di una paziente a giugno. La vittima è deceduta durante un intervento di liposuzione svolto in un ambulatorio abusivo. Le autorità competenti hanno deciso di elevare il livello della misura cautelare passando dagli obblighi a interdizione dall’attività professionale agli arresti domiciliari. La decisione del gip del tribunale di Roma arriva su richiesta della procura locale, che aveva chiesto il carcere vista la gravità dei fatti. Il medico, nonostante fosse già sospeso dall’esercizio della professione per un altro procedimento, è stato trovato mentre continuava a operare in modo illecito.
Intervento in casa privata e condizioni igieniche inaccettabili
L’episodio che ha fatto scattare l’arresto è avvenuto in un appartamento del quartiere Quadraro: il medico è stato sorpreso a praticare un intervento di otoplastica su una giovane donna sudamericana. La scena è stata ripresa nel dettaglio: l’intervento si svolgeva in una camera da letto adattata in modo precario, senza alcuna garanzia igienico-sanitaria. Scarpe, vestiti sparsi ovunque, sporcizia e persino la presenza di due cani nella stessa stanza raccontano un quadro ben lontano dalle regole previste per operazioni chirurgiche. A supporto del medico c’era un’infermiera in pensione verso cui le autorità indagano per eventuali responsabilità. Le riprese mostrano il medico con camice da lavoro e strumenti chirurgici mentre esegue l’intervento, la paziente distesa su un lettino di fortuna.
Precedente sospensione e indagini sulle attività abusive del medico
La sospensione dall’attività medica era stata disposta dopo che il professionista era stato indagato per violazione della normativa sanitaria e per l’esecuzione di interventi senza autorizzazione. L’episodio più grave rimane la morte della donna a giugno, causata da un intervento di liposuzione effettuato in un ambulatorio abusivo. Nonostante questo, il medico ha continuato a praticare operazioni, aggirando le misure cautelari e scegliendo luoghi non attrezzati e non puliti per le sue prestazioni. Le accuse nei suoi confronti includono anche violenza privata, che secondo le autorità si concretizza nel fatto di aver esercitato la professione in modo illecito e senza consenso informato adeguato, mettendo a rischio la sicurezza delle persone coinvolte.
Il ruolo decisivo del nucleo nas e la direzione della procura nella chiusura dell’attività illecita
Il nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri di Roma ha guidato l’operazione investigativa, raccolta sotto la supervisione della pm Eleonora Fini. Il lavoro degli investigatori ha permesso di documentare tutta l’attività abusiva e le condizioni di rischio legate a quegli interventi. L’indagine si è sviluppata attraverso controlli, appostamenti e intercettazioni video che hanno dimostrato la pericolosità della situazione, contribuendo a portare il medico agli arresti domiciliari per impedirgli di proseguire in questa attività. Il provvedimento, dovuto al concreto pericolo per la salute pubblica, vuole fermare ogni ulteriore illecito da parte del professionista. Il quadro evidenziato dalle forze dell’ordine solleva questioni sulle verifiche e controlli in strutture private e sull’accesso a operazioni mediche fuori da centri autorizzati.
Implicazioni sulla sicurezza sanitaria e sulle pratiche mediche abusive in città
L’arresto di questo medico impone una riflessione sul fenomeno delle operazioni estetiche illegali che si svolgono in contesti non regolamentati, spesso nascoste dentro appartamenti o abitazioni private. A Roma e in altre città, la mancanza di tutele e l’assenza di certi controlli sul territorio consentono a professionisti non autorizzati di operare rischiando vite umane. Il caso evidenzia la necessità di estrema attenzione nei confronti di chi sceglie procedure chirurgiche fuori dagli standard, sottolineando la gravità di ricorrere a medici che sfidano apertamente le norme sanitarie. Le forze dell’ordine hanno ribadito il loro impegno nel controllare con rigore ogni possibile violazione a tutela dei cittadini.
«Il provvedimento è dovuto al concreto pericolo per la salute pubblica», hanno dichiarato gli inquirenti.