Nella notte fra il 25 e il 26 gennaio 2025, un omicidio ha scosso Fabrica di Roma, piccolo comune del viterbese. La vittima è un uomo di 47 anni, di origini romene, noto e stimato dalla comunità locale. L’aggressione sanguinaria, avvenuta all’interno di un’abitazione sopra la strada principale del paese, avrebbe avuto come protagonista un parente stretto, già noto alle forze dell’ordine. Le autorità hanno avviato accertamenti approfonditi per chiarire dinamiche e movente che hanno portato al dramma.
La vittima: un uomo ben conosciuto nel paese
La persona deceduta era residente da tempo a Fabrica di Roma ed era inserita nel tessuto sociale di questo piccolo centro. Secondo alcuni vicini e conoscenti, era considerato un uomo riservato ma solare, capace di instaurare rapporti positivi con quasi tutti. La sua presenza in paese era consolidata e fino alla notte del 25 gennaio non aveva dato segni di problemi rilevanti, almeno pubblicamente.
Negli ultimi tempi, tuttavia, pare sia stata tesa la relazione con il cognato, suo aggressore. Non ci sono ancora elementi precisi sulle ragioni che hanno portato l’uomo a essere vittima di una violenza così brutale, ma le indagini stanno seguendo il filone familiare con particolare attenzione.
Il fatto che sia stato colpito con estrema violenza in un appartamento, e non in un luogo pubblico, indica probabilmente una lite sorta in un contesto privato. La comunità di Fabrica di Roma è rimasta colpita e turbata dall’accaduto e il clima in paese è diventato cupo, vista la tragica perdita e le circostanze violente.
Il presunto assassino e i precedenti penali
Il sospettato dell’omicidio è il cognato della vittima, anch’egli di origini romene e con precedenti penali. L’uomo era sottoposto a un regime di controllo con braccialetto elettronico, misura adottata in seguito a accuse gravi. La sua lunga storia di problemi legali aveva avuto origine proprio da comportamenti persecutori nei confronti della sorella della vittima, quindi la relazione fra loro era già complicata.
Quello che colpisce è la possibile connessione tra il braccialetto elettronico e il movente della lite. Le forze dell’ordine ipotizzano che un rancore profondo, sviluppatosi durante periodi di convivenza o alla luce di tensioni familiari, abbia innescato la violenza. L’indagine mira ora a stabilire se l’uso obbligato del braccialetto elettronico fosse legato direttamente alla tutela della vittima o della sua famiglia.
La presenza di un soggetto con precedenti e attenzione giudiziaria in un paese piccolo come Fabrica di Roma ha suscitato interesse per i rischi legati alla convivenza e alla sicurezza domestica. Nonostante le misure restrittive, gli episodi di violenza non sono mancati e si è assistito, in questo caso, a un tragico epilogo.
La dinamica dell’aggressione e l’intervento dei soccorsi
Dalle testimonianze raccolte emerge che la lite si è accesa all’interno di un’abitazione sopra la strada principale del paese. Qui la vittima sarebbe stata aggredita con violenza, subendo colpi con pugni e calci. Il momento più grave si sarebbe verificato con l’uso di un coccio di bottiglia, presumibilmente usato per infliggere il colpo che ha causato la morte.
Ferito gravemente, l’uomo avrebbe fatto una telefonata disperata alla moglie, chiedendo assistenza per raggiungere l’ospedale. La donna si è precipitata sul luogo dell’aggressione ma ha trovato il marito riverso in strada, ormai in condizioni critiche. Sul posto il personale del 118 è intervenuto immediatamente, provando tutte le manovre di rianimazione, ma il 47enne è spirato poco dopo, sconfitto dalle ferite riportate.
Il ruolo della moglie in questa vicenda è stato quello di testimone chiave del dramma. La chiamata e l’arrivo sul posto hanno confermato la gravità degli accadimenti e hanno fornito agli inquirenti una prima ricostruzione dei fatti basata su elementi diretti e immediati. Nessun altro testimone diretto ha fino a ora fornito dettagli differenti.
Le indagini dei carabinieri e le prospettive giudiziarie
I carabinieri della stazione di Fabrica di Roma, sotto il coordinamento del comando provinciale di Viterbo, sono impegnati nelle perlustrazioni, raccolta di testimonianze e verifiche sulle condizioni di tutti i coinvolti. L’inchiesta si muove su più fronti, analizzando la posizione del presunto assassino, la natura del rapporto familiare e le circostanze che hanno portato all’escalation violenta.
Si sta valutando anche il rispetto delle misure di sicurezza legate al controllo con braccialetto elettronico e la risposta immediata delle forze dell’ordine dopo la segnalazione. Le indagini dovranno confermare la dinamica dei fatti e chiarire se ci siano stati altri protagonisti o elementi esterni.
La procura, a cui è affidato il caso, sta preparando gli atti per la possibile richiesta di fermo o custodia cautelare per il cognato. I familiari della vittima attendono risposte chiare, mentre la cittadina resta scossa da un evento così grave che ha compromesso la tranquillità fino a quel momento.
Il lavoro degli inquirenti proseguirà senza sosta per definire ogni dettaglio di questa tragedia che ha segnato la piccola comunità di fabrica di roma.