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Truffa a un’anziana nel salernitano: arrestato uomo per raggiri con falso incidente e carabiniere

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Un caso di truffa ai danni di un’anziana nel salernitano ha portato all’arresto di un uomo che avrebbe utilizzato metodi ingannevoli per sottrarre denaro e preziosi. L’episodio riflette come certe truffe continuino a colpire le fasce più vulnerabili della popolazione, sfruttando la paura e l’ingenuità attraverso chiamate telefoniche fasulle. Le autorità hanno agito rapidamente per bloccare l’indagato e scongiurare ulteriori rischi.

Dettagli dell’arresto e indagini dei carabinieri

Il 10 gennaio 2025, i carabinieri della stazione di san cipriano picentino, in provincia di napoli, hanno eseguito una custodia cautelare agli arresti domiciliari disposta dal gip di salerno su richiesta della procura della repubblica. L’uomo arrestato è accusato di truffa aggravata ai danni di un’anziana residente a san mango piemonte, piccolo centro del salernitano. L’indagine si è concentrata su una serie di chiamate ingannevoli e sulla precisa ricostruzione di quanto avvenuto il 6 gennaio.

Le forze dell’ordine hanno raccolto elementi sufficienti per dimostrare che l’indagato abbia organizzato un inganno telefonico sfruttando modalità consolidate nelle truffe agli anziani, con lo scopo di ottenere denaro e oggetti di valore custoditi in casa. La misura cautelare mira a evitare che l’uomo possa reiterare reati simili o mettere in pericolo altre persone vulnerabili nella zona.

Modus operandi della truffa: falso incidente e falso carabiniere

Il raggiro è stato architettato attraverso due chiamate distinte ma complementari. In un primo contatto, la vittima di san mango piemonte ha ricevuto una telefonata in cui un sedicente interlocutore riferiva dell’incidente stradale in cui, a suo dire, era coinvolto il figlio. Questa falsa emergenza ha creato panico e apprensione nel marito e nella moglie, soprattutto nella donna, che ha accettato di consegnare quanto richiesto pur di “aiutare”.

Il truffatore ha chiesto la consegna di denaro e oggetti in oro presenti nell’abitazione, con una stima complessiva di circa 11mila euro. Parallelamente, al marito è arrivata una seconda telefonata, questa volta da un falso carabiniere, il quale ha imposto di allontanarsi dalla casa. L’obiettivo era isolarla, così da facilitare il furto senza testimoni o interventi esterni. Questa tecnica ha confermato l’intenzione di impedire reazioni o chiamate di soccorso.

La scelta di queste strategie tradizionalmente già note dimostra come i truffatori conoscano bene i meccanismi psicologici da sfruttare e gli strumenti per creare un quadro credibile, pur di arrivare al bottino. La rapidità con cui si sono mossi ha contribuito a ingannare le vittime e a impedire riscontri in tempo reale.

Impatto sulle vittime e sensibilizzazione contro le truffe telefoniche

Le conseguenze materiali e psicologiche di episodi come questo sono pesanti soprattutto per persone anziane, che si ritrovano a perdere denaro e oggetti spesso accumulati con fatica nel tempo. Lo stato di paura e confusione provocato da una telefonata falsa può spingere anche soggetti che normalmente sarebbero cauti a compiere gesti rischiosi.

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Il caso di san mango piemonte ribadisce l’importanza di diffondere informazioni sulle tecniche usate dai truffatori: falsi incidenti, carabinieri o altri ruoli istituzionali simulati per incutere terrore. La raccomandazione è quella di parlare subito con parenti o forze dell’ordine, evitando di prendere decisioni sotto pressione telefonica. Chi riceve richieste sospette deve sempre cercare conferme e, in caso di dubbio, chiamare direttamente numeri ufficiali.

Le autorità locali stanno intensificando le campagne di prevenzione rivolte soprattutto agli anziani, coinvolgendo attivamente enti, associazioni e comunità locali. Solo con una maggiore consapevolezza è possibile ridurre questi reati e proteggere chi è più esposto.

Ruolo dei carabinieri nella tutela dei cittadini nel salernitano

I carabinieri di san cipriano picentino hanno svolto un ruolo determinante nell’esecuzione dell’arresto. La collaborazione con i tribunali di salerno e le indagini immediate hanno permesso di intervenire pochi giorni dopo il reato denunciato. Le indagini hanno previsto il monitoraggio telefonico, l’escussione delle vittime e la raccolta di testimonianze in loco.

Questa azione rappresenta un segnale forte contro le truffe nella zona: le forze dell’ordine mantengono alta l’attenzione su questo tipo di reati che colpiscono soprattutto fasce deboli. La repressione punta non solo a garantire giustizia ma a scoraggiare la reiterazione di comportamenti criminali, tutelando la serenità dei cittadini.

L’attività investigativa e la successiva misura cautelare mostrano come lo stato metta in campo strutture e risorse per arginare un fenomeno che si ripete e che spesso coinvolge molti territori, soprattutto in provincia di salerno e nelle aree limitrofe.

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