La portualità turistica italiana è al centro di un appello forte per l’approvazione urgente di una nuova legge dedicata. L’iniziativa è stata rilanciata durante la presentazione del Piano Strategico per la Portualità Turistica Italiana, promossa da Assonat e SACE, con la partecipazione del ministro per le politiche del mare, nello musumeci. Il presidente di Camera di Commercio Frosinone Latina, assonautica e Si.Camera, giovanni acampora, ha richiesto una regolamentazione chiara e unitaria che dia al settore il riconoscimento e gli strumenti necessari per crescere.
Il contesto europeo e nazionale: il piano del mare e le politiche marittime
L’appello di acampora arriva in un momento delicato per la definizione delle politiche marittime e per la gestione delle risorse costiere. Il nuovo Piano del Mare 2026-2028, in fase di adozione, punta a integrare gli obiettivi nazionali con le direttive europee in materia di sviluppo sostenibile e gestione marina. La portualità turistica si configura come un elemento trasversale, capace di influenzare la crescita del turismo costiero, dell’offerta nautica e della qualità dell’attrattività territoriale.
Le politiche europee spingono verso la transizione ecologica e l’innovazione tecnologica, temi sui quali la portualità deve allinearsi per restare competitiva. La mancanza di una normativa omogenea rischia di rallentare lo sviluppo di infrastrutture moderne, di ridurre le possibilità d’investimento e di aumentare la disparità tra distretti portuali italiani. La necessità di una legge nazionale nasce anche da queste criticità, per offrire un riferimento comune e concreto a tutti i soggetti coinvolti.
Sfide della governance locale
A livello nazionale, la frammentazione delle competenze tra enti locali e autorità marittime crea spesso disallineamenti nei processi decisionali. Un testo legislativo organico potrebbe invece semplificare le procedure, chiarire ruoli e responsabilità, oltre a favorire la collaborazione tra pubblico e privato. Un sistema più integrato serve anche per migliorare i servizi ai diportisti, assicurare una migliore gestione ambientale delle aree portuali e incentivare modelli gestionali innovativi e efficaci.
La situazione attuale e la richiesta di una legge quadro per la portualità turistica
Giovanni acampora ha evidenziato la necessità di un rapido avvio dell’iter legislativo dedicato alla portualità turistica italiana. La mancanza di un quadro normativo chiaro rischia di frenare lo sviluppo di un settore strategico per l’economia del mare. L’appello punta a definire principi uniformi, strumenti di sostegno e regole nazionali, pur rispettando le competenze locali, per valorizzare i porti turistici come infrastrutture pubbliche legate al turismo marittimo.
Secondo acampora serve un cambio di passo per dare stabilità e certezze agli operatori. La proposta di legge quadro, infatti, dovrebbe favorire investimenti mirati, incentivare la digitalizzazione e la formazione nel settore, e promuovere l’adozione di pratiche sostenibili, in linea con le sfide ambientali attuali. La valorizzazione dei porti turistici passa anche attraverso la creazione di un contesto normativo in grado di attrarre risorse e garantire efficacia ai progetti di sviluppo.
Questo riconoscimento pubblico è indispensabile per garantire non solo la sicurezza e l’accessibilità dei porti, ma anche per accrescere la competitività dei territori costieri. Il settore della nautica da diporto, infatti, genera un indotto significativo, coinvolgendo turismo, commercio e servizi collegati. Senza una legge dedicata, il sistema dei porti rischia di restare frammentato e incapace di sostenere le trasformazioni del mercato e le aspettative di chi naviga.
Portualità turistica italiana: tra sfide di mercato e standard internazionali
Il settore della portualità turistica deve affrontare sfide importanti legate sia alle mutate richieste del mercato sia agli standard internazionali di sicurezza, accessibilità e gestione dei servizi. Giovanni acampora ha sottolineato che la mancanza di un quadro normativo aggiornato costituisce un freno alla capacità di innovare e di migliorare la qualità complessiva dell’offerta marittima.
Un elemento critico riguarda le esigenze dei diportisti e degli operatori portuali, che richiedono infrastrutture più efficienti, servizi moderni e standard di sicurezza elevati. Tra i parametri internazionali da rispettare figurano protocolli per la gestione delle emergenze, accessibilità per le persone con disabilità, e pratiche energetiche compatibili con l’ambiente marino. Solo una legge dedicata può imporre l’adozione di questi criteri in tutto il paese.
Formazione e investimenti
La formazione degli operatori emerge come un altro punto chiave. Acampora ha richiamato l’attenzione sulla necessità di percorsi formativi specializzati che migliorino le competenze tecniche e gestionali del personale coinvolto nella portualità turistica. Questo aspetto è fondamentale per elevare la qualità del servizio e garantire una gestione più consapevole e sostenibile.
Il rilancio del settore passa anche dal sostegno a investimenti pubblici e privati, indirizzati verso la digitalizzazione delle attività portuali, l’adozione di tecnologie più evolute, e l’attenzione costante alla sostenibilità ambientale. Tutto questo rafforza l’immagine dell’Italia come meta marittima di rilievo, capace di attirare flussi turistici e nautici nazionali e internazionali.
L’intervento di giovanni acampora durante l’evento di presentazione del piano strategico Assonat rappresenta un segnale chiaro sul bisogno di un cambiamento normativo tempestivo. La portualità turistica rischia altrimenti di perdere terreno rispetto ai competitor europei e mondiali, mentre l’economia locale soffrirebbe l’assenza di una guida istituzionale adeguata. Il dibattito prosegue e la prossima legislatura sarà chiamata a fornire risposte concrete e tempestive a queste istanze.