La tradizionale festa dei gigli di Nola, evento riconosciuto come patrimonio Unesco, è stata segnata da alcuni momenti di tensione e violenza la sera di domenica. Questi episodi hanno scosso la città campana, suscitando una forte reazione da parte delle autorità religiose e della comunità locale. Il vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino, ha rilasciato un appello invitando al rispetto dei valori di pace e fraternità che la festa dovrebbe rappresentare.
La festa dei gigli si svolge ogni anno in onore di San Paolino, con la partecipazione di varie paranze, gruppi di persone che realizzano e portano i maestosi obelischi in legno che caratterizzano la manifestazione. Domenica sera, al termine della ballata, due di queste paranze si sono affrontate in una via cittadina, dando vita a spintoni e urla che hanno attirato l’attenzione dei media locali. Questi episodi di violenza, seppur isolati rispetto alla complessità della festa, hanno gettato un’ombra sull’intero evento.
Il conflitto sembra essere nato da tensioni tra le squadre, forse alimentate da competizioni interne che, come ha sottolineato il vescovo, rischiano di prendere il sopravvento sul vero significato della festa. Le paranze che partecipano alla manifestazione sono spesso composte da persone di diverse età e origini sociali, unite dall’amore per la tradizione. Tuttavia, a volte queste passioni sfociano in comportamenti che non riflettono lo spirito di pace atteso. La sera di domenica, questi fattori si sono tradotti in un confronto acceso, denunciato prontamente dalle autorità e dalla cittadinanza.
Monsignor Francesco Marino, in una lettera indirizzata alla comunità, ha espresso una condanna netta verso gli episodi di violenza accaduti la sera di domenica. Ha sottolineato come la festa dei gigli debba essere una palestra di pace e fraternità e non il luogo per scontri o manifestazioni di odio. Il vescovo ha inoltre ringraziato chi ha contribuito all’organizzazione e alla preparazione della manifestazione, evidenziando il grande impegno di tanti cittadini, giovani e meno giovani.
Durante i suoi incontri con i comitati organizzatori, Marino ha notato il rispetto e la compostezza dei partecipanti, dai bambini agli anziani, riflesso di una comunità coesa nonostante le differenze culturali e professionali. Ha descritto la mattinata della festa come un momento di grande partecipazione popolare, quando la “barca” e gli obelischi sono arrivati in piazza in anticipo, tra l’entusiasmo della folla. La giornata sembrava promettere bene, ma è stata poi rovinata dai fatti di violenza serali che hanno acceso i riflettori negativi sulla festa.
Il vescovo ha richiamato l’attenzione sull’importanza di tutelare le persone più fragili, come bambini e anziani, durante tutta la processione. Quando la devozione lascia spazio alla competizione accesa, scatta il rischio di conseguenze indesiderate come quelle viste domenica sera. Monsignor Marino ha invitato tutti a riflettere su questo passaggio delicato, senza dimenticare che la festa ha sempre voluto essere un momento di comunione e di omaggio alla tradizione religiosa.
Il vescovo ha indicato alcune strade per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro. Tra queste, una migliore organizzazione degli orari delle manifestazioni e un controllo più rigoroso del linguaggio usato durante la festa. Le canzoni e le esortazioni lanciate dai capiparanza tramite altoparlanti dovrebbero essere coerenti con il significato culturale e spirituale della festa, senza incitare alla provocazione o alla violenza.
Monsignor Marino ha fatto anche un richiamo alla responsabilità di mantenere un comportamento pacifico, con parole e gesti che non alimentino rancori o tensioni. Molti gesti fuori luogo rischiano di essere amplificati dai social, dove possono finire fuori contesto e aggravare ulteriormente la situazione. Il vescovo invita a misurare le parole e a curare il rispetto reciproco, soprattutto in un momento così delicato per la comunità.
È evidente come la festa dei gigli, nonostante le sue radici profondamente religiose e pacifiche, necessiti di una cura maggiore nella gestione degli aspetti più conflittuali. Solo così si potrà preservare il valore autentico di una tradizione che unisce migliaia di persone ogni anno, portando avanti un patrimonio culturale e spirituale riconosciuto in tutto il mondo.
Il vescovo non ha nascosto il rammarico per quanto accaduto ma ha esortato la cittadinanza di Nola a non perdere fiducia e coraggio. Ha chiesto a tutti di lavorare per far tornare la città al centro della fede della diocesi. La festa dei gigli rappresenta un legame profondo fra la comunità e la sua storia religiosa, che va difeso con determinazione.
I momenti di tensione non devono cancellare l’impegno di chi, ogni anno, prepara e partecipa alla festa con passione sincera. Dal lavoro dei comitati all’organizzazione degli eventi, dalla cura degli obelischi al coinvolgimento dei più giovani, ogni dettaglio è fondamentale per mantenere viva questa tradizione.
L’appello lanciato da monsignor Marino ai cittadini di Nola è chiaro: impegnarsi per recuperare lo spirito autentico della festa, fatto di pace e condivisione. Solo così la ballata dei gigli potrà continuare a essere un simbolo importante non solo per la città, ma per tutto il territorio circostante e per quanti partecipano ogni anno. A Nola, la memoria e la devozione si intrecciano, e la speranza resta quella di una festa senza ombre ma ricca di partecipazione e serenità.
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