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A terracina partiti i lavori di restauro al monumento ai caduti di piazza garibaldi dopo il contributo del ministero

A Terracina è appena iniziato il restauro del Monumento ai Caduti situato in piazza Garibaldi, un’opera storica che risale al 1920 e fu affidata a Duilio Cambellotti. L’intervento punta a riportare la struttura al suo stato originale, dopo anni di esposizione alle intemperie e all’usura del tempo. L’amministrazione locale ha ottenuto un contributo dal Ministero della Cultura grazie alla partecipazione a un bando dedicato alla valorizzazione dei monumenti legati alla Prima guerra mondiale. Il cantiere è ufficialmente aperto e i lavori, se tutto procede senza intoppi, dureranno circa 112 giorni.

L’avvio dei lavori e il contesto storico del monumento ai caduti

Il Monumento ai Caduti di piazza Garibaldi non è solo un elemento decorativo del centro di Terracina ma un simbolo di memoria storica che testimonia le vittime della Prima guerra mondiale. Realizzato nel 1920 da Duilio Cambellotti, noto artista e scultore italiano, l’opera custodisce il ricordo di un’epoca cruciale per l’Italia e il suo territorio. Negli anni, il monumento ha subito un inevitabile degrado causato da fattori atmosferici, agenti inquinanti e il passare del tempo.

L’amministrazione comunale ha deciso di intraprendere un progetto di recupero per evitare il deterioramento irreversibile di questa testimonianza storica, mettendo in atto un piano serio e finanziato. Le procedure burocratiche sono state accurate e hanno permesso di ottenere il sostegno del Ministero della Cultura. Il contributo è destinato esclusivamente alla manutenzione e ai lavori previsti nel cantiere, che si estenderà per poco meno di quattro mesi salvo complicazioni impreviste.

Il coordinamento e la gestione del progetto

Il restauro del monumento è frutto di uno sforzo condiviso tra più uffici del Comune di Terracina, in particolare gli assessorati alla Cultura e ai Lavori Pubblici. Il coordinamento del progetto è affidato alla Responsabile Unico, l’architetta Alessandra Madia, che ha gestito con attenzione tutti i passi preliminari e ha curato il dialogo con l’impresa affidataria dei lavori.

Grazie a un’organizzazione precisa, il cantiere è stato allestito senza intoppi e si è cercato di limitare al massimo i disagi per la cittadinanza, evitando di interferire con manifestazioni o eventi già fissati in piazza Garibaldi. La gestione dei tempi e delle risorse è fondamentale per raggiungere l’obiettivo di restaurare completamente il monumento entro il periodo previsto, senza rallentamenti.

La collaborazione tra uffici pubblici e impresa privata rappresenta un esempio di come possa essere realizzata una manutenzione di monumenti storici senza bloccare la vita cittadina e rispettando anche l’agenda culturale locale.

L’importanza del contributo del ministero della cultura per il restauro

L’ammissione al contributo del Ministero della Cultura è stata determinante per dare avvio ai lavori sul monumento ai Caduti di Terracina. Il bando, rivolto specificamente a interventi su patrimoni legati alla Prima guerra mondiale, ha offerto al comune risorse indispensabili a sostenere le spese del recupero, dati i costi elevati che un restauro di questo tipo comporta.

“Ottenere un sostegno di questo tipo significa riuscire a preservare un pezzo di storia pubblica, evitando il degrado e la perdita definitiva di un’opera che rappresenta la memoria collettiva di una comunità.” Senza questo finanziamento, i lavori sarebbero stati difficili da programmare, anche considerando l’ampiezza dell’intervento e la qualità delle tecniche di restauro richieste.

Il progetto si inserisce inoltre in un più ampio disegno di tutela e valorizzazione del patrimonio storico legato alla guerra, tema su cui l’Italia continua a investire per non dimenticare le implicazioni di quel periodo su tutto il Paese.

Le difficoltà tecniche e le metodologie di intervento

Il restauro del monumento affronta diverse sfide tecniche, in primo luogo la conservazione di materiali originali che si sono deteriorati col tempo. Le superfici scultoree, i dettagli architettonici e i materiali utilizzati nel 1920 richiedono mani esperte per un intervento mirato e rispettoso dell’autenticità dell’opera.

Il cantiere utilizza metodi consolidati di restauro, combinando pulizie, consolidamenti e trattamenti specifici per evitare ulteriori danni. Le operazioni si svolgono in modo da preservare le caratteristiche originarie, evitando rifacimenti approssimativi o alterazioni cromatiche.

Sul piano pratico, i lavori saranno osservati attentamente sia dagli esperti sia dai cittadini, attenti a vedere rinascere un pezzo importante della loro storia. L’intervento, pianificato nel dettaglio, potrebbe diventare un punto di riferimento per nuovi progetti culturali e iniziative dedicate alla memoria di guerra, riuscendo a coinvolgere la cittadinanza e i visitatori in una riscoperta diretta del monumento.

Paolo Ludovichi

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