Dopo undici giorni di divieto imposto per contaminazione da arsenico, il comune di cori ha revocato l’ordinanza che vietava l’uso dell’acqua per scopi alimentari. Il ripristino della potabilità segue il trattamento degli impianti comunali e conferme delle analisi sulle acque. Tuttavia, il clima in paese resta teso per alcune critiche sull’intervento e la comunicazione avvenuta durante l’emergenza.
L’11 luglio 2025 il sindaco di cori, mauro de lillis, ha pubblicato un atto ufficiale in cui ha revocato il divieto sull’uso alimentare dell’acqua potabile. Il motivo sta nella sostituzione delle resine negli impianti di trattamento, impianti che rimuovono l’arsenico dall’acqua. Le analisi effettuate lo stesso giorno hanno mostrato valori rientrati nella norma. L’impianto è tornato a funzionare nelle condizioni consuete, con parametri che rispettano i limiti di legge.
Il blocco era entrato in vigore il 30 giugno, per tutelare la popolazione dai rischi sanitari collegati alla presenza di arsenico nell’acqua. Il ritorno alla normalità segna la fine di uno stop che durava da quasi due settimane. In questo arco di tempo, l’amministrazione ha prorogato le restrizioni e ha continuato a seguire la situazione con analisi regolari.
Non sono mancate le critiche da parte dell’opposizione che ha messo in discussione la gestione dell’emergenza. Il consigliere aristide proietti ha sollevato dubbi sull’accuratezza delle comunicazioni rivolte ai cittadini e ai turisti, che spesso frequentano il comune di cori per attività sportive o ricreative. In particolare, il consigliere ha chiesto se sono stati chiusi e monitorati i punti acqua accessibili pubblicamente come fontane e fontanelle nei parchi.
“Chi ha informato realmente i ciclisti o i visitatori da altre province, che hanno utilizzato quell’acqua quando era contaminata?” ha detto proietti. La critica punta a una comunicazione giudicata insufficiente o tardiva, che avrebbe potuto esporre a rischio la salute pubblica in modo non controllato.
Il dibattito ruota anche attorno ai tempi con cui l’amministrazione ha preso i provvedimenti dopo aver ricevuto le segnalazioni. L’opposizione sostiene di aver appreso da documenti ufficiali che la asl avrebbe notificato al comune la presenza di livelli fuori norma di arsenico già il 27 giugno 2025.
Se fosse confermato, tra la ricezione della comunicazione e l’emanazione dell’ordinanza, passerebbero tre giorni senza misure restrittive, una tempistica che l’opposizione giudica eccessivamente lenta per una questione di salute pubblica. Per questo motivo è stata presentata una richiesta di accesso agli atti indirizzata sia alla asl che al gestore del servizio idrico.
L’obiettivo è verificare le tappe del monitoraggio e i tempi di intervento, per chiarire se ci sono state omissioni o ritardi nella gestione dell’emergenza. Su questo punto il confronto in consiglio comunale resta aperto e attende risposte ufficiali.
Il ritorno dell’acqua potabile a cori, confermato dalle analisi del giorno 11 luglio, conclude la fase più urgente della vicenda. Rimangono comunque tensioni e domande sulla trasparenza e sulle modalità con cui l’emergenza arsenico è stata affrontata in questa parte del 2025.
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