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Addio a adelia nannarone, l’ultima a indossare ogni giorno il costume tradizionale di scanno

Il borgo di Scanno, in provincia dell’Aquila, perde una delle sue ultime testimoni vive di una tradizione antica che ha segnato la cultura locale per decenni. Adelia Nannarone, scomparsa a 93 anni, era la più giovane delle donne che ancora indossavano quotidianamente il costume tipico di questo paese famoso anche per il suo lago a forma di cuore. Il suo abito raccontava una storia che oggi rischia di svanire, mentre la comunità lavora per mantenere vivo questo patrimonio culturale.

Il costume tradizionale di scanno: un simbolo di identità e storia

Il costume femminile di Scanno rappresenta molto più di un semplice vestito. È un grande pezzo di stoffa, quasi dieci metri per la gonna a pieghe, un busto di lana chiamato “comodino” e il caratteristico “cappellitto” che si annoda in testa con lacci intricati. Questo abito ha accompagnato quotidianamente le donne del paese fin quasi alla metà del Novecento, distinguendo la vita di ogni giorno e le occasioni di festa. La sua complessità e il valore dei materiali usati lo rendono un capo di considerevole costo. Adelia Nannarone lo indossava dal giorno delle nozze, nel 1952, senza mai abbandonarlo, dentro e fuori casa.

Alcune donne preferivano rinunciare al tradizionale costume, e non per moda, ma soprattutto per ragioni economiche. Era infatti un investimento importante sia in termini di finiture che di materiali. Nel tempo, le nuove generazioni hanno imparato il modo corretto di indossarlo, spesso aiutandosi a vicenda nelle tecniche di vestizione, ma il costume ha perso la sua presenza costante nelle vie di Scanno. Le strade si sono così tinte di abiti comuni, sospingendo la tradizione in una posizione marginale. Questo mutamento ha accompagnato il cambiamento sociale ed economico del paese.

Il ruolo di adelia nannarone nella tradizione di scanno

Adelia non era solo una figura simbolo per il costume, ma anche un punto di riferimento quotidiano nella comunità. Figlia di una famiglia di pasticceri, svolgeva il suo lavoro dietro al bancone del negozio di famiglia, sempre vestita secondo la tradizione. Nel privato, si prendeva cura delle sue tre figlie mentre il marito lavorava lontano, nelle miniere di Monteneve, in provincia di Bolzano.

I nipoti, Giuseppe e Davide Cetrone, raccontano di come la nonna fosse una donna con una forte determinazione e impegno nella gestione della famiglia e delle finanze. Nonostante l’apparenza tradizionale, Adelia aveva una mentalità concreta e moderna. Era colei che prendeva le decisioni importanti, acquistando immobili e amministrando il patrimonio. Anche nei viaggi, in inverno al mare, manteneva il costume come elemento distintivo. La sua mente pratica la portava a suggerire ai familiari di celebrare la sua morte con allegria e un pranzo fuori, per non appesantire l’atmosfera.

Il passato e il presente del costume di scanno tra arte e comunità

Il costume ha attirato l’attenzione di celebri fotografi che lo hanno immortalato nel corso dei decenni, diventando un simbolo dell’identità di Scanno nel mondo. Mario Giacomelli con il suo celebre scatto “Scanno Boy”, oggi esposto al MoMA di New York, insieme a Henri Cartier-Bresson e Hilde Lotz-Bauer, ha documentato la vita del paese e le sue tradizioni. Queste immagini raccontano una realtà in cui il costume era quasi una seconda pelle per molte donne.

Oggi, senza Adelia, restano poche custodi della tradizione: sua sorella Anna, 96 anni, e Margherita Ciarletta, 94. Il Comune di Scanno ha avviato l’iter per il riconoscimento del costume come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’UNESCO. Questo passaggio è considerato fondamentale per proteggere una usanza che rischia di scomparire e per sostenere il senso di appartenenza di una comunità che si confronta con il cambiamento.

Le reazioni della comunità e il legame con la tradizione

Il ricordo di Adelia Nannarone è vivo nel cuore degli abitanti di Scanno. Il sindaco Giovanni Mastrogiovanni ha espresso il dispiacere per la perdita di una donna che incarnava con orgoglio le radici culturali del paese. La sua figura ha contribuito a mantenere stretti i legami con il passato e a trasmettere un’identità che il borgo intende conservare.

L’attenzione verso la tradizione non è solo un fatto simbolico, ma coinvolge la vita quotidiana e la memoria collettiva. Senza le ultime portatrici di questo costume, il rischio è che le nuove generazioni si distacchino ancora di più da un segno distintivo di Scanno. La sfida per il futuro resta quella di conciliare modernità e rispetto per le antiche usanze, tra ricordi e progetti da realizzare.

Monica Ghilocci

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