Un uomo di 70 anni di Ferentino era stato arrestato con l’accusa di violenza domestica contro la compagna e la figlia, ma le accuse si sono rivelate infondate dopo una serie di verifiche e la confessione della convivente. La vicenda, che aveva suscitato clamore per le presunte aggressioni, è stata sconvolta da nuovi elementi emersi durante l’interrogatorio di garanzia.
Il 5 luglio scorso i carabinieri della compagnia di Anagni avevano eseguito a Ferentino un’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari per un settantenne, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Frosinone. L’uomo era stato accusato di ripetute aggressioni fisiche e psicologiche ai danni della convivente e della figlia. Secondo la versione iniziale della donna, il 70enne aveva più volte maltrattato le due donne, sottoponendole a condizioni di oppressione e paura costante. L’ultima aggressione sarebbe avvenuta proprio nella notte del 5 luglio, quando l’uomo avrebbe fatto irruzione in casa e aggredito entrambe.
La moglie, però, durante questo episodio si era opposta all’aggressore e aveva chiamato i carabinieri, i quali avevano avviato le indagini e disposto il provvedimento restrittivo. Le accuse descrivevano una situazione di violenza e degrado familiare, con episodi violenti e continui comportamenti vessatori da parte dell’uomo.
La difesa, affidata all’avvocato Tony Ceccarelli, ha presentato durante l’interrogatorio di garanzia una serie di prove documentali che hanno messo in discussione l’intera accusa. Sono state mostrate fotografie recenti e d’archivio, scattate all’interno della famiglia, che mostravano momenti di serenità e armonia. Queste immagini suggerivano un contesto ben diverso da quello raccontato inizialmente, evidenziando un clima familiare pacifico e senza segni di violenza.
Durante l’interrogatorio, inoltre, sono emersi dettagli che hanno cambiato il quadro. Le foto sono state valutate dal magistrato come elementi concreti che non si conciliavano con le accuse pesanti rivolte al settantenne. La situazione ha iniziato così a precisarsi, rendendo necessario un approfondimento più attento delle testimonianze e delle circostanze.
“Queste immagini suggerivano un contesto ben diverso da quello raccontato inizialmente, evidenziando un clima familiare pacifico e senza segni di violenza.”
La compagna del 70enne, poco dopo l’arresto, ha ritrattato la sua versione iniziale. Ha ammesso di aver fornito una denuncia falsa, mossa dal desiderio di vendetta nei confronti del convivente. A motivare questa reazione, avrebbe spiegato, è stata l’intolleranza dell’uomo verso i suoi contatti con alcune persone e ambienti legati al consumo e alla cessione di droga.
Questa confessione ha ribaltato completamente la situazione, facendo cadere le accuse di violenza domestica. La denuncia iniziale si era rivelata uno strumento per colpire il partner, piuttosto che una verità riguardo a presunti maltrattamenti. Il giudice ha preso atto delle nuove dichiarazioni, valutando la fondatezza di un’accusa montata su falsità.
Vista la ricostruzione effettuata, il giudice per le indagini preliminari ha annullato le restrizioni disposte contro il 70enne di Ferentino. L’uomo è stato immediatamente liberato e tolto dall’obbligo dei domiciliari con braccialetto elettronico. Le forze dell’ordine avevano iniziato l’intervento partendo da una segnalazione che si è poi trasformata in un caso di denuncia infondata.
Il procedimento giudiziario proseguirà per verificare ulteriori aspetti della vicenda, soprattutto in relazione alle false dichiarazioni e alla possibile strumentalizzazione delle accuse di violenza. La mattina del rilascio ha segnato una svolta per l’indagato, che potrà tornare alla sua routine senza restrizioni di libertà.
Il caso di Ferentino ricorda la delicatezza di casi giudiziari dove accuse gravi vengono smentite da prove e riscontri concreti. La corretta applicazione del processo ha evitato che l’uomo rimanesse ingiustamente accusato davanti alla legge.
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