L’operazione “End to end” ha smantellato due gruppi criminali attivi tra Abruzzo e Lazio, responsabili di traffico di droga e reati violenti. Le forze dell’ordine hanno arrestato 26 persone, sequestrato ingenti quantitativi di stupefacenti e beni per oltre un milione di euro. L’indagine, partita dopo gravi episodi estorsivi in provincia di Pescara, ha rivelato strategie e metodi sofisticati usati dalle organizzazioni per mantenere il controllo sul territorio e coprire le attività illecite.
Il sequestro di droga e dei beni mobili e immobili
Nel corso delle indagini, sono stati sequestrati complessivamente 266 chili di hashish, 9 chili di marijuana e circa 3,5 chili di cocaina. Questi quantitativi indicano un traffico su larga scala, rivolto non solo ai mercati locali ma a un raggio più ampio. La droga veniva stoccata in depositi dislocati in Lazio e Abruzzo, ben coordinati per garantire un approvvigionamento costante.
Oltre agli stupefacenti, la polizia ha bloccato beni per un valore superiore a 1.360.000 euro tra denaro contante, conti correnti bancari, orologi di pregio, automobili e immobili. Questi sequestri hanno colpito la base economica della criminalità organizzata, limitando la capacità dei gruppi di finanziare nuove attività illegali o di corrompere altri soggetti. Il contrasto ai patrimoni illeciti rappresenta un tassello fondamentale nella lotta contro queste reti criminali molto ramificate.
Episodi di violenza e metodi intimidatori usati dai criminali
Le associazioni criminali mostravano particolare durezza nel riscuotere i crediti e nel mantenere il controllo del territorio. La violenza era pratica comune, rivolta sia ai clienti inadempienti sia ai membri stessi delle organizzazioni che trasgredivano le regole interne.
Non mancavano spedizioni punitive contro familiari e amici di chi doveva dei soldi. Tra gli episodi più gravi ci sono pestaggi e aggressioni, ma anche il lancio di bombe carta dentro le abitazioni delle vittime. Tali atti erano volti a seminare paura per mantenere il potere.
Tra gli episodi più allarmanti, durante un tentativo di fuga con un carico di droga, uno degli indagati ha tentato di sfuggire agli agenti sparando contro un poliziotto della squadra mobile di Pescara. L’agente è rimasto ferito, segno dell’inflessibilità e del carattere pericoloso delle persone coinvolte.
Struttura e modalità operative delle due organizzazioni
Le due associazioni criminali mostravano elevate capacità finanziarie, permettendo l’acquisto regolare di grandi quantità di droga. Le basi operative erano dislocate in punti strategici di Abruzzo e Lazio, dove venivano organizzati i rifornimenti e le spedizioni verso i clienti.
Gli organizzatori avevano sviluppato un sistema di comunicazione attraverso telefoni criptati, difficili da intercettare o decifrare anche in caso di sequestro. La scelta di questi dispositivi ha reso più complessa l’attività investigativa e spiegato il nome dato all’operazione. Per spostarsi, utilizzavano automobili prese a noleggio, cambiandole frequentemente per evitare di essere individuati dalle forze dell’ordine.
Il reclutamento di giovanissimi corrieri incensurati poi, mostrava una strategia precisa per rendere gli spostamenti meno sospetti. Questi corrieri venivano pagati con somme elevate per assicurarsi la loro collaborazione, ma erano spesso inconsapevoli del ruolo che ricoprivano all’interno dell’organizzazione.
Un altro accorgimento significativo riguardava la forma della droga, camuffata con una confezione che imitava panetti di note merendine e barrette di cioccolato: questo stratagemma serviva a rendere lo stupefacente meno riconoscibile durante i controlli. L’idea dimostra il livello di cura con cui mettevano a punto ogni dettaglio per eludere i controlli.
L’indagine e i primi arresti
L’inchiesta, condotta dalla squadra mobile di Pescara, è partita nell’autunno del 2023 e si è protratta per più di un anno. I primi 13 arresti sono scattati in flagranza di reato durante le fasi iniziali dell’attività investigativa. Questi arresti hanno permesso di bloccare subito alcune operazioni criminali e di raccogliere informazioni fondamentali per ricostruire i ruoli all’interno delle organizzazioni. A seguito di approfondimenti e di una complessa attività di coordinamento con altri reparti, sono stati eseguiti ulteriori 13 provvedimenti cautelari, questa volta emessi dal giudice per le indagini preliminari.
Le accuse rivolte agli indagati riguardano associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e, in alcuni casi, estorsione aggravata. La squadra mobile ha quindi portato alla luce non solo un’attività illecita di spaccio, ma anche episodi di violenza e intimidazioni ai danni di clienti e rivali. L’operazione ha avuto particolare rilievo per l’entità del sequestro e per il numero degli arresti, segnalando l’infiltrazione di forti compagini criminali nel centro Italia.
Le forze dell’ordine coinvolte e il coordinamento dell’operazione
Questa importante operazione ha visto la partecipazione di molte squadre mobili, tra cui quelle di Roma, Teramo, Latina, L’Aquila, Frosinone e Foggia. Il coordinamento è stato affidato al servizio centrale operativo della polizia di Stato, che ha diretto gli interventi sul territorio.
L’azione ha incluso anche reparti specializzati nella prevenzione e controllo del territorio provenienti da zone vicine, oltre al reparto di polizia penitenziaria della casa circondariale di Foggia. Il coinvolgimento di questi diversi reparti ha permesso di seguire le piste investigative su molteplici fronti, garantendo un’azione coordinata e integrata.
Gli arresti e i sequestri sono stati effettuati in più città, tra cui Cisterna, dove la squadra mobile di Latina ha eseguito una custodia cautelare in carcere su ordine della magistratura. La complessità e la vastità del lavoro sottolineano la presenza radicata di queste organizzazioni e la determinazione delle forze dell’ordine nel penalizzare la loro attività.