Il comune di Avellino si trova a un punto critico dopo il voto contrario al rendiconto di gestione 2024 da parte del consiglio comunale. A poco più di un anno dall’elezione della sindaca Laura Nargi, sostenuta da liste civiche, la situazione politica si è fatta tesa. Il respingimento del documento contabile apre la strada a possibili sviluppi che potrebbero portare allo scioglimento dell’assise cittadina.
Il voto contro il rendiconto e la sua importanza per il comune
Il consiglio comunale di Avellino ha respinto con 18 voti contrari e 13 favorevoli il rendiconto di gestione finanziaria relativo all’anno 2024. Questo documento è fondamentale perché rappresenta il bilancio consuntivo delle entrate e uscite del comune e consente di valutare la gestione economica dell’amministrazione. La mancata approvazione può avere serie conseguenze per l’ente, compresa la sospensione delle attività politiche in città.
Il ruolo dei gruppi civici contrari
Il gruppo dei consiglieri contrari comprende membri delle liste civiche principali della maggioranza, oltre ai deputati di opposizione. In particolare, i voti decisivi sono arrivati dai gruppi “Davvero” e “W La Libertà”, che fanno riferimento all’ex sindaco Gianluca Festa. Il loro schieramento contro il rendiconto ha ribaltato il risultato e ha sancito una forte spaccatura interna al consiglio. Questo voto ha mostrato come la maggioranza che sostiene Nargi sia ormai divisa su elementi fondamentali della gestione politica.
Crisi della maggioranza e dimissioni degli assessori
Da mesi la crisi dentro la giunta comunale di Avellino si era già manifestata, con segnali di tensione costante fra la sindaca Laura Nargi e i gruppi della maggioranza. Il momento di rottura è arrivato nelle ultime settimane quando i due gruppi civici principali, appunto “Davvero” e “W La Libertà”, hanno deciso di prendere le distanze dalla leadership di Nargi. Questa spaccatura ha portato alla decisione dei sette assessori designati dai gruppi di dimettersi in blocco.
Le dimissioni degli assessori hanno lasciato la giunta orfana di parte dei suoi rappresentanti, aggravando una situazione ormai difficile da controllare. La crisi politica si è focalizzata sull’incapacità di mantenere un equilibrio tra i vari alleati, portando a una paralisi istituzionale che rende complicata la normale amministrazione cittadina. La perdita del consenso interno ha ridotto drasticamente i margini di manovra della sindaca.
Conseguenze della crisi
La situazione esaspera la gestione amministrativa e rischia di compromettere l’azione politica sul territorio. L’assenza di un fronte compatto all’interno del consiglio comunale crea una fase di instabilità prolungata.
Le possibili conseguenze e l’intervento del prefetto
La legge impone che il rendiconto di gestione venga approvato dall’assise comunale entro termini stretti. In caso di mancata approvazione, il prefetto può intervenire per ripristinare la regolarità amministrativa. Nel caso di Avellino, il prefetto Rossana Riflesso ha avviato la procedura formale con la diffida ai trenta consiglieri a votare il documento entro venti giorni.
Se entro questo tempo il consiglio non dovesse approvare il rendiconto, si aprirebbe la strada allo scioglimento del consiglio comunale. Si procederebbe quindi con la nomina di commissari prefettizi per gestire le attività amministrative fino alla convocazione di nuove elezioni. Questo intervento rappresenta una sorta di azzeramento temporaneo della politica locale, necessario per garantire la gestione ordinaria del comune.
Ruolo del prefetto e tempistiche
Il prefetto Rossana Riflesso svolge un ruolo chiave nelle settimane a venire, monitorando il rispetto dei termini e coordinando eventuali soluzioni per evitare il commissariamento.
Il contesto politico e le tensioni dopo le elezioni
Le elezioni del 2023 avevano portato alla vittoria la sindaca Laura Nargi, sostenuta da gruppi civici senza un forte ancoraggio nei partiti tradizionali. Il suo successo aveva segnato un cambiamento nella guida di Avellino, ma la complessità della maggioranza ha mostrato fin da subito limiti e difficoltà. La frattura tra le liste civiche, evidenziatasi in questi mesi, ha minato la coesione e impedito progetti condivisi per la città.
Non a caso, l’appoggio di ex amministratori come l’ex sindaco Gianluca Festa ha creato tensioni latenti. I gruppi legati a Festa hanno assunto un ruolo decisivo nel voto contrario al rendiconto di gestione. La situazione attuale riflette le divisioni profonde di potere e visioni politiche dentro il consiglio, complicando le prospettive immediate per Avellino.
Il rischio di commissariamento arriva quindi come epilogo di una crisi ormai evidente da tempo, con ripercussioni sulla gestione ordinaria della città. L’intervento del prefetto sarà determinante per stabilire tempi e modalità di uscita da questa fase critica, ma il futuro politico del capoluogo irpino resta appeso ai prossimi sviluppi in consiglio.