Un ingente sequestro di droga avvenuto nel quartiere San Valentino di Latina ha portato alla luce un’attività di spaccio con un quantitativo sorprendente di sostanze stupefacenti. Nel processo si è discusso un accordo tra accusa e difesa per un giovane incensurato trovato in possesso della droga. La decisione finale riguarderà anche la modalità della pena.
L’operazione della polizia che ha smantellato il market della droga
Nell’ottobre del 2024, la squadra mobile di Latina insieme agli agenti del commissariato di Cisterna ha condotto un’importante operazione nel quartiere San Valentino. L’intervento ha portato alla luce un vero e proprio mercato della droga, che si era radicato nel territorio. Durante questa attività investigativa sono stati sequestrati oltre 12 chili di cocaina, un quantitativo fuori dal comune, e circa due etti di hashish, sostanze pronte per essere distribuite.
L’operazione ha richiesto un lavoro di indagine accurato e coordinato tra le forze di polizia locali, impegnate a interrompere rifornimenti e vendite che alimentavano il traffico illecito nell’area. L’area individuata era diventata un punto di riferimento per gli spacciatori, che avevano trovato modo di camuffare la loro attività in mezzo alla vita quotidiana del quartiere.
L’azione ha permesso di concentrare molte evidenze contro il sospettato principale, confermando un flusso costante di sostanze che sarebbe proseguito senza l’intervento delle forze dell’ordine. Importante è stato anche il lavoro di coordinamento con gli inquirenti per presentare un quadro solido in vista del processo.
Il processo e il patteggiamento per gianmarco torri
Ieri pomeriggio, presso il tribunale di Latina, si è svolta l’udienza che ha visto protagonista Gianmarco Torri, il 29enne fermato durante l’operazione di ottobre scorso. Nonostante il quantitativo eccezionale di droga, Torri si presentava come un giovane senza precedenti penali, un elemento che ha avuto un certo peso nelle fasi processuali.
Per il reato di detenzione ai fini di spaccio, l’avvocato difensore Mastrobattista e il pubblico ministero hanno raggiunto un accordo per il patteggiamento. La proposta prevede una pena di cinque anni di reclusione, che la giudice Laura Morselli ha deciso di accettare. Il patteggiamento ha evitato un processo pieno, contenendo così i tempi e le risorse del tribunale.
La scelta di accettare questa soluzione è stata forse influenzata dal fatto che si trattava della prima imputazione per Gianmarco Torri, elemento che ha potuto suggerire una misura meno severa rispetto a casi con precedenti. Resta però da definire quale tipo di detenzione sarà applicata.
La decisione sulla misura della pena tra carcere e domiciliari
La giudice Laura Morselli si è riservata la decisione riguardo alla misura detentiva da applicare. La questione cruciale è se Gianmarco Torri dovrà scontare la pena in carcere o ai domiciliari. La valutazione dipenderà dagli elementi presentati e dallo stato processuale del giovane.
Il tribunale dovrà considerare diversi fattori: la quantità di droga sequestrata, il fatto che si tratti di un primo reato, la condotta tenuta dall’imputato, oltre alla possibilità di adottare misure alternative alla detenzione in carcere. Le condizioni personali e familiari, insieme al rischio di reiterazione del reato, saranno elementi sulla bilancia al momento del verdetto finale.
In casi simili, capita che il giudice conceda i domiciliari motivando la scelta con la situazione personale dell’imputato e la volontà di evitare l’affollamento carcerario. Resta da vedere quale decisione verrà presa nelle prossime settimane, al termine della riflessione della magistratura.