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Come si formano i leader del futuro tra intelligenza artificiale e trasformazioni organizzative

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Il mondo della formazione manageriale affronta nuove sfide, tra rivoluzioni tecnologiche e cambiamenti negli equilibri geopolitici. A villa Campolieto, la business school Stoà ha ospitato un evento dedicato a come preparare i leader chiamati a gestire queste complessità. Il confronto ha visto protagonisti esperti di aziende, accademia e istituzioni, esplorando modelli formativi in linea con le esigenze del mercato globale e della rivoluzione digitale.

L’evento stoà: un punto di riferimento nella formazione manageriale

Oggi, la formazione dei dirigenti richiede un approccio capace di mixare saperi, esperienza sul campo e una visione ampia dei cambiamenti in atto. L’appuntamento organizzato da Stoà a villa Campolieto ha raccolto una platea di figure di spicco del mondo imprenditoriale e accademico. Stoà conta 35 anni di attività, con oltre 2700 diplomati di master e un tasso di inserimento nel lavoro che supera il 98% a sei mesi dalla fine del percorso. In questo contesto si sono confrontate opinioni e visioni sul futuro del management, che oggi deve necessariamente includere competenze digitali e adattabilità ai nuovi modelli organizzativi.

Paolo Scudieri, presidente di Stoà e dello stesso Adler Group, insieme a Enrico Cardillo, direttore generale della business school, hanno aperto i lavori richiamando l’importanza di una formazione che non si limiti a fornire nozioni, ma proponga contesti reali e sfide concrete per chi si affaccia al mondo delle imprese. L’evento è stato anche occasione per ascoltare le esperienze dirette di ex studenti oggi a capo di aziende di livello nazionale e internazionale.

Testimonianze e protagonisti della nuova leadership manageriale

Tra i protagonisti dell’evento ci sono stati gli Alumni di Stoà. Persone che, dopo la formazione, hanno raggiunto posizioni di rilievo nel loro settore. Alfonso De Gaetano, fondatore e ceo di Crurated nonché ex Google, ha condiviso la sua esperienza imprenditoriale basata sulle competenze apprese. Cristian Tarallo, direttore hr di Iveco Group, ha parlato della gestione delle risorse umane in un mondo che cambia. Rosario Pingaro, presidente e amministratore delegato di Convergenze, e Francesco Manzo, hr manager di Novartis, hanno completato il quadro con le loro testimonianze.

Ancora più rilevante è stata la presentazione del “Manifesto per una nuova management education”, un documento che sintetizza la filosofia formativa di Stoà. Il manifesto promuove la formazione di «learners», persone in grado di pensare in modo critico, sistemico e di adattarsi velocemente. Un modello concreto, basato su esperienze pratiche e su un atteggiamento mentale dinamico indispensabile nei contesti attuali contraddistinti dall’intelligenza artificiale, dall’economia digitale e dalla trasformazione delle imprese verso ecosistemi più complessi.

Nuovi percorsi formativi e incentivi per i laureati campani

L’evento ha visto anche la presentazione dei nuovi master in partenza per l’anno accademico 2025-2026, entrambi accreditati ASFOR e gratuiti per 20 giovani laureati residenti in Campania, grazie a un finanziamento regionale. Il master in direzione e gestione d’impresa , ora alla sua trentesima edizione, si propone di formare manager capaci di guidare le aziende nella transizione verso l’economia 5.0, integrando competenze interdisciplinari e orientamento all’innovazione. Il master in human resource management , giunto alla ventiduesima edizione, è specializzato nella gestione strategica delle risorse umane, affrontando temi come digitalizzazione, lavoro ibrido, sostenibilità e inclusione. Questo percorso, patrocinato dall’Associazione italiana direzione persone , risponde alle esigenze di un mercato del lavoro in continua trasformazione.

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Enrico Cardillo ha sottolineato che questi percorsi assicurano ai partecipanti la preparazione necessaria per assumere ruoli manageriali di rilievo, tenendo conto delle sfide attuali e dei cambiamenti continui nel campo della tecnologia e dei modelli di business. Il ruolo della formazione assume così un valore pratico, oltre che teorico, con una forte attenzione all’applicazione concreta.

Metodologia didattica e focus tematici

I master prevedono un impegno di 1600 ore divise tra lezioni in aula e stage in azienda. Il metodo adottato punta sull’apprendimento attivo, utilizzando laboratori, hackathon, simulazioni di scenari reali e percorsi di coaching personalizzati. L’obiettivo è sviluppare competenze concrete e pronte all’uso in vari ambiti chiave come l’intelligenza artificiale generativa, le piattaforme di business, l’analisi dei dati, la sostenibilità e la gestione dell’innovazione.

L’approccio didattico coinvolge i partecipanti in esperienze dirette, rafforzando capacità di problem solving e di gestione di situazioni complesse. La combinazione tra teoria e pratica vuole preparare figure pronte a rispondere all’evoluzione di mercati e tecnologie con soluzioni mirate e dinamiche.

Questi elementi contribuiscono a delineare un percorso formativo che non si limita allo studio tradizionale ma punta a creare leader capaci di guidare con efficacia le organizzazioni in uno scenario complesso e mutevole, fatto di sfide continue e opportunità da cogliere.

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