L’inchiesta sulla vendita di droga a Sabaudia ha portato a una sentenza di primo grado per una delle donne arrestate a inizio 2023. Il procedimento ha riguardato un gruppo accusato di aver gestito un’attività di spaccio di cocaina nel territorio, con arresti effettuati in febbraio di quell’anno. In particolare, una delle imputate ha scelto il rito abbreviato e ha ricevuto una condanna. Le indagini si sono sviluppate attraverso intercettazioni e controlli sul territorio, rivelando un’organizzazione attiva tra l’estate e l’autunno del 2022.
Come sono nate le misure cautelari a febbraio 2023
Il 2 febbraio 2023, la squadra mobile di Latina e la polizia giudiziaria della procura hanno eseguito una serie di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Latina. Gli arresti hanno riguardato quattro persone: Paolo Palombo, 41 anni, Fulvio Farano, 48, Fabiana Cocco, 30, e Maria Cricelli, 60. Tra questi, la donna di 30 anni e la sessantenne erano rispettivamente compagna e madre di Palombo, considerato il capo del gruppo.
Questa operazione ha chiuso una fase di indagini coordinate dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto Giuseppe Miliano. L’obiettivo era smantellare la rete di spaccio di cocaina attiva a Sabaudia. La complessità del caso è derivata dalla cautela usata dai sospettati nel nascondere la droga in più punti, cosa che ha complicato le ricerche e i sequestri.
Dinamiche dello spaccio e ruolo degli indagati
Secondo quanto rilevato durante l’inchiesta, i quattro avevano un ruolo definito nella vendita illegale di cocaina nella zona di Sabaudia. Paolo Palombo emergeva come figura centrale, mentre gli altri avevano compiti subordinati nella gestione dello smercio. Le cessioni avvenivano con una certa frequenza e coinvolgevano una vasta platea di consumatori locali tra l’estate e l’autunno del 2022.
L’organizzazione mostrava attenzione nel scegliere i luoghi dove occultare lo stupefacente, rendendo difficile l’azione degli investigatori. Nonostante gli sforzi, le forze dell’ordine sono riuscite a recuperare alcune dosi di droga nel corso delle verifiche sul territorio, e ad applicare sanzioni amministrative contro diversi assuntori individuati durante gli accertamenti.
Processo abbreviato e sentenza per fabiana cocco
Fabiana Cocco era stata arrestata insieme agli altri ma poi scarcerata dal tribunale del riesame. Nei mesi successivi ha scelto il rito abbreviato, procedimento giudiziario che consente di ottenere una sentenza più rapida a fronte della rinuncia all’appello. A gennaio 2025, davanti al gup del tribunale di Latina, la sua posizione si è conclusa con una condanna a 2 anni e 9 mesi di reclusione.
I suoi legali, Massimo D’Ambrosio e Francesco Pietricola, hanno seguito il caso dall’arresto fino alla definizione del procedimento. La sentenza conferma la gravità delle accuse, basate sulle prove raccolte nell’indagine del 2023. Il risultato giudiziario evidenzia come la donna abbia avuto una parte attiva nell’attività criminale.
Prove e riscontri acquisiti con intercettazioni e perquisizioni
L’inchiesta ha tratto vantaggio da intercettazioni telefoniche e dall’installazione di telecamere nelle zone interessate alle cessioni di droga. Questo ha permesso di monitorare i movimenti degli indagati e gli incontri con diversi acquirenti. Un ruolo chiave è stato giocato anche dalle perquisizioni domiciliari, che hanno portato al ritrovamento di materiale utile per l’attività di spaccio.
Un episodio significativo si è verificato il 19 ottobre 2022, quando gli agenti hanno ispezionato l’abitazione di Palombo. In quell’occasione hanno sequestrato un’agenda che contiene la contabilità delle quantità vendute e dei guadagni, un bilancino di precisione importantissimo per pesare la droga, qualche involucro dotato di calamita per nascondere meglio le dosi e il materiale per confezionare le sostanze da spacciare.
Questi elementi hanno consolidato la tesi accusatoria, confermando che la casa del 39enne era il punto di riferimento principale per chi acquistava la cocaina nella zona. La prova dell’organizzazione e della continuità dell’attività di spaccio ha fatto da fondamento al processo e alle ordinanze.