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Convegno nazionale “città ideali” a viterbo: un nuovo percorso per lo sviluppo urbano di qualità

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La recente edizione del convegno nazionale “città ideali” si è svolta nell’Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino, a Viterbo, attirando amministratori, studiosi e cittadini interessati a un cambiamento concreto nel modo di pensare e praticare lo sviluppo urbano. La manifestazione ha segnato l’inizio di una rete che unisce città italiane ed europee attorno a un modello dove cultura, architettura e sostenibilità si intrecciano. Tra i partecipanti ha spiccato Sabaudia, una realtà che rappresenta un esempio concreto nel campo dell’architettura razionalista, seguita da università straniere e apprezzata per il valore modellatore del suo territorio.

Il confronto tra diversità e ricchezza culturale nelle città italiane

Nelle due giornate di discussione, il salone affrescato dell’Abbazia ha raccolto volti diversi dall’Italia e dall’Europa. Tra proposte e spunti, è emersa la consapevolezza che la valorizzazione di una città non può mai prescindere dalla sua storia, dal tessuto sociale e dai patrimoni che custodisce. La ricchezza di un territorio deve accompagnarsi all’attenzione per la vivibilità e la capacità di reinventarsi senza cancellare le proprie radici.

Questo approccio, che non teme confronti tra aree differenti, permette di valorizzare sia metropoli consolidate che realtà minori, spesso dimenticate. Le “città ideali” prendono forma proprio da questa varietà, che genera confronto e fa crescere idee. La sostenibilità, il turismo culturale e il recupero di bellezza diventano così elementi concreti da coltivare anziché semplici slogan.

L’incontro a viterbo ha quindi posto le basi per un modo nuovo di vedere le città, come spazi da abitare nel presente ma anche da custodire per le generazioni future. I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di progetti condivisi e di scambi continui fra territori diversi, cosi da generare un modello valido e replicabile.

Dalle idee ai progetti: scenari per il futuro urbano

Il convegno nazionale “città ideali” ha mostrato come oggi si possa passare dalle parole ai fatti. Le città coinvolte sono chiamate a lavorare su progetti concreti che trasformino le riflessioni in interventi tangibili. La rete che si sta formando rappresenta un’opportunità per interrogarsi sulle priorità urgenti delle comunità, siano esse legate alla tutela del paesaggio, alla gestione del patrimonio storico o alle esigenze di chi vivrà in quei luoghi domani.

Per Sabaudia, come per altre città, queste sfide significano mettere in pratica scelte urbanistiche che rispondano a diversi bisogni, mantenendo il legame con le proprie caratteristiche identitarie ma guardando al cambiamento necessario in modo realistico. Il dibattito non si è limitato alla teoria, ma ha cercato di definire strumenti e occasioni per sviluppare proposte che sappiano coinvolgere cittadini, artisti, tecnici e amministratori.

La rete di “città ideali” punta a diventare un laboratorio permanente dove la cultura e l’architettura siano chiavi di volta, senza dimenticare il rispetto per l’ambiente e la vivibilità. L’obiettivo è mettere in campo processi capaci di rigenerare, senza appesantire né stravolgere, perché la sfida urbana oggi passa dalla qualità dello spazio vissuto, non dal mero incremento di nuove costruzioni o infrastrutture.

Lo scambio tra le realtà coinvolte potrebbe allargarsi e dare vita a progetti condivisi che coinvolgano più territori, creando una forma di collaborazione che va oltre i confini tradizionali di comuni o regioni. Le “città ideali” dunque si fanno strumento di dialogo e azione, per disegnare un futuro urbano più umano e meno standardizzato.

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Il contesto e gli obiettivi del convegno a viterbo

Il convegno, organizzato da Italian Human Connections e sostenuto dal ministero della Cultura insieme a diversi enti locali, si è svolto nella cornice storica dell’Abbazia di San Martino al Cimino, un luogo carico di memoria e valore artistico. L’iniziativa ha raccolto un folto pubblico per due giorni di dibattiti e incontri, durante i quali si sono messe sul tavolo idee e progetti per immaginare un tipo di sviluppo urbano capace di superare la semplice espansione edilizia. L’intento principale è stato quello di dare avvio a una rete di città — anche oltre i confini nazionali — che guardano allo spazio urbano non come a un luogo da consumare ma come a un contesto da valorizzare attraverso la cultura e l’architettura, pensando al futuro con attenzione all’ambiente e all’identità locale.

Tra i temi trattati, il confronto ha toccato questioni di sostenibilità ambientale, la necessità di un turismo che rispetti i patrimoni culturali, e l’idea di una “bellezza” da ritrovare nelle città spesso trascurate o invecchiate. In questo senso il convegno ha superato la dimensione accademica o istituzionale, coinvolgendo direttamente chi abita queste realtà e si fa promotore di un cambiamento pratico, dando voce a amministratori così come a professionisti e cittadini.

La partecipazione di sabaudia e il ruolo dell’arte razionalista

Sabaudia ha giocato un ruolo di primo piano nel convegno con l’intervento dell’assessore all’Urbanistica Vittorio Tomassetti. La città, fondata negli anni Trenta e riconosciuta in tutto il mondo per la sua architettura razionalista, ha ribadito la sua disponibilità a contribuire attivamente alla rete delle città ideali. Sabaudia è considerata un modello quasi unico di pianificazione urbana degli anni del fascismo, e oggi valorizzata soprattutto per il modo in cui ha preservato le caratteristiche originali del suo impianto.

L’interesse per Sabaudia non viene solo dall’Italia. Molte università straniere studiano la città come caso di riferimento, sia per capire le scelte compositive del razionalismo, sia per analizzare le modalità con cui si affronta la relazione tra natura e architettura in un contesto costiero. Questo profilo ha permesso a Sabaudia di posizionarsi come esempio concreto di patrimonio architettonico da proteggere ma anche di realtà capace di interpretare lo sviluppo con una chiave culturale e sostenibile.

L’annuncio di Tomassetti ha confermato l’intenzione di Sabaudia di rafforzare le connessioni con altre città europee per scambiare esperienze e idee su come gestire urbanisticamente spazi e risorse, nelle sfide di oggi. La rappresentanza sabaudiana, in un contesto così ricco di interlocutori, ha scandito con chiarezza che si tratta di un percorso collettivo che guarda alla qualità della vita nelle città, oltre a quei meri criteri economici o funzionali.

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