Lo scorso aprile, Confagricoltura Lazio ha preso parte a un incontro promosso da Centrale del Latte di Roma, che ha riunito le principali sigle rappresentative del settore lattiero-caseario della regione. L’obiettivo era tracciare un quadro aggiornato della situazione e definire le future direzioni da seguire per il comparto nel Lazio. La partecipazione di tutte le voci della filiera sottolinea la volontà di trovare soluzioni condivise a una fase di trasformazione per questo segmento produttivo.
Centrale del Latte di Roma ha scelto di convocare un confronto tra tutte le grandi organizzazioni regionali che operano nella filiera del latte. Questo approccio ha portato a un’assemblea aperta e rappresentativa, differenziandosi da iniziative precedenti dove gli operatori tendevano a muoversi in modo più isolato. L’iniziativa voleva mettere a fuoco le criticità attuali del settore e le opportunità di miglioramento, coinvolgendo soggetti diversi ma complementari: produttori, trasformatori, associazioni agricole e istituzioni locali.
Lo spirito dell’incontro, allora, è stato quello di una collaborazione per affrontare insieme le sfide legate a competitività, qualità produttiva e mercato regionale del latte. Centrale del Latte di Roma si è fatta promotrice di questa strategia includente per creare un quadro di azione condiviso che possa poi tradursi in interventi concreti, calibrati sulle esigenze di tutti gli attori.
Antonio Parenti, presidente di Confagricoltura Lazio, ha voluto mettere in rilievo il metodo scelto da Centrale del Latte di Roma durante l’incontro. Parenti ha sottolineato che questo tipo di approccio “sistemiico” è una strada su cui Confagricoltura ha da tempo insistito. Coinvolgere tutti i soggetti della filiera, mettendo in campo un dialogo esteso e strutturato, può dare origine a iniziative più solide e adatte a garantire la sopravvivenza del settore regionale.
Parenti ha ribadito quanto sia importante concentrare gli sforzi sull’ammodernamento della cooperazione tra produttori. In particolare la necessità di migliorare la qualità delle produzioni è stata indicata come una priorità per mantenere viva e redditizia l’attività nelle aziende laziali. Senza una progressiva valorizzazione del prodotto finale, si rischia che la filiera si sgretoli o perda la sua identità territoriale.
L’interlocuzione aperta emerge come un primo passo verso un coordinamento più stabile e duraturo tra gli operatori. Questo, secondo Parenti, dovrebbe tradursi nell’istituzione di un tavolo permanente in Regione Lazio. Tale organismo avrebbe il compito di integrare le politiche di supporto, monitorare l’evoluzione della filiera e favorire interventi condivisi tra istituzioni pubbliche, imprese agricole e trasformatori industriali.
Il tema della qualità del prodotto lattiero-caseario si conferma come il principale elemento per assicurare il futuro del settore laziale. Durante l’incontro, è stata ribadita la necessità di continuare su questa strada, senza disperdere energie in politiche frammentarie o interventi di breve respiro.
Migliorare il livello qualitativo significa anche garantire una produzione che possa conservarsi a carattere regionale, con caratteristiche distintive rispetto alla concorrenza nazionale o internazionale. Questo permarrebbe un vantaggio competitivo in un mercato sempre più attento all’origine e alle particolarità alimentari.
La sostenibilità economica delle aziende agricole dipende molto da questo equilibrio tra qualità, valorizzazione e riconoscibilità del prodotto sul mercato. Solo con una strategia coordinata e una maggiore integrazione tra i diversi segmenti della filiera si potrà evitare la dispersione di risorse e la perdita di quote significative nel comparto.
Il confronto durato nei giorni scorsi a Roma rappresenta quindi un momento importante di ascolto e progettazione, in vista di azioni condivise che potrebbero imprimere una nuova direzione alla realtà lattiero-casearia laziale. Le prossime mosse di Regione Lazio, produttori e operatori saranno cruciali per tradurre questa sintesi in risultati concreti per le aziende e per il territorio.
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