Il teatro sannazaro di napoli ospita il primo luglio alle 21 la prima rappresentazione di ‘confusioni‘ di alan ayckbourn, nell’ambito del campania teatro festival. La pièce propone cinque atti unici legati da personaggi ricorrenti, esplorando con ironia e realismo le complesse relazioni umane. La produzione è curata dall’associazione culturale nouveau théâtre de poche con un cast composto da massimo de matteo, angela de matteo, luciano giugliano, stefania remino e la partecipazione di ernesto lama. Costumi, scene e musica sono affidati a chiara aversano, marianna antonelli e mariano bellopede, mentre la regia è di peppe miale.
‘confusioni‘, opera scritta nel 1974, si conferma ancora oggi per l’attualità degli argomenti trattati. Il testo, strutturato in cinque atti unici autonomi ma collegati da personaggi ricorrenti, alterna toni che spaziano dall’assurdo al grottesco, dalla farsa al realismo. Questa commistione restituisce un ritratto frammentato delle difficoltà comunicative tra individui in ambito familiare e sociale. Il drammaturgo britannico, attraverso questi micro-racconti, mette a nudo una sordità emotiva profonda e sistemica che impedisce una vera relazione tra le persone. Di fatto, i personaggi rimangono intrappolati dentro un isolamento doloroso, vittime di incomprensioni e solitudini.
Ogni atto si concentra su una situazione differente ma connessa dal tema centrale. Da questo emerge un quadro complesso di rapporti umani interrotti, senza sbocchi di dialogo reale. Il tono della commedia alterna momenti di leggerezza a passaggi più intensi, ma il filo che unisce tutte le scene è il progressivo distacco dei personaggi l’uno dall’altro. Questa combinazione permette allo spettatore di osservare differenti lati della stessa problematica, magari riconoscendo situazioni simili vissute in famiglia o nella quotidianità, e riflettere sul peso del non detto e del mancato ascolto.
Il primo atto, intitolato figura materna, introduce una donna intrappolata nel suo ruolo di madre che non riesce più a considerare gli altri come adulti. Per lei, tutti sembrano bambini a cui dover continuamente badare. Questa visione rigidamente protettiva isola la protagonista e limita gli scambi reali con chi la circonda, generando un clima di frustrazione.
In al bar, invece, si osserva una situazione di tensione mascherata da tentativo di seduzione: il marito, reduce da un viaggio di lavoro, cade sotto l’influsso dell’alcol e tenta di approcciare una ragazza riluttante in un bar anonimo di provincia. Qui la scena leggermente comica si carica di un certo disagio, evidenziando le crepe nei rapporti interpersonali.
Tra un boccone e l’altro offre al pubblico lo sguardo silenzioso di un cameriere che assiste da vicino a due liti coniugali. Il crescendo di tensione e la sovrapposizione delle discussioni mettono a nudo un tessuto familiare spezzato, in cui le parole finiscono per ferire anziché comunicare.
La festa di gosforth mette in scena una celebrazione campagnola destinata al collasso. L’ossessivo organizzatore cerca con fatica di mantenere un’apparenza di armonia, ma la fallimentare gestione degli eventi traduce in un disastro finale che rispecchia il caos delle relazioni umane.
Infine, due chiacchiere al parco propone cinque personaggi immersi ognuno nel proprio monologo interiore che non riesce a trovare rispondenza negli altri. Non si stabiliscono contatti reali e il silenzio domina la scena.
La produzione presentata a napoli trova una sintesi tra recitazione, scenografia e musica live. Il cast formato da massimo de matteo, angela de matteo, luciano giugliano, stefania remino ed ernesto lama dà voce a personaggi spigolosi e complessi. Ciascun attore interpreta figure che oscillano fra comicità e dramma, riuscendo a trasmettere la fragilità nascosta dietro le quotazioni facciate. I costumi di chiara aversano personalizzano i ruoli, riflettendo status e carattere dei personaggi ma senza eccessi.
Il lavoro scenico di marianna antonelli crea spazi intimi e al tempo stesso distanti, amplificando la sensazione di isolamento che permea ogni atto. Le scene restano essenziali, quasi didascaliche, per non distogliere l’attenzione dalle interazioni, ma giocano un ruolo chiaro nel rafforzare il pathos della pièce. L’accompagnamento musicale affidato a mariano bellopede al pianoforte sottolinea momenti di tensione e di sospensione, senza mai sovrastare le parole e i silenzi degli attori.
La regia di peppe miale dirige la messa in scena con un tocco calibrato, che valorizza la drammaturgia mantenendo il ritmo e la varietà dei cinque atti. La sua gestione delle pause, degli sguardi e dei movimenti degli interpreti arricchisce la narrazione senza appesantirla. L’allestimento nel complesso ricostruisce con cura l’atmosfera di un teatro di provincia alle prese con storie comuni, capaci però di riflettere problemi universali e attuali.
Il debutto di ‘confusioni‘ al teatro sannazaro conferma la vitalità di un drammaturgo classico come alan ayckbourn, capace di raccontare schegge di umanità difficili da tradurre in parole, lasciando un senso di inquietudine e riflessione inerente alle relazioni contemporanee. Il pubblico napoletano potrà assistere a una serata di teatro fatta di dialoghi intensi, situazioni paradossali e una messa in scena che costruisce con rigore i vari livelli di significato della commedia.
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