Un terremoto ha fatto tremare l’area dei Campi Flegrei poco prima delle 13, scuotendo Bacoli e l’intera zona. La scossa è stata percepita con chiarezza anche a Napoli, dove molte persone sono uscite di casa spaventate dal movimento improvviso. Il sisma ha raggiunto una magnitudo pari a 4.6, valore che non si registrava da quattro decenni nella zona.
Caratteristiche della scossa e dati sismici
Il sisma si è verificato alle 12:47 con l’epicentro individuato nell’area di Bacoli, comune che si affaccia sul Golfo di Pozzuoli. La profondità dell’origine è stata stimata intorno ai 5 chilometri, indica una fonte abbastanza superficiale, capace quindi di generare sensazioni forti anche a distanza. La magnitudo, pari a 4.6 gradi della scala Richter, rappresenta il valore più alto misurato nella zona flegrea negli ultimi 40 anni. In particolare, si registra un parallelo con un evento simile avvenuto nella notte tra il 13 e 14 marzo scorso.
Le agenzie competenti hanno pubblicato i dati ufficiali pochi minuti dopo il terremoto, confermando questi parametri. La misurazione della profondità e dell’intensità ha permesso di stabilire l’entità dell’evento entro i limiti della normale attività sismica locale, ma con un picco di energia particolarmente marcato. L’area dei Campi Flegrei è nota per la sua attività vulcanica e geotermica, e le scosse in questa regione sono seguite con attenzione dagli esperti.
Reazioni della popolazione e situazione nel napoletano
Il terremoto è stato ben percepito non solo nei piccoli comuni limitrofi ma anche nella grande città di Napoli, dove si è diffusa rapidamente la notizia. Molti abitanti del capoluogo partenopeo, avvertendo il tremore, hanno reagito uscendo di casa per mettersi in sicurezza e capire cosa stesse accadendo. Le strade si sono così temporaneamente riempite di persone, in cerca di aria aperta e punti sicuri.
Le autorità locali non hanno segnalato danni gravi o feriti nelle prime ore dopo la scossa, ma la tensione rimane elevata a causa dell’intensità del movimento. La protezione civile ha invitato a mantenere la calma e a seguire le indicazioni fornite, ricordando che la zona è sotto monitoraggio costante. Alcuni cittadini hanno condiviso sui social la loro esperienza, descrivendo il rumore forte e il movimento oscillante percepito negli edifici.
L’episodio ha riportato sul tavolo la questione della vulnerabilità sismica degli edifici nell’area metropolitana e della necessità di aggiornare i piani di emergenza. Molti residenti hanno ricordato scosse precedenti, ma quella di oggi si è distinta per l’energia liberata e la profondità ridotta.
Contesto geologico e importanza del monitoraggio nella zona flegrea
L’area dei Campi Flegrei rappresenta una delle zone più studiate d’Italia per la sua complessità geologica. Si tratta di un sistema vulcanico attivo che comprende numerosi crateri e faglie sotterranee. Le continue variazioni nel sottosuolo generano periodicamente terremoti e fenomeni di bradisismo, cioè il lento innalzamento o abbassamento del terreno.
La scossa di magnitudo 4.6 rientra nel novero di eventi che possono avvenire in una regione simile, ma resta di rilievo per la magnitudo elevata rispetto alla norma. Gli istituti di sismologia monitorano costantemente le attività in quest’area, utilizzando reti di sensori e strumenti di osservazione satellitare.
L’allerta e il controllo sul territorio
L’allerta per la popolazione è gestita con attenzione, perché qualsiasi variazione potrebbe avere conseguenze sul traffico di gas sotterranei e su eventuali eruzioni. Il controllo resta vigile e le autorità invitano a segnalare ogni sensazione anomala, anche minima.
La storia recente dimostra come i Campi Flegrei abbiano un talento per eventi sismici ricorrenti, che a volte si presentano in maniera più violenta. Gli abitanti conoscono bene questi rischi, ma la scossa odierna conferma che nulla va sottovalutato.