Fumone, un borgo storico situato nel cuore del Lazio, ha deciso di competere per diventare capitale italiana della cultura nel 2028. La richiesta è stata formalizzata entro il termine fissato al 3 luglio, rispondendo con determinazione all’appello del Ministero della Cultura. Questa candidatura vuole costruire un racconto in cui si mescolano memoria storica, identità locale e un richiamo profondo alla spiritualità, con un occhio puntato anche sui piccoli centri e sulla loro importanza nel tessuto culturale nazionale.
La figura di papa celestino v e il suo legame con fumone
Il fulcro della candidatura di Fumone si basa sulla storia di papa celestino v, un pontefice che rappresenta un simbolo importante per il borgo e per la narrazione culturale proposta. Celestino v fu prigioniero proprio nel castello che ancora oggi domina il paese. Quella fortezza non è solamente un monumento, ma un segno concreto di un passato che parla di spiritualità e ritiro dal mondo. Nel tempo, il castello ha assunto il ruolo di luogo destinato alla memoria e alla riflessione, una sorta di spazio sacro che continua a esercitare fascino e attrazione.
Un anno giubilare di rilievo
Questa dimensione si amplifica nell’anno giubilare, evento che conferisce ulteriore senso a un progetto che vuole intrecciare tradizione religiosa e vita culturale. Fumone si presenta così come un rifugio dove meditazione e cultura si fondono, in un contesto paesaggistico di grande suggestione. La candidatura intende valorizzare questa eredità, proponendo alla comunità nazionale e internazionale un’esperienza significativa che non si esaurisce nel semplice turismo.
Coinvolgimento delle realtà locali e impegno per un futuro sostenibile
Nel disegno della candidatura, spicca il ruolo attivo delle associazioni culturali, delle realtà ecclesiali e della comunità fumonese. Il progetto propone di organizzare una serie di eventi e itinerari pensati per mettere in dialogo storia, arte, spiritualità e creatività contemporanea. L’obiettivo va oltre la promozione immediata di Fumone come destinazione culturale: si tratta di mettere in moto un modello replicabile per piccoli borghi, spesso trascurati, ma custodi di patrimoni importanti.
Questa prospettiva punta a connettere radici storiche con uno sviluppo culturale e turistico che tenga conto del territorio e delle sue capacità. L’idea è che la valorizzazione culturale possa rappresentare un volano per la vita sociale ed economica senza compromettere l’identità e la qualità ambientale. La proposta di Fumone mette così al centro una visione che aspetta conferma nella valutazione ministeriale, ma che vuole delineare un futuro più vivibile e ricco di contenuti per i piccoli centri.
Parole del sindaco matteo campoli sulla candidatura di fumone
Il sindaco di Fumone, Matteo Campoli, ha spiegato il senso della candidatura con parole che mostrano una certa convinzione. Ha detto che il progetto nasce dalla volontà di portare alla luce un patrimonio storico e umano che il borgo possiede, mettendolo in connessione con un momento speciale per l’Italia e per la chiesa: il giubileo. Questo evento, infatti, rende la proposta di Fumone particolarmente rilevante perché rappresenta un’occasione per accogliere visitatori in un contesto che richiama una spiritualità intensa.
Campoli ha sottolineato come Fumone racconti una storia profonda ma sappia anche guardare avanti. La scelta di papa celestino v come simbolo riflette un bisogno di silenzio e introspezione che, secondo il sindaco, è molto sentito oggi. Questa lettura del borgo non solo come luogo storico ma anche come spazio capace di parlare al presente e ai tempi che verranno, orienta il lavoro fatto attorno alla candidatura. Le parole del sindaco evidenziano il legame tra il passato e le sfide culturali di oggi, un filo conduttore che attraversa l’intero progetto di contaminazione culturale e spirituale.