L’arte della moda incontra i paesaggi italiani nella collezione primavera/estate 2026 di Homme Plissé Issey Miyake. Il brand, ospite d’onore a pitti uomo 108, ha scelto di raccontare l’Italia attraverso una palette di colori ispirati ai suoi borghi, città e natura, catturati in un viaggio da nord a sud. A Firenze, la villa medicea La Petraia ha ospitato una sfilata che unisce tradizione artigiana e innovazione tecnologica, dove ogni dettaglio richiama la varietà cromatica e il carattere dei luoghi italiani.
Un viaggio cromatico tra paesaggi e architetture italiane
Il team creativo di Homme Plissé Issey Miyake ha selezionato oltre 200 colori percorrendo l’Italia, dalle persiane verdi delle case storiche di Genova al blu profondo dei gozzi nel porto. Il rosa delicato che colora le Cinque Terre, i verdi intensi delle colline toscane, fino ai grigi metallici dei grattacieli di Milano. Il rosso veneziano e i marroni delle lagune completano il quadro, restituendo la varietà dello scenario italiano.
Da questa ricchezza cromatica, sono stati scelti 39 colori che ora definiscono la collezione, sotto il nome “Amid Impasto of Horizons”. L’ispirazione prende forma proprio dalle atmosfere naturali e culturali del paese, offrendo un racconto visivo che si materializza negli abiti. La ricerca del colore diventa quindi protagonista, tanto da essere rappresentata anche nell’invito alla sfilata, accompagnato da un piccolo pennello da pittore, simbolo di creatività e manualità.
L’iconico plissé giapponese in chiave sostenibile
Ogni capo della collezione si basa su un tessuto jersey di poliestere, realizzato in Giappone con macchinari specifici capaci di piegare il tessuto a plissé in modo morbido e resistente. Questo procedimento permette al materiale di asciugare rapidamente e mantenere la sua forma nel tempo, senza perdere le sue caratteristiche.
Il brand sottolinea come i capi prodotti da oltre dieci anni si possano ancora indossare e abbinare senza dissonanze alle nuove proposte. “Questo conferma una filosofia di moda che guarda alla longevità piuttosto che alla rapidità del consumo”, con modelli pensati per durare. L’equilibrio tra tradizione e innovazione si riflette nel tessuto e nelle forme, volte a garantire comfort e funzionalità, pur mantenendo un’estetica precisa.
Dettagli e novità presentate nella sfilata a villa la petraia
La passerella fiorentina ha mostrato una selezione di modelli iconici accanto a nuove creazioni. Tra queste spicca il gilet monospalla multitasche, pensato per chi lavora con pennelli o semplicemente ha bisogno di tenere a portata di mano molti oggetti durante la giornata. Le giacche, sia monopetto che doppiopetto, sono caratterizzate dalla plissettatura, che dona movimento e leggerezza.
Notevoli anche i capi funzionali come la borsa trasformabile in trench, soluzione innovativa che unisce praticità e design. Una linea sartoriale si basa su una texture simile al lino, dalla struttura compatta ma leggera, capace di vestire silhouette più nette. Il gioco di colori varia da tonalità sfumate fino a flash di colori vivi, come il giallo limone, scelto come omaggio all’Italia.
Open studio: progetto globale della maison
L’evento fiorentino rappresenta il primo passo di un progetto più ampio chiamato Open Studio. Questo iniziativa vedrà Homme Plissé Issey Miyake viaggiare in diverse città del mondo, presentando le collezioni in contesti culturali differenti e studiando nuovi spunti creativi e tecnici. L’obiettivo è raccogliere esperienze dirette, intrecciare storie locali e tecnologia per sviluppare nuove collezioni.
Mostra sulla genesi della collezione: dietro le quinte dello studio creativo
All’interno di villa La Petraia è stata allestita anche una mostra ideata dal Misawa Design Institute del Nippon Design Center. L’esposizione racconta passo dopo passo come nasce la collezione primavera/estate 2026. Vengono illustrati materiali, studi di colore e soluzioni tecnologiche legate alla plissettatura.
Il visitatore può scoprire le fasi che portano dal concept alla realizzazione finale, osservando prototipi, strumenti e schizzi. Questa esposizione offre uno sguardo diretto sul lavoro artigianale e tecnico che sottende ogni capo. Mostra così quanto si nasconde dietro un brand che, pur con radici giapponesi, ha scelto l’Italia come materia viva per contaminare i suoi abiti.
