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I protagonisti di latina ricordati in strade, scuole e luoghi pubblici della città

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Latina conserva nei nomi delle sue strade, scuole e strutture pubbliche la memoria di cittadini che hanno lasciato un segno nel territorio e nella storia locale. Le intitolazioni raccontano storie di impegno, lotta, passione e dedizione, spesso ignorate dalle nuove generazioni. Ogni luogo pubblico che riporta un nome è un richiamo a personalità che hanno contribuito a costruire l’identità e il tessuto sociale di questa città del Lazio meridionale. Scoprire chi sono questi personaggi, dai pionieri della bonifica ai protagonisti culturali e sportivi, permette di ripercorrere la storia di Latina e del suo sviluppo.

Natale prampolini e la bonifica dell’agro pontino

Natale Prampolini, uomo chiave nella bonifica dell’agro pontino, è ricordato con un piazzale che si affaccia sull’ingresso dello stadio comunale di Latina. Nato nel 1876 a Villa Ospizio in provincia di Reggio Emilia, fu un agronomo e appassionato della modernizzazione agraria. Si dedicò alla meccanizzazione delle campagne e all’uso di concimi chimici prima di concentrarsi sulle enormi opere idrauliche necessarie a prosciugare la Palude Pontina. Nel 1918, quando la bonifica venne divisa in due consorzi, Prampolini fu chiamato a dirigere entrambi. Le sue attività dal 1923 e dal 1926, tra cui la realizzazione di strade, ponti, canali e l’installazione di pompe idrovore, cambiarono radicalmente il volto della zona.

Prampolini negli anni ottanta del primo Novecento ricevette diversi riconoscimenti. Nel 1920 gli venne conferito il titolo di cavaliere del lavoro, mentre Vittorio Emanuele III ne concesse nel 1940 quello di conte del Circeo. Senatore del Regno dal 1929, fu anche presidente della Società italiana per gli studi sulla malaria, impegnata a combattere la piaga sanitaria che aveva rallentato gli insediamenti nella pianura pontina. Il suo impegno al dopoguerra continuò con la presidenza dell’Associazione Rinnovamento Agricolo, dedicata a sostenere la comunità agricola nata dalla bonifica. Prima della denominazione attuale, il piazzale portava il nome di Costanzo Ciano, un passaggio che evidenzia anche i cambiamenti politici e culturali del tempo.

Domenico francioni, il primo volto del calcio a latina

Il nome di Domenico “Memmo” Francioni è legato al calcio cittadino come a nessun altro. Il 16 dicembre 1996 il sindaco Aimone Finestra, alla presenza della signora Francioni e del presidente provinciale della FIGC Di Leginio, intitolò a lui lo stadio comunale di Latina. L’impianto sportivo era stato inaugurato nel 1935 per iniziativa dell’Opera Nazionale per i Combattenti e progettato dall’architetto Oriolo Frezzotti.

Francioni fu il fondatore e presidente della prima squadra di calcio della città. Iniziò la sua attività con l’Unione Liberi Italiani del Calcio e fu anche membro del Direttivo Provinciale della FIGC a Littoria, come allora si chiamava Latina. Vedeva il calcio come un mezzo per educare i giovani allo sport, alla socialità e ai valori comunitari. La sua figura rimane un modello, un “secondo padre” per chi lo ha conosciuto e per le generazioni che hanno seguito la sua opera sportiva. La sua eredità è così radicata che ancora oggi il nome Francioni rappresenta il simbolo del calcio pontino.

Aldo manuzio e l’eredità culturale nella biblioteca comunale

La biblioteca comunale di Latina porta il nome di Aldo Manuzio, nato a Bassiano nel 1449. Editore e tipografo, Manuzio è riconosciuto come uno dei pionieri dell’editoria moderna. Le sue innovazioni, come la diffusione dei libri in piccolo formato e la creazione di caratteri di stampa che hanno rimpiazzato i gotici, segnarono l’inizio della grafica contemporanea nel Rinascimento.

La biblioteca si trova in piazza del Popolo, all’interno dell’ex Albergo Italia, ed è stata ripristinata nel 1957 dopo i danni della guerra. Oggi ospita circa 45.000 volumi con scaffalature a libero accesso, favorendo la fruizione diretta del pubblico. Sono attive anche sedi periferiche a Borgo Sabotino, Latina Scalo e nel quartiere Nuova Latina, per garantire la diffusione della cultura in diverse zone della città. Manuzio, nato nelle vicinanze, rappresenta un collegamento diretto tra la città e la grande tradizione umanista italiana.

Santa maria goretti e l’ospedale dedicato alla giovane martire

L’ospedale di Latina è intitolato a Santa Maria Goretti, giovane martire della fede cattolica. I lavori per la costruzione dell’ospedale iniziarono il 7 maggio 1958 e si conclusero il 23 marzo 1964, quando tutte le attività furono trasferite dalla vecchia struttura di via Emanuele Filiberto. L’inaugurazione avvenne con la presenza del ministro Giulio Andreotti. Maria Goretti nacque nel 1890 nelle Marche e visse in diverse località fino a raggiungere la fama dopo la sua tragica morte per mano di un vicino, Alessandro Serenelli, che la ferì mortalmente dopo essere stato respinto.

Maria Goretti perdonò il suo assalitore prima di morire, un gesto che ne consacrò la santità. Fu beatificata nel 1947 da Pio XII e canonizzata nel 1950 dallo stesso pontefice. Il nosocomio rappresenta oggi non solo un centro sanitario, ma un luogo simbolo della speranza e del sacrificio, valori legati alla figura della santa che dà il nome alla struttura.

Giovanni cena, poeta e sostenitore ambizioso dell’istruzione popolare

Giovanni Cena, ricordato in Latina con l’intitolazione di una scuola media e di una strada, fu un poeta, scrittore e giornalista molto attivo nella prima metà del Novecento. Nel 1921, nel borgo Casal delle Palme, fu costruita una scuola in muratura a lui dedicata, la prima in quell’area dell’agro pontino. Cena si batté contro le condizioni difficili delle paludi pontine contribuendo ad aprire scuole in luoghi di fortuna, come chiese abbandonate e vagoni ferroviari dismessi, grazie all’appoggio della Duchessa Caetani.

Il suo progetto di educazione seguiva i ritmi della vita rurale locale: le scuole chiudevano durante i grandi lavori agricoli e offrivano programmi adattati alle abitudini degli studenti. Cena voleva portare la scuola fra la gente e cercare gli alunni invece di aspettarli. Questa visione fu rivoluzionaria per l’epoca e diede una spinta decisiva all’alfabetizzazione e al miglioramento sociale dell’agro pontino.

Vincenzo rossetti, medico dei primi lavori di bonifica e della lotta alla malaria

Il viale che collega via Don Torello a via Tucci ricorda Vincenzo Rossetti, il primo medico di Latina che lavorò come direttore dell’Istituto Antimalarico Pontino. Nato a Terracina intorno al 1900, Rossetti affrontò la sfida sanitaria più grande della zona: la malaria, dopo secoli di presenza endemica nelle paludi.

Il suo lavoro si intrecciò con gli sforzi di bonifica del territorio. Per anni percorse a cavallo lunghe distanze per visitare i contadini e gli operai malati, mantenendo un contatto diretto con la popolazione. Il suo diario “Dalle paludi a Littoria” racconta questi anni difficili in cui la mortalità calò grazie alle campagne di prosciugamento e trattamento sanitario, benché la battaglia contro la malaria non fosse ancora del tutto vinta. Rossetti resta uno dei protagonisti della salute pubblica pontina e simbolo dell’attaccamento al territorio.

Giuseppe giuliano, giovane eroe e simbolo di sacrificio civico

La memoria di Giuseppe Giuliano è custodita da una medaglia d’oro al valor civile, da una statua in marmo in piazzale Palazzo M e da un complesso scolastico a via Cisterna. Nel 1971, a 11 anni, trovò la morte casuale durante un conflitto a fuoco nel quartiere R6, mentre tentava di proteggere la famiglia da malviventi. Il padre era un agente penitenziario presso il carcere locale.

Quel giorno di maggio segnò profondamente Latina. La città scelse di onorare la sua figura nonostante la giovane età, vedendolo come un simbolo del dolore e della forza civica nella lotta contro la criminalità. Il sindaco dell’epoca definì il sacrificio di Giuliano un capitolo importante nella storia umana della città, un esempio di coraggio e sacrificio che non poteva essere dimenticato.

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Don carlo torello, guida spirituale nei momenti difficili della città

Don Carlo Torello fu il primo parroco di Latina, una figura chiave nei difficili anni della bonifica e nel periodo della guerra. Proveniente dall’ordine salesiano, assunse la guida della parrocchia di San Marco nel 1933. La sua opera si svolse in condizioni spesso precarie, ma fu un riferimento per gli abitanti dell’agro pontino, portando aiuti materiali e sostegno spirituale a chi attraversava momenti di scarsità e sofferenza.

Don Torello visse con modestia e raggiungeva i fedeli in bicicletta sulle vie impervie. Nel 1953 lasciò la parrocchia per Roma, ma tornò nel 1965 in condizioni di salute compromesse, continuando a servire i suoi parrocchiani fino alla morte, avvenuta nel 1967. Le sue spoglie furono tumulate nella chiesa stessa nel 1968, come voluto dal prelato poco prima di morire.

Giuliano carturan, vigile del fuoco caduto in servizio nella tragedia del belice

Piazzale Giuliano Carturan ospita il Comando provinciale dei vigili del fuoco, nominato in ricordo del giovane pompier pontino morto durante il terremoto in Sicilia del 1968. Il sisma colpì duramente la Valle del Belice, causando centinaia di vittime e feriti. Carturan perse la vita dieci giorni dopo la scossa mentre operava un intervento di soccorso nel paese di Gibellina colpito dal disastro.

La sua morte fu riconosciuta con la medaglia d’oro al valor civile, un riconoscimento assegnato nel 1970 per il coraggio dimostrato nei soccorsi. Ogni anno, il 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, patrona dei vigili del fuoco, si ricorda Carturan con una cerimonia al cimitero di Latina. La scelta del nome della piazza rafforza il legame tra la città e il sacrificio di chi si mette al servizio degli altri.

Achille porfiri, commerciante e benefattore tra ospedale e comunità

Tra via Aprilia e viale Michelangelo Buonarroti, la strada dedicata ad Achille Porfiri collega due luoghi simbolo di Latina: l’ospedale Santa Maria Goretti e il parco San Marco. Nato nel 1906 e arrivato a Littoria nei primi anni della bonifica, Porfiri aprì uno dei primi negozi di tessuti in città, punto di riferimento per generazioni di abitanti.

Non solo commerciante, fu anche benefattore dell’ospedale cittadino. La sua famiglia proseguì questo impegno, con donazioni e la dedica del Padiglione Porfiri nel 1968, uno dei centri per la cura dei tumori più attrezzati del tempo in Europa. Il percorso umano e imprenditoriale di Porfiri rispecchia la crescita di Latina da borgo rurale a città.

Vito fabiano, il primo medico condotto e la sua eredità a borgo sabotino

Il medico Vito Fabiano, originario dell’avellinese, ricopre un ruolo importante nella sanità della Latina degli anni della bonifica. La scuola media di Borgo Sabotino e una piazza a Borgo San Michele portano il suo nome, insieme a un busto in piazza Dante.

Fabiano fornì assistenza medica ai coloni, affrontando la diffusione della malaria con dedizione e spirito di adattamento. Nel 1980, in occasione del terremoto dell’Irpinia, volontari di Latina si recarono a San Sossio Baronia, suo paese natale, per dare un aiuto concreto alle vittime. Il medico rimane una figura simbolo della cura nelle condizioni più difficili.

Giovanni battista grassi, scienziato e maestro del liceo scientifico

Il liceo scientifico di Latina intitolato a Giovanni Battista Grassi è dedicato a uno scienziato di rilievo nel campo della zoologia e della malariologia. Direttore sanitario dell’Istituto Antimalarico nel Quadrato, Grassi identificò nel 1898 la zanzara Anopheles come vettore della malaria, descrivendo il ciclo del parassita nel corpo dell’insetto.

Gli fu dedicata la scuola nel 1967, quando le lezioni si svolgevano ancora nella Casa del Vescovo; l’edificio attuale fu completato nel 1978. La scelta del suo nome prevalse su altri grandi italiani, poiché il suo lavoro si collega strettamente alla storia di Latina e all’impegno contro la malaria che condizionò la vita del territorio per decenni.

Antonio pennacchi e il viale che racconta la storia della città

Il viale intitolato ad Antonio Pennacchi, scrittore nato a Latina nel 1950, si trova sull’ex strada del mare e collega la rotonda Rossella Angelico a Capoportiere. Figlio di coloni, Pennacchi affiancò la sua passione per la scrittura e la politica al lavoro di operaio. Il suo romanzo “Canale Mussolini” vinse il premio Strega nel 2010.

Oltre al capolavoro letterario, è noto anche per il libro autobiografico “Il fasciocomunista”, da cui è stato tratto il film “Mio fratello è figlio unico”. Pennacchi si distinse nel dibattito locale con la sua dialettica vivace e un impegno politico concreto. Nel 2023, in occasione del 91º anniversario della fondazione della città, il viale ha assunto ufficialmente il suo nome, a conferma del forte legame con la comunità e le radici pontine.

Circeonews.it è un magazine online che si concentra principalmente sul territorio del Pontino e sulla città del Circeo.

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