Negli ultimi mesi, il numero di telefonate truffaldine legate alle forniture di energia elettrica e gas ha raggiunto cifre allarmanti. Il 97% delle chiamate commerciali ricevute dagli utenti risulta ingannevole, con quasi metà degli operatori che si presentano falsamente come fornitori attuali, per spingere i clienti a firmare contratti fraudolenti. Questi dati emergono dal Portale Antitruffa, raccolti e analizzati da Consumerismo No profit su oltre 10mila segnalazioni arrivate direttamente dai consumatori.
La tecnica dei finti fornitori per estorcere firme
Il dato più preoccupante è che quasi il 48% delle telefonate arriva da operatori che si spacciano, senza alcun titolo, per il fornitore ufficiale del cliente contattato. Questi falsi agenti utilizzano diversi stratagemmi per convincere l’utente a sottoscrivere un nuovo contratto senza un’effettiva consapevolezza. Non è raro che, durante la telefonata, vengano fornite informazioni parziali o false per indurre all’errore.
L’obiettivo principale di questi truffatori è impedire all’utente di chiedere tempo per riflettere o confrontare le proposte, spingendolo invece a una firma immediata, spesso tramite strumenti digitali o registrazioni vocali insospettabili. Ciò comporta la stipula di accordi che poi risultano difficili da contestare o annullare. I consumatori colpiti si ritrovano così vincolati a condizioni spesso più onerose e penalizzanti di quelle del precedente contratto.
Altre maschere usate dai truffatori per ingannare i clienti
Oltre ai falsi fornitori, gli operatori telefonici fraudolenti usano altri travestimenti per guadagnare la fiducia del consumatore. In circa il 7,2% delle chiamate, l’interlocutore si presenta come un rappresentante dell’Autorità per l’energia , istituzione vera ma mai coinvolta in queste telefonate di marketing. In un altro 6,8% dei casi gli operatori si spacciano per membri di associazioni consumatori, mentre il 4,6% si finge il Gestore Nazionale dell’Energia, un nome che suona istituzionale ma che in realtà non corrisponde a alcuna realtà ufficiale.
Questi travestimenti servono a spostare verso la vittima un senso di sicurezza e a far percepire la comunicazione come affidabile. L’inganno si completa con offerte vantaggiose o inviti a “verifiche” del contratto attuale, che nascondono condizioni poco chiare o la modifica del fornitore senza il consenso reale dell’utente.
Le conseguenze legali e le proposte di consumerismo no profit
La diffusione di queste telefonate truffaldine non si limita a creare disagio o perdita economica per i consumatori, ma coinvolge anche fattispecie penali. Frode, truffa e sostituzione di persona sono reati che, secondo Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No profit, vengono commessi sistematicamente in queste telefonate. I danni riguardano non solo l’aspetto economico ma anche la violazione della privacy, con informazioni personali usate senza controllo e spesso cedute a terzi.
Consumerismo propone una soluzione netta: dichiarare illegittimo il telemarketing nel settore energetico. Questo comporterebbe l’annullamento automatico dei contratti siglati per telefono, un meccanismo che aiuterebbe a frenare questo fenomeno e a proteggere i consumatori. Il ricorso a strumenti alternativi di promozione commerciale, più trasparenti e controllati, potrebbe ridurre il rischio di truffe e ripristinare un rapporto di fiducia con gli utenti.
I numeri e le segnalazioni raccolte mostrano quanto sia urgente affrontare questo problema con misure più severe. Il quadro disegnato da Consumerismo No profit testimonia che, per molti consumatori, ricevere una telefonata commerciale oggi significa esporsi a rischi concreti di frode e abuso.