Il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, insieme a Titanus S.p.A., ha riportato alla luce uno dei titoli più significativi del neorealismo italiano: Roma ore 11. Dopo un lungo lavoro di restauro, il film sarà proiettato in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, nella sezione Venezia Classici, proprio a trent’anni dalla consegna del Leone d’Oro alla carriera a Giuseppe De Santis.
Uscito nel 1952, Roma ore 11 racconta un episodio tragico accaduto a Roma nel dopoguerra. Il film parte da un fatto di cronaca reale: un annuncio per un lavoro come dattilografa fa radunare centinaia di ragazze davanti alla sede di un’azienda. Dopo ore di attesa, la tensione sale. Una di loro tenta di eludere la fila con uno stratagemma; questo provoca agitazione e, infine, il crollo della scala su cui si trovavano ammassate.
Il film mette in scena non solo questo drammatico incidente, ma anche la difficile condizione femminile, la disoccupazione, e le disuguaglianze sociali della Roma dell’epoca. Il cast vede interpreti come Maria Grazia Francia, Delia Scala, Massimo Girotti, Raf Vallone, e Lucia Bosè. La regia di Giuseppe De Santis, autore anche di Riso amaro, si concentra soprattutto sul racconto corale di queste donne, protagoniste di un microcosmo segnato dalla precarietà e dalla speranza.
De Santis spiegò che l’idea per questo film nacque proprio dalla cronaca e dall’attenzione al mondo femminile urbano. Lo considerava emblematico di una realtà difficile e urgente da raccontare.
Il restauro di Roma ore 11 nasce dall’esigenza di preservare un patrimonio cinematografico e sociale. Come ha spiegato Gabriella Buontempo, presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, il progetto rende nuovamente fruibile un film che rappresenta un documento critico contro le ingiustizie del mondo del lavoro del tempo.
Grazie a questo intervento, la qualità visiva e sonora sono state migliorate sensibilmente. Questo permette di apprezzare il film senza i limiti tecnici dovuti all’età della pellicola originale. Il restauro offre quindi un’occasione per le nuove generazioni di confrontarsi con una narrazione diretta e tagliente, capace di stimolare riflessioni ancora attuali, in particolare sulle difficoltà della vita in città e sulle disparità di genere.
L’operazione contribuisce a mantenere viva la memoria di un passaggio importante della cinematografia italiana e di una tensione civile che si esprime attraverso la settima arte.
Titanus S.p.A. ha accompagnato la realizzazione originale di Roma ore 11 e oggi ha partecipato attivamente al restauro. Guido Lombardo, presidente della società, ha sottolineato come questa iniziativa non si limiti a celebrare il passato. Essa getta un ponte tra le epoche, riaffermando l’importanza di salvaguardare le testimonianze culturali da trasmettere nel presente e nel futuro.
Il restauro, portato a termine nel 2025, ha affrontato alcune difficoltà tecniche: i negativi originali del film sono irreperibili. Per questo si è lavorato su un controtipo sonoro e i passaggi digitali sono stati svolti dal CSC Digital Lab, mentre la parte di restauro è stata affidata al Laboratorio Video Master Digital S.r.l. Questi passaggi hanno richiesto precisione e attenzione per mantenere fedele l’atmosfera e l’aspetto visivo originale.
L’evento di Venezia sarà quindi un momento di riproposta e riconsegna al pubblico di un’opera che ha raccontato, con uno sguardo realistico e diretto, le sfide della società italiana del dopoguerra.
Giuseppe De Santis è stato tra i registi più diretti nel raccontare le storture sociali del suo tempo attraverso il cinema. Roma ore 11 si distingue negli anni come uno specchio critico della condizione delle donne e della dura realtà lavorativa.
Il film si concentra non su un singolo protagonista, ma su un coro di voci femminili, ciascuna con una storia e un destino legato a quell’attesa. La vicenda rappresentata assume la dimensione di un simbolo, che supera il fatto di cronaca e si estende a tutta la società urbana italiana degli anni Cinquanta.
Il restauro, tenendo conto anche del lavoro registico e narrativo di De Santis, offre quindi una narrazione che resta rilevante. I temi di disuguaglianza, precarietà e lotta per un futuro migliore entrano ancor più nitidi con la qualità restaurata della pellicola. Le nuove generazioni potranno vedere con lucidità le difficoltà di allora e confrontarle con il presente.
La presentazione a Venezia offre dunque un’occasione preziosa di riflessione sul cinema e sulla storia, mantenendo viva la memoria di eventi e persone che hanno segnato un passaggio cruciale della società italiana.
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