Il destino dello stabilimento Stellantis di Atessa, in provincia di Chieti, resta saldo nel panorama industriale abruzzese. Nonostante le difficoltà provocate dalla transizione verso l’elettrico e dai cambiamenti geopolitici europei, il sito non chiuderà. Lo hanno ribadito i protagonisti al termine del tavolo regionale che ha riunito i vertici dell’azienda, rappresentanti della Regione Abruzzo e sindacati. L’incontro ha messo in luce le strategie per affrontare un momento complesso, confermando impegni sul territorio e nuove linee di sviluppo.
Lo stabilimento Stellantis di Atessa ha ottenuto una conferma netta: nessuna chiusura è prevista, nonostante le difficoltà che pesano sul settore automobilistico europeo. L’assessore regionale Tiziana Magnacca ha spiegato che la Regione ha raccolto rassicurazioni dall’azienda a conferma della centralità del sito. Il confronto si è svolto alla presenza del governatore Marco Marsilio e delle rappresentanze sindacali, segno dell’attenzione condivisa al futuro produttivo e occupazionale dell’area.
La stabilità del sito appare un elemento chiave per mantenere viva la produzione, ma non si limita a questo. Si parla anche di importanti investimenti, pensati per guardare al futuro, in grado di garantire un livello occupazionale stabile. Magnacca ha sottolineato che ormai sono emersi nuovi scenari legati alla cosiddetta transizione verde, che impongono un adeguamento delle attività, ma senza abbandonare la presenza industriale in Abruzzo.
L’incontro ha messo in evidenza l’importanza dello stabilimento Marelli a Sulmona, un altro nodo industriale di rilievo per la regione Abruzzo. Questo sito viene percepito come un asset strategico dai vertici regionali. Oltre alla produzione diretta, si guarda con attenzione anche all’indotto che ruota attorno a queste fabbriche. La Regione ha chiesto all’azienda di mantenere e rafforzare i rapporti con le imprese locali, per evitare che le attività produttive si spostino altrove.
Le difficoltà non mancano: in particolare, il passaggio verso componenti e tecnologie più sostenibili richiederà nuove competenze e investimenti. Si prevede un supporto per accompagnare lavoratori e fornitori locali, con l’obiettivo di limitare gli effetti negativi sulla filiera territoriale. Secondo Magnacca, puntare su questo stabilimento e sull’indotto è la strada indicata per salvaguardare l’occupazione e mantenere la forza produttiva in Abruzzo.
Nel tavolo regionale è stata proposta un’accelerazione degli investimenti in ricerca e sviluppo. Il fine è richiamare in Italia, e in particolare nel territorio abruzzese, alcune fasi di progettazione e innovazione oggi svolte in altre sedi estere. Questo passaggio appare indispensabile per impiantare attività ad alto contenuto tecnologico, capaci di combinare sostenibilità e competitività.
La Regione vorrebbe che queste attività si concentrassero in Abruzzo, per valorizzare know-how e infrastrutture disponibili. Il manager di Stellantis, Jean-Philippe Imparato, avrebbe espresso impegni con il ministro Adolfo Urso. La richiesta di “rispalmare” questi impegni a livello locale nasce proprio dal desiderio di realizzare un piano operativo concreto.
L’appuntamento ha incluso una proposta chiara sulla produzione di veicoli elettrici, segmento in crescita ma che richiede attenzione ai materiali e ai processi di fine vita dei mezzi. La Regione Abruzzo ha chiesto una maggiore attenzione all’economia circolare, con un piano per recuperare in modo sostenibile le batterie e i componenti dei veicoli a fine ciclo produttivo.
Questa attenzione non riguarda solo l’ambiente, ma porta con sé nuove opportunità occupazionali nelle attività di riciclo e rigenerazione. Stimolare queste filiere produce anche un effetto positivo sul tessuto produttivo locale, aprendosi a nuovi mercati e know-how. Alcuni settori collegati, come la logistica e la lavorazione di materiali, potrebbero rafforzarsi grazie a questa attenzione.
Nel corso del confronto è emersa anche l’esigenza di un dialogo continuo con gli organismi europei, per orientare politiche e normative secondo una visione equilibrata. L’assessore ha ricordato l’importanza di una transizione “giusta e democratica”, che non penalizzi territori e lavoratori.
Una questione sul tavolo riguarda la richiesta di riconoscere la neutralità tecnologica, ovvero lasciare aperte più strade tecnologiche senza prediligere una singola soluzione. Questa posizione mira a garantire flessibilità nelle scelte imprenditoriali e a tutelare la capacità produttiva italiana nel settore automotive.
Parallelamente, l’assemblea delle Regioni dell’Automotive tenta di superare le limitazioni normative che ostacolano l’azione di supporto alle aziende, inclusi finanziamenti e interventi mirati. La spinta arriva a consolidare la posizione industriale italiana, specie in territori con impianti rilevanti come l’Abruzzo.
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