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La giunta del lazio aumenta i posti nelle strutture per pazienti con disturbi da uso di sostanze e doppia diagnosi

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La Regione Lazio ha approvato una delibera che rafforza i servizi per le persone con disturbi da uso di sostanze, prevedendo un incremento dei posti nelle strutture residenziali e semiresidenziali. La misura punta anche a migliorare l’accoglienza per famiglie genitore-bambino e a potenziare l’assistenza ai pazienti affetti da doppia diagnosi, ovvero con dipendenza associata a disturbi psichiatrici. Si tratta di un intervento che propone nuovi standard organizzativi e tariffe aggiornate per garantire un supporto più ampio e strutturato su tutto il territorio laziale.

L’espansione dei posti dedicati per le dipendenze nel lazio

Dopo un lungo periodo di stasi, il Lazio interviene per ampliare in modo significativo i posti disponibili nelle strutture per il trattamento delle dipendenze da droga e alcol. La nuova programmazione, infatti, ha previsto un aumento complessivo di 464 posti residenziali, divisi tra il quadrante nord e il quadrante sud . L’offerta coinvolge strutture residenziali e semiresidenziali, pensate per garantire una copertura capillare e omogenea delle richieste di cura.

Attenzione al supporto genitore-bambino

All’interno di questo intervento, particolare attenzione è stata data all’innalzamento delle capacità ricettive per l’accoglienza “genitore-bambino”, prevista per 24 adulti e 24 bambini. Questo supporto specifico mira a favorire percorsi di cura che tengano conto anche della famiglia. Parallelamente, si aumenta il numero delle unità mobili operative, con almeno un’unità prevista per ogni Azienda Sanitaria Locale, per garantire un intervento più rapido e diffuso sul territorio.

La Giunta, guidata dal presidente Francesco Rocca, ha sottolineato come questa delibera rappresenti una svolta nel contrasto alle dipendenze, che sono distribuite trasversalmente su tutte le fasce sociali e anagrafiche. Dal punto di vista pratico si punta così a offrire un accompagnamento che vada dalla cura al reinserimento sociale, migliorando la qualità e la quantità delle risposte sanitarie.

La risposta regionale ai pazienti con doppia diagnosi

Un aspetto che emerge in maniera chiara dalla delibera è l’attenzione dedicata ai pazienti con doppia diagnosi, soggetti che convivono con disturbi da uso di sostanze e una patologia psichiatrica. Questo gruppo è cresciuto negli ultimi anni e necessita di protocolli specifici e risorse dedicate. L’intervento regionale prevede misure che consentano una presa in carico completa e integrata, differenziando gli approcci e strutturando il sistema in modo da non trascurare nessun bisogno sanitario.

Non si tratta solo di aumentare i posti letto, ma anche di aggiornare gli standard organizzativi per offrire servizi in regime ambulatoriale, semiresidenziale e di strada, con tariffe di remunerazione adatte alle nuove esigenze. L’obiettivo è garantire continuità e qualità della cura, con assistenza mirata che sappia gestire complessità e multidimensionalità dei casi.

Rafforzamento della rete territoriale

Il rafforzamento della rete territoriale, con nuovi standard, personale qualificato e strumenti di supporto, si configura come una risposta concreta a fenomeni che spesso rimangono marginalizzati. Con queste misure, la Regione Lazio vuole invertire una tendenza all’immobilismo, aprendo finestre di possibilità per chi vive situazioni di fragilità.

Il quadro epidemiologico e la situazione dei servizi nel lazio

Le dipendenze da sostanze continuano a rappresentare una sfida sanitaria rilevante. Secondo la relazione nazionale sulle droghe presentata nel 2023, oltre il 12% degli adulti italiani ha assunto almeno una sostanza illegale nell’ultimo anno. In particolare, il consumo di cannabis interessa circa il 10,8% della popolazione tra i 18 e i 64 anni, mentre quello di cocaina si attesta sull’1,4%. È poi cresciuto il consumo nei giovani, soprattutto di cannabinoidi sintetici.

Nel Lazio, nel 2023, i servizi socio-sanitari hanno seguito 13.701 persone con disturbi correlati all’uso di sostanze. Di queste, 2.355 erano nuovi utenti e 11.346 soggetti già assistiti in passato. La maggioranza degli utenti sono uomini con un’età media intorno ai 42 anni, mentre i nuovi utenti hanno un’età media inferiore, poco sopra i 34 anni.

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Il panorama delle sostanze utilizzate mostra un calo dell’eroina e una crescita del consumo di cocaina. Anche il numero dei pazienti che si rivolgono ai servizi per consumo di cannabis è in aumento, specie tra i nuovi casi.

La rete di assistenza nel lazio

In Lazio, l’assistenza è offerta tramite diversi setting: 44 SerD , 9 servizi negli istituti penitenziari, il Centro di Riferimento Alcologico nella Asl Roma 1 e un punto dedicato alla riduzione del danno nella Asl Roma 3. La distribuzione degli utenti per struttura è variegata, da poche decine a quasi mille casi l’anno.

Le nuove strutture semiresidenziali e unità mobili sul territorio

Per affrontare meglio le esigenze di cura, nel 2025 la Regione prevede l’attivazione di almeno tre strutture semiresidenziali di tipo drop in diurno nella città metropolitana di Roma Capitale, con un totale di 75 posti disponibili. Per le Asl delle altre province del Lazio sono previste strutture simili, almeno una per ciascuna, per offrire un’alternativa continua all’ospitalità residenziale.

Le unità mobili rappresentano un’altra componente essenziale della strategia. È stimata la necessità di una unità h24 dedicata alla riduzione del danno e una specifica per la gestione dei rischi legati ai grandi eventi. Queste squadre mobili permettono interventi tempestivi direttamente sul campo e collegano i pazienti ai servizi di cura.

Monitoraggio e controllo dei risultati

Questo assetto mira a rendere più efficiente e capillare il sistema di assistenza, portando i servizi più vicino alle comunità e alle persone in difficoltà. La delibera indica un controllo puntuale dei risultati attraverso il monitoraggio dei tassi di occupazione e della mobilità passiva, con l’obiettivo di verificare la tenuta e l’efficacia delle misure nel tempo.

La delibera ora sarà valutata dalla Commissione consiliare della Sanità, prima della definitiva applicazione.

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