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La memoria dell’acqua: nuove scoperte archeologiche dal Gran Carro di Bolsena presentate in mostra doppia

Il lago di Bolsena torna al centro dell’attenzione culturale con una mostra dedicata ai reperti scavati nel Gran Carro, sito che racconta una parte importante della storia delle prime comunità insediate sulle sue sponde. L’evento, inaugurato dal ministro della Cultura Alessandro Giuli nel 2025, si sviluppa su due sedi espositive e mette in luce ritrovamenti che svelano tracce di vita quotidiana e rituale risalenti all’epoca villanoviana, territorio dal quale prese forma ciò che diventerà poi la civiltà etrusca. La mostra offre al pubblico una riflessione sul legame profondo tra uomo, acqua e territorio attraverso reperti unici e un allestimento che invita a scoprire il contesto storico e culturale di questa antica regione.

La mostra tra museo e isola bisentina: doppia sede per scoprire il gran carro

La proposta espositiva si divide in due luoghi simbolici di Bolsena, pensati per valorizzare sia la quantità che la qualità dei materiali emersi. La prima tappa è il Museo territoriale del Lago di Bolsena, ospitato nell’antico Palazzo Monaldeschi della Cervara. Qui si conserva la maggior parte dei reperti più recenti. Gli oggetti, prevalentemente associati alla cultura villanoviana, appartengono a un’epoca che precede la nascita delle grandi città etrusche come Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Veio e Orvieto. Questi beni archeologici sono testimonianze preziose di un tempo in cui il lago era al centro degli scambi e della vita delle popolazioni locali.

Quattro sezioni tematiche sull’isola bisentina

La seconda sede della mostra si trova sull’isola Bisentina, all’interno della chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, restituita alla comunità dopo un restauro durato fino al 2024. Qui la visita si articola in quattro sezioni tematiche: il mondo femminile, il sacro, la vita quotidiana e il viaggio. Questa divisione narrativa aiuta a capire la complessità di un ambiente antico, offrendo al pubblico un’esperienza che mette in luce le abitudini, la spiritualità e i movimenti di chi abitava quest’area. Il percorso espositivo sull’isola rappresenta così un modo intenso per entrare in contatto con la storia, attraverso oggetti e storie stratificate che parlano di un passato vivo e pulsante.

L’importanza storica delle scoperte e le radici del popolo etrusco

Le ricerche archeologiche condotte dal Servizio di archeologia subacquea della Soprintendenza di Viterbo hanno portato alla luce prove tangibili della vita e della cultura degli abitanti villanoviani del Gran Carro. Il lago di Bolsena, come ha sottolineato il ministro Giuli, è un luogo particolare nel panorama storico italiano. È il lago vulcanico più esteso d’Europa, ma soprattutto rappresenta il fulcro di un percorso ancestrale che ha contribuito alla formazione della civiltà etrusca. Gli oggetti e i materiali rinvenuti aprono nuove piste di studio che, pur richiedendo ancora tempo e attenzione, continuano a fornire indizi per comprendere meglio le origini di una cultura che ha influenzato profondamente la storia dell’Italia centrale.

Tuscia e bolsena area strategica

Nel presente contesto, la Tuscia e Bolsena si confermano come aree strategiche per indagini archeologiche sul passato preistorico e protostorico dell’Italia. Il ministro ha evidenziato che le scoperte rappresentano più di un fatto storico: “assumono un valore simbolico, dando vita a un dialogo tra antico e moderno”. Questo dialogo non è soltanto locale, ma si estende alle identità più ampie, coinvolgendo chi vive in quest’area come cittadino italiano, europeo e parte del mondo. Resta aperta la possibilità che nuovi ritrovamenti possano emergere, svelando altre storie e raffinando le conoscenze sulla presenza umana nelle acque e terre intorno al lago.

Autorità presenti e il valore del recupero culturale e ambientale

All’inaugurazione erano presenti autorità di primo piano che incarnano l’interesse istituzionale e culturale verso questo progetto. Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente della Camera, Andrea Di Sorte, sindaco di Bolsena, e dirigenti della Soprintendenza come Fabrizio Magani e Margherita Eichberg hanno osservato da vicino i risultati degli scavi e il montaggio della mostra. Anche le archeologhe impegnate sul campo hanno offerto la loro esperienza e competenza per raccontare nei dettagli la qualità dei reperti e le specificità del sito.

Recupero e restauro della chiesa sull’isola bisentina

L’intervento di recupero e restauro della chiesa sull’isola Bisentina è un chiaro esempio di come la tutela del patrimonio storico si connetta con la salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Riconsegnare spazi storici alla cittadinanza significa restituire un pezzo di memoria e identità. L’intera iniziativa dimostra come archeologia, cultura e comunità si intreccino per valorizzare risorse che rischiavano di svanire. Bolsena, con la sua storia antica e i suoi aggiornamenti scientifici, si conferma quindi un punto di riferimento per far emergere il passato attraverso un patrimonio materiale che permette di parlare alle generazioni di oggi.

Le scoperte nel Gran Carro, insieme alle ricerche in corso, portano a una visione ampia di un territorio che ha ospitato culture e genti con radici profonde. Questo progetto culturale coinvolge non solo studiosi ma anche cittadini, creando contatti tra storia, ambiente e vita contemporanea. Lo sviluppo delle mostre su due sedi complementari consente un’atmosfera di scoperta a più livelli, capace di mettere in relazione il pubblico col passato delle comunità che per prime si affacciarono sulle rive del lago di Bolsena.

Clarissa Abile

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