La città di roma ospita una rassegna dedicata a elliott erwitt, uno dei fotografi più celebrati del secolo scorso. Dal 28 giugno al 21 settembre, palazzo bonaparte propone un viaggio attraverso oltre 80 immagini in bianco e nero che raccontano attimi d’intimità, affetti familiari, e l’ironia nascosta dietro alla quotidianità. La mostra, curata da biba giacchetti, mette in luce il profilo umano e sensibile di un artista capace di cogliere il mondo con sguardo curioso e gentile, lasciando un’eredità visiva unica.
Gli scatti intimi che rivelano volti e affetti nascosti
Nel percorso espositivo spiccano fotografie che ritraggono la famiglia in momenti di grande complicità: baci, abbracci e gesti spontanei catturati senza filtri. Non si tratta solo di immagini, ma di testimonianze di relazioni e sentimenti autentici, presentate lontano da ogni posa artificiale. Tra questi, emergono inoltre gli intensi ritratti di marilyn monroe. Erwitt, infatti, ha sempre cercato di andare oltre la figura leggendaria della diva hollywoodiana per mostrare la donna, le sue sfumature private e la sua vulnerabilità. Questi scatti trasmettono una visione umana, quasi segreta, di una personalità altrimenti idealizzata.
Un mondo visto dagli occhi dei bambini e degli animali
I bambini occupano un posto speciale nella sua fotografia. Erwitt ha raccontato la loro innocenza e il modo in cui interagiscono con il mondo, creando immagini cariche di poesia visiva. L’attenzione ai più piccoli si lega a quella per i cani, spesso protagonisti di scene di pura tenerezza e ironia. Le fotografie con i suoi amici a quattro zampe sono divenute celebri per la capacità di unire leggerezza e profondità emotiva. Questi animali, immortali nelle sue opere, offrono un contrappunto affettuoso e silenzioso all’umanità catturata negli altri scatti.
la poetica dell’osservazione: il modo di guardare di elliott erwitt
Alla base dell’opera di erwitt c’è un principio che lui stesso definiva “the art of observation”. Questo approccio si fonda sull’empatia e su una leggerezza che gli permetteva di essere indulgente e curioso dinanzi ai fatti del mondo. La sua fotografia si muove tra ironia e serietà, con la capacità di cogliere realtà spesso invisibili o trascurate. Seguendo il suo insegnamento, le immagini non sono pensate solo come perfezione tecnica, ma come narrazioni che emergono grazie a uno sguardo attento e, a tratti, giocoso.
Il ruolo del bianco e nero nell’opera di erwitt
La scelta del bianco e nero per la maggior parte delle fotografie espone questa idea. Senza distrazioni di colore, l’occhio va dritto al cuore del messaggio, enfatizzando forme, emozioni e contrasti. Ogni scatto diventa così una composizione essenziale, capace di comunicare molto con pochi elementi. Questa sobrietà aiuta lo spettatore a entrare in sintonia con i soggetti e le storie rappresentate, testimoniando momenti di diverse epoche e culture attraverso il linguaggio universale delle immagini.
La mostra a palazzo bonaparte tra memoria e racconto visivo
La curatrice biba giacchetti ha ricordato oggi a palazzo bonaparte il rapporto con erwitt, condiviso per quasi trent’anni. Per lei, questo progetto non è solo un’esposizione ma un tributo personale e professionale a un amico e maestro. Giacchetti ha spiegato che la selezione delle fotografie è stata fatta direttamente con erwitt, che ha voluto scegliere personalmente ogni immagine. Quindi, la mostra si presenta come una dichiarazione d’intenti, pensata per il grande pubblico e non soltanto per chi opera nel mondo della fotografia.
Il calendario dell’evento consente a romani e turisti di confrontarsi con l’opera di un uomo che ha attraversato quasi un secolo di storia, fermando nell’obiettivo talvolta il serio, altre volte il giocoso, sempre mostrando il lato umano delle cose. Nel momento della sua scomparsa, avvenuta nel novembre del 2023 a 95 anni, erwitt ha lasciato un archivio vastissimo, che ora viene restituito nella sua integrità e sensibilità a chi vuole scoprire un modo di raccontare la realtà dalla parte dello sguardo e del sentimento.
La mostra “icons” a roma resta aperta fino al 21 settembre, offrendo un’occasione per osservare attraverso gli occhi di un fotografo capace di cogliere la delicatezza di un sorriso, la profondità di uno sguardo o la complicità di un gesto. Il percorso organizzato da arthemisia rappresenta la testimonianza viva di un linguaggio visivo che ancora parla, e parla a tutti.