La galleria Ceravento di Pescara ospiterà dal 21 giugno al 13 settembre una mostra che riflette sulle connessioni tra territorio, elemento naturale e i percorsi della vita. “La geografia è destino” è il titolo della personale di Daniela d’Arielli, un progetto site-specific pensato per uno spazio radicato nel tessuto culturale abruzzese. Il progetto mescola il viaggio fisico e quello interiore, offrendo un’esperienza artistica che coinvolge non solo lo sguardo ma anche il pensiero.
Il mare come luogo di incontro tra scienza e mistero
Nel cuore della mostra c’è il mare, rappresentato non solo come fenomeno naturale, ma anche come simbolo di imprevedibilità e di destino. Daniela d’Arielli inquadra il mare in una prospettiva che abbraccia la geografia, la fisica, la chimica e la biologia, ma lo racconta anche come spazio dove si intrecciano storie incerte e misteriose. I confini tra realtà fisica e immaginazione si dissolvono, lasciando posto alla complessità del viaggio, inteso sia come spostamento nello spazio, sia come trasformazione interiore. L’opera dell’artista invita a riconoscere nella vastità marina un luogo che custodisce memorie, speranze e incertezze. Questo doppio binario, quello geografico e quello del destino, guida tutta la narrazione visiva dell’esposizione.
Un progetto site-specific con 156 acquerelli su buste di lettere
La galleria Ceravento ha voluto fare di questa esperienza un primo progetto site-specific, in cui le opere si confrontano con l’ambiente circostante. Tra i lavori spicca la serie di 156 acquerelli realizzati su buste da lettera, trattate con acqua di mare. Questi piccoli capolavori rappresentano un omaggio ai porti italiani, nodi fondamentali di contatto tra terra e mare, tra culture e destini. Alcune buste sono dedicate ai porti abruzzesi – Termoli, Ortona, Vasto e Pescara – e a Lampedusa, particolare simbolo della migrazione. Su alcune di queste appare una stellette dorata in oro 24 carati, simbolo carico di significato che unisce geografia e destino della mostra. Il lavoro con le buste richiama il legame tra la parola scritta, la memoria e il passaggio del tempo, così come la precarietà delle comunicazioni.
Le ispirazioni letterarie alla base dell’allestimento
Il titolo della mostra nasce da una citazione di Mohsin Hamid estrapolata dal romanzo Exit West, dove si parla delle scelte e delle circostanze che plasmano la vita. Il riferimento letterario, filtrato anche attraverso la lettura di Scellerate di Antonella Finucci, rende omaggio alle complessità delle storie umane. Un altro testo che accompagna l’esposizione è L’antropologia dell’acqua di Anne Carson, un saggio che indaga il linguaggio liquido, fluido, e i suoi riflessi nelle relazioni umane. Questa riflessione sull’acqua diventa una chiave interpretativa per comprendere il lavoro di d’Arielli, che intreccia nella sua arte la matericità del mare con la dimensione poetica e simbolica.
Parole e perdita nel testo critico di giulia palladini
Il contributo critico di Giulia Palladini si concentra sul rapporto tra parole, memoria e trasformazione. La scrittrice sottolinea come alcune riflessioni svaniscono nel tempo, proprio come lettere mai spedite, custodite in buste dipinte d’oro. La mutazione del linguaggio, soprattutto nel contesto della migrazione, rischia di scolorire le parole fino a disperderle. Non a caso, Palladini fa un paragone con un naufragio: anche la carta può perdersi in questo evento, simbolo di ciò che sfugge alla conservazione. Questo testo aiuta a capire la delicatezza dell’opera di d’Arielli, che sa mescolare materiali, simboli e memoria, mostrando l’incessante trasformarsi del vissuto e delle sue tracce.
Calendario e modalità di visita della mostra a pescara
L’inaugurazione di “La geografia è destino” è prevista sabato 21 giugno alle 17 alla galleria Ceravento, con la presenza dell’artista. L’esposizione rimarrà aperta fino al 13 settembre. Sarà visitabile da martedì a venerdì, dalle 15 alle 19, mentre il sabato sarà possibile accedervi su appuntamento. Il format consente una fruizione mirata e riservata, ideale per accompagnare i visitatori nelle riflessioni suggerite dalle opere. La mostra si propone come un punto di incontro tra arte visiva, scrittura e territorio, valorizzando la centralità del mare in un luogo che vive da sempre il rapporto con l’acqua e i suoi molteplici significati.