Negli ultimi mesi la situazione lavorativa all’interno del sito gls di latina scal ha subito forti turbolenze. La trattativa sindacale guidata da SiCobas ha evitato il licenziamento di quindici operatori della logistica, ma il clima resta teso. Nuovi scioperi sono scattati a seguito di scelte aziendali contestate dai dipendenti. L’attenzione rimane alta, con manifestazioni regolari davanti al magazzino di via delle Industrie, dove il contrasto tra lavoratori, sindacati e società coinvolte mostra contraddizioni importanti.
La procedura di licenziamento e il ruolo della crisi aziendale
A fine maggio, il tentativo di licenziamento di quindici operatori della logistica è stato ufficialmente giustificato dalla presunta diminuzione del lavoro nel magazzino gls di latina. In realtà, la crisi che avrebbe portato a questa decisione non trova riscontro nei volumi effettivi di lavoro. La società Cargo White, incaricata delle consegne, ha dichiarato lo stato di difficoltà, ma si tratta soprattutto di una crisi indotta dalla riduzione dei pacchi assegnati da p&d, azienda mandataria del contratto con gls.
Critiche sul vero motivo della crisi
I lavoratori e il sindacato SiCobas hanno denunciato questa manovra, sostenendo che p&d non ha realmente ridotto il proprio volume di corrispondenza, ma ha solo spostato le consegne verso altri vettori o magazzini. Questo ha creato difficoltà artificiali, non basate su una reale contrazione del lavoro, ma su decisioni di gestione interne alle aziende coinvolte nella filiera.
l’intervento del sindacato SiCobas durante la vertenza
SiCobas ha svolto un ruolo decisivo nel contrastare la procedura di licenziamento, opponendosi con forza alle motivazioni addotte dalle aziende. Leonardo Panzarino e Andrei Daniel, esponenti del coordinamento di roma, hanno accompagnato i lavoratori nelle trattative, portando dati oggettivi a sostegno della tesi secondo cui la crisi era fittizia.
Nonostante quattro operatori abbiano deciso volontariamente di aderire al piano di uscita senza rappresentanza sindacale, la maggior parte degli addetti alle consegne ha scelto di restare e di lottare per il proprio posto di lavoro. Grazie a questa azione, la procedura di licenziamento è stata sospesa. Questo risultato è stato raggiunto dopo un lungo periodo di scioperi e manifestazioni, che hanno generato attenzione sull’intera vicenda.
La mobilitazione sindacale
La presenza costante di SiCobas e la determinazione dei lavoratori hanno mantenuto alta l’attenzione mediatica e sindacale, sostenendo le rivendicazioni sul territorio e nelle sedi ufficiali.
Conflitti sul corretto svolgimento delle consegne e nuovi scioperi
La complessità della vertenza non si è limitata alla questione dei licenziamenti. Le strategie adottate da p&d per alleggerire il carico di lavoro su Cargo White hanno prodotto un effetto collaterale ben visibile: un consistente accumulo di pacchi nel magazzino, con migliaia di spedizioni ferme e indirizzate altrove. Questa situazione ha avuto ripercussioni dirette sugli altri operatori logistici coinvolti, creando tensioni tra le diverse realtà.
Nuove proteste e rivendicazioni
Nelle ultime settimane, i lavoratori hanno lanciato un nuovo sciopero davanti al sito di via delle Industrie. Le contestazioni riguardano sia le condizioni contrattuali sia le modalità imposte per la consegna dei pacchi, ad esempio l’obbligo per il destinatario di ritirare la spedizione in un punto specifico senza poter scegliere la consegna diretta a domicilio. I sindacati parlano di una mancanza di rispetto dei termini contrattuali e di procedure aziendali che non tutelano adeguatamente i diritti dei lavoratori e degli utenti.
Gli scioperi infatti servono non solo a denunciare la precarietà della condizione dei corrieri, ma anche a rivendicare un’organizzazione del lavoro più trasparente e rispettosa dei contratti sottoscritti. La situazione rimane fluida e al momento la mobilitazione sindacale continua, monitorando le mosse di p&d e delle altre società coinvolte nella filiera logistica.