La riduzione dell’Iva sulle opere d’arte rappresenta un cambiamento significativo per il mondo culturale e commerciale italiano. Il 20 giugno 2025, il ministro della cultura Alessandro Giuli ha annunciato un provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri che abbassa l’aliquota dal 22 al 5%. Questo intervento coinvolge sia la cessione che l’acquisto di opere d’arte, con l’obiettivo di sostenere artisti, gallerie e collezionisti in un momento delicato per il mercato artistico nazionale.
Il 20 giugno 2025, durante una conferenza stampa, il ministro Alessandro Giuli ha presentato il decreto appena approvato dall’esecutivo. Il provvedimento, di competenza del ministero dell’economia e delle finanze , è arrivato dopo una fase di confronto con il dicastero guidato da Giancarlo Romano, che Giuli ha ringraziato per la collaborazione. Il decreto contiene disposizioni specifiche per l’Iva su opere d’arte, con lo scopo di abbattere il peso fiscale sulle transazioni di questo settore.
Questo passaggio legislativo segue anni di attesa da parte degli operatori culturali e degli appassionati d’arte, che hanno subito a lungo un’aliquota elevata al 22%, ritenuta un ostacolo in particolare per i piccoli e medi scambi. Lo sconto al 5% mira a far ripartire il mercato interno, facilitando il ricambio e permettendo una maggiore accessibilità all’arte contemporanea e storica.
Una conseguenza immediata del provvedimento sarà il taglio significativo dei costi di acquisto e vendita di opere d’arte. Per chi opera nel campo culturale – dai galleristi ai collezionisti – l’abbassamento dell’Iva rappresenta un incentivo concreto a incrementare gli scambi, spesso frenati dalle spese accessorie. L’Iva più bassa potrebbe riattivare una domanda finora frenata, aiutando artisti emergenti e case d’asta a consolidare un flusso di compravendite più fluido.
Tra gli interessati al beneficio ci sono anche musei e istituzioni private che, nell’acquisire opere per le loro collezioni, troveranno condizioni fiscali più leggere. Questo potrebbe facilitare l’arrivo di nuove opere nei circuiti espositivi, arricchendo il patrimonio culturale locale. Allo stesso tempo, i collezionisti avranno strumenti fiscali migliori per il rinnovo o l’ampliamento delle proprie raccolte.
Alessandro Giuli, presente alla conferenza stampa, ha descritto questa misura come “una notizia che aspettavamo da anni” e ha sintetizzato così l’esito: “Ora possiamo dire missione compiuta”. La soddisfazione ufficiale indica una conclusione positiva di un percorso legislativo lungo, fatto di trattative tra ministeri e confronti con il sistema culturale.
Non sono stati forniti dettagli sull’eventuale durata del provvedimento né su ulteriori possibili misure a favore dell’arte, ma la riduzione dell’Iva può essere interpretata come un primo passo verso una politica fiscale più attenta al mondo della cultura. Lo Stato pare disposto a riconoscere il ruolo centrale dell’arte per l’economia e la formazione dell’identità nazionale.
Il nuovo assetto fiscale potrebbe inoltre influire su altri ambiti collegati, come il turismo culturale e le attività di promozione artistica. Ci si attende una crescita degli investimenti in mostre e fiere, mentre gli operatori continueranno a monitorare l’impatto sul mercato per proporre eventuali correttivi in futuro.
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